L'ultima domenica dell'anno liturgico
è destinata alla Caritas diocesana. La ricorrenza merita alcune
considerazioni. Non vorrei sottolineare troppo i meriti indiscutibili della
Caritas, nei suoi diversi livelli, per quanto concerne l'efficacia e la
puntualità degli interventi in numerose situazioni di bisogno, sia
ordinarie, sia straordinarie. Si tratta di un'azione che si muove sulla
linea dei tradizionali interventi caritativi. Mi pare che il progetto della
Caritas non rinneghi, ma superi il metodo dell'elemosina. Infatti in esso
noi troviamo in primo luogo l'obiettivo di far emergere le povertà
nascoste del nostro tempo, di dar loro voce. In secondo luogo mira ad una
presa di coscienza, all'interno della Chiesa e della società civile,
dell'esistenza di queste povertà. Ed è una presa di coscienza
personale, ma anche culturale, politica. Infine stimola all'azione per
risolvere le situazioni concrete, ma anche per colpire le strutture che
le generano sul piano culturale, politico, legale. E questo è nuovo.
beppe scapino