E' possibile parlare della Settimana
santa al di fuori del contesto liturgico? Usare parole significative per
l'uomo e non solo per il credente? Proviamo. La Settimana santa invita
ad immergersi nel mistero del dolore umano e della morte in una prospettiva
di speranza. Il dolore e la morte non vengono negati attraverso forme di
stordimento, né vengono subiti stoicamente. Il Cristo li svuota
del loro carattere definitivo e fatale attraverso un cammino difficile
e doloroso. E' un cammino che va oltre i confini imposti dalla religione,
dall'etica, dalla legge, dal buon senso. E' una condivisione della condizione
umana "anomala" (pensiamo alla Samaritana) che riporta al centro la persona
e le sue speranze. E' un cammino che ha come unico criterio la fedeltà
a Dio e l'amore, l'apertura verso l'altro. E' quindi un cammino di liberazione
che nasce ed esalta la fede non al di fuori, ma al di là della religione
con tutti i suoi apparati. Credo che tutto questo significhi qualcosa per
noi oggi, per le nostre polemiche, per le nostre ricerche. Ma sta a ciascuno
trarre le proprie conseguenze.
beppe scapino