Sono i temi consueti che movimentano
la scena politica. Politica economica, fenomeni migratori, integrazione
europea. Le posizioni in campo sono sempre più spesso in contrasto
vicendevole.
UN FOTOGRAFO
UCCISO L'uccisione del fotografo italiano
Raffaele Ciriello da parte dell'esercito israeliano in Palestina conferma
l'asprezza con la quale è condotta la guerra in quella terra. Le
cronache dicono che già in precedenza c'erano state azioni pericolose
contro rappresentanti dell'informazione. Non si è trattato di una
fatalità, pertanto, ma di un avvertimento per eliminare testimoni
della rappresaglia.
LAVORO O LICENZIAMENTI? Il governo ha scelto la linea dura,
confindustriale per la riforma dell'articolo 18. Sta ora ponendo in atto
un'opera tesa a dimostrare che questa modifica mira a rendere più
agevole la possibilità di creare posti di lavoro, anche perché
il fronte sindacale sta superando le proprie divisioni ed è sostenuto
dalla minoranza. Sono necessarie alcune considerazioni. La prima è
che nessuna legge ha un potere miracoloso. Spesso l'efficacia dipende da
molte condizioni. Così si spiega il fallimento per alcune misure
adottate dal governo: la legge per il rientro dei capitali dall'estero
è stata prorogata senza benefici; pochi hanno chiesto l'aumento
della pensione inferiore a un milione di lire, anche perché rischiano
di pagare tasse più forti dell'aumento ottenuto; il lavoro sommerso
continua a rimanere tale nonostante la sanatoria. Pertanto non si può
porre nessun rapporto meccanico fra modifiche dell'articolo 18 e assunzioni
in imprese di 15 dipendenti. In secondo luogo bisogna meditare su ciò
che scrive La Stampa del 18 marzo: le imprese in questi ultimi anni hanno
goduto di condizioni favorevoli, ma con risultati modesti per quanto riguarda
la crescita economica, l'occupazione non precaria, i redditi da lavoro.
L'economia italiana è passata dalla competizione con Paesi come
la Germania alla concorrenza con la Romania. (l'articolo è di Alfredo
Recanatesi: "Sostegno alle imprese e minor tutela agli addetti"). In terzo
luogo in Italia non ci sono gli ammortizzatori sociali esistenti in altri
Paesi europei, per cui la flessibilità invocata assume un altro
peso. Queste premesse giustificano la durezza delle reazioni sindacali,
altrimenti sproporzionata.
IMMIGRAZIONE Nonostante la legge Bossi - Fini
continuano a giungere in Italia immigrati clandestini. Il fatto è
che non si tratta in primo luogo di un problema di leggi più o meno
dure. Per molte popolazioni emigrare è un problema di sopravvivenza
per condizioni che la globalizzazione, così come è regolata,
accentua. Sottolineare le misure repressive potrà favorire tragedie
come quella avvenuta al largo di Lampedusa ma non impedirà i tentativi
di sbarcare in Italia. Operare per diversi rapporti economici e politici
internazionali; elaborare una cultura dell'accoglienza; reprimere i trafficanti.
Sono forse le uniche strade da percorrere perché queste migrazioni
avvengano con il minor costo umano.