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La Nota Politica
 
         
     
    In Italia la vita politica vive ormai da tempo in clima elettorale. Oltre i temi, spesso forzati e pretestuosi, delle vicende nostrane è utile analizzare anche avvenimenti che ci toccano direttamente come appartenenti all'Unione Europea.
     
    AZNAR E IL POPOLARISMO
    Il leader spagnolo Aznar progetta di trasformare l'Internazionale dei Partiti Popolari in una Internazionale dei partiti di centro. E' un progetto che ha buone probabilità di riuscita. Quale è il senso dell'operazione? Si tratta di abdicare dall'intento originario che riuniva i partiti laici ad ispirazione cristiana sostituendolo con la convergenza dei partiti moderati, liberisti. E' il passaggio da un riformismo solidaristico ad un conservatorismo. L'entrata dei Conservatori inglesi e di FI nel gruppo parlamentare popolare a Strasburgo aveva già preparato la mossa. Mi pare che così la tradizione del popolarismo rischi di sparire alimentando però dei malintesi.
     
    LE ELEZIONI IN BELGIO
    Anche in Belgio cresce il successo dei movimenti nazionalisti, xenofobi. Mi pare che il processo non vada visto con superficialità. Il crescere di questi movimenti di destra costituisce oggi il maggior pericolo per un'Europa che voglia crescere democratica. Non è demagogia di conseguenza sottolineare la presenza di atteggiamenti xenofobi e razzisti anche in altri movimenti europei, compresi quelli italiani come parte della Lega.
     
    CIAMPI E L'8 SETTEMBRE
    Il discorso di Ciampi che rivaluta l'8 settembre come data che ha permesso di riappropriarsi del concetto di patria  è importante. Un revisionismo diffuso infatti sostiene che la Resistenza ha indebolito il senso di appartenenza alla nazione per esaltare fazioni o internazionalismi. In effetti l'8 settembre ha messo a nudo l'idea fascista di patria ma ha creato le basi per un concetto democratico di una patria non guerrafondaia e pacifica.
     
    RIFORMA ELETTORALE ADDIO?
    Tutti sono d'accordo sul fatto che l'attuale legge elettorale non favorisce né una maggioranza sicura né la stabilità dei governi. Eppure è impossibile fare una nuova legge elettorale. Il problema di fondo è che i due schieramenti mirano non ad una legge giusta ma a una favorevole. Il tutto è aggravato da temi scottanti come il conflitto di interessi e dall'esistenza di partiti marginali ai due poli che mirano ad una legge che non li faccia sparire. L'aspetto paradossale è che tutto lascia prevedere che il futuro Parlamento vivrà le stesse attuali contraddizioni.
     
    ELEZIONI QUANDO?
    Il Polo insiste perché  Ciampi sciolga il Parlamento subito dopo l'approvazione della Finanziaria. La fretta è dettata dal timore che gli effetti della Finanziaria possano spostare una parte dell'elettorato. Interesse legittimo, ma non sufficiente per creare nuove regole. Il Presidente della Repubblica è chiamato a sciogliere il Parlamento quando questi non ha più una maggioranza in grado di governare, non quando lo desidera Fini.
     
    beppe scapino

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