IVREA – TRA ASPRE POLEMICHE E
PROPOSTE. CHIAMATI IN CAUSA MAGISPO, AMBIENTALISTI
E VALLE D’AOSTA
Un duro faccia a faccia tra
i sindaci e il ministro Nesi
IVREA - Rabbia, polemiche,
ma anche proposte e tanta voglia di mettersi all'opera. E' quanto hanno
manifestato una cinquantina di sindaci dell'eporediese, che venerdì
scorso hanno incontrato in municipio a Ivrea il ministro ai Lavori Pubblici,
Nerio Nesi, nella prima tappa della sua visita canavesana. Da quell'incontro
è poi nato un gruppo di lavoro, che seguirà da vicino ogni
passo della ricostruzione, ma soprattutto della realizzazione dei progetti
per evitare in futuro simili catastrofi.
"In questa zona abbiamo
tre problemi fondamentali da affrontare e risolvere - ha spiegato il sindaco
di Ivrea, Fiorenzo Grijuela -. Il primo, più importante, è
l'assetto idraulico del territorio, con opere per 200 miliardi: un intervento
necessario fin dall'alluvione del '93, ma che soltanto pochi giorni fa
è stato approvato dal Magistrato del Po". Collegato a questo, c'è
il problema dell'autostrada A5 e della bretella per Santhià, due
autentiche barriere che bloccano il deflusso delle acque. "E poi c'è
la ferrovia - ha continuato Grijuela -, di cui la Valle d'Aosta sarà
privata a lungo. Spendiamo bene i soldi degli interventi, non facciamo
opere alle quali si dovrà poi nuovamente mettere mano".
La necessità di
passare all'azione è stata evidenziata soprattutto dai sindaci dei
Comuni intorno a Ivrea, quelli che hanno subìto i danni peggiori.
"C'è gente - ha commentato Elio Ottino, di Salerano - che per la
terza volta in 7 anni ha avuto tutto distrutto. Sono stanco di vedere i
miei compaesani piangere, vogliamo vedere i fatti". Le tesi di Ottino,
che auspica l'avvio delle opere per il nodo idraulico della Dora, sono
state approvate anche dai sindaci di Banchette, Pavone e Samone. Salvatore
Zagami, primo cittadino di Fiorano, auspica però che si lavori per
un intervento globale, e non una arginatura parziale: "In questo caso l'acqua
che si toglie a Ivrea, Banchette e Salerano andrà a distruggere
i centi abitati di Samone e Fiorano".
Dai Comuni di Montagna
(Andrate, Nomaglio e Traversella) è arrivata la proposta di creare
un'agenzia dotata di personale, ma soprattutto di propri fondi di bilancio,
in modo da intervenire sulle piccole emergenze del territorio: dalla pulizia
dei fossi alla gestione dei boschi e dei rii. Fausto Francisca, sindaco
di Borgofranco, ha invitato anche i suoi colleghi ad una più attenta
politica di gestione del territorio: "Non si devono più ripetere
gli errori successivi ai disastri del '93 e del '94, quando si ricostruì
in zona che erano state allagate".Critiche e polemiche sono emerse anche
nei riguardi di Regione e Provincia. "Il Genio Civile - è stata
la protesta di Vilmo Chiarotto, di Montalto - mi tiene bloccato da ben
5 anni il progetto di rifacimento della diga del lago Pistono". Si è
scagliato contro l'amministrazione di Palazzo Cisterna, invece, il sindaco
di Tavagnasco, Eligio Morello. "Molte delle opere previste dopo i disastri
del '93 e del '94 - ha detto - non sono mai state eseguite, e questo per
colpa di qualche funzionario della Provincia". Sotto accusa anche Verdi
e ambientalisti in genere, che avrebbero fatto di tutto per impedire la
realizzazione di quegli interventi che, a giudizio dei sindaci, avrebbero
impedito gran parte dei disastri. Come pure non sono mancate le polemiche
verso la Valle d'Aosta: "Ha sempre operato per conto suo, ma siamo noi
a subirne le conseguenze".
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