IVREA - 330 DETENUTI, MA I POSTI
SAREBBERO SOLO 170
La casa circondariale:
qualche dato che può far riflettere...
IVREA - “Le mura delle carceri non cingono
il vuoto. Fra esse vive un intero universo; il vuoto è fuori, nell’indifferenza”.
(da “Uomini oltre le sbarre” di Gianni Caso).
Come ormai è stato
annunciato da tutti i giornali, domenica 9 luglio verrà celebrato
il Giubileo delle carceri nel mondo. E’ un evento che ha fornito l’occasione
di molte riflessioni, sia all’interno del carcere che fuori, e che ha suscitato
anche molte speranze, attese e discussioni. Volutamente non siamo mai entrati
nel merito delle discussioni su amnistia e indulto, e non lo faremo neppure
oggi.
Vogliamo invece dare ai
lettori una rapida informazione sulla situazione relativa al carcere di
Ivrea, nella convinzione che il semplice esame di questi scarni dati possa
fornire notevole occasione di riflessione al lettore attento. Aggiungiamo
che sarebbe per noi molto importante se qualcuno ci volesse rispondere,
o ci ponesse domande o anche ci criticasse: è l’indifferenza infatti
la cosa più scoraggiante per tutti quanti, a qualsiasi titolo,.
vivono o lavorano oltre quelle mura.
ALCUNI DATI STATISTICI
Premesso che i numeri relativi
alla situazione carceraria sono approssimativi, perchè soggetti
a variazioni quotidiane, il numero di detenuti oggi in Italia è
di circa 53.000, di cui circa 3.900 in Piemonte. Di questi ultimi, il 96,31%
sono uomini e il 3,69% sono donne; inoltre, sempre in Piemonte, circa il
35% hanno problemi di tossicodipendenza e circa il 40% sono stranieri.
Il carcere di Ivrea è
stato inaugurato nel 1980, con una capienza di 150-170 posti; attualmente
ospita circa 330 persone.
Di queste, quasi la metà
sono stranieri, perlopiù senza supporto familiare; circa 120 sono
“giovani adulti”, cioè dai 18 ai 25 anni; più o meno la metà
è in detenzione cautelare o in attesa di giudizio definitivo; e
circa 120 hanno problemi di tossicodipendenza, ma solo 22 sono in sezione
a vigilanza attenuata. Pochissimi (circa 6 all’anno) usufruiscono dell’art.
21, che consente il lavoro esterno presso i cantieri comunali, e ancora
meno usufruiscono del regime di semilibertà.
Rispetto alla popolazione
detenuta, quelli interessati al lavoro sono una minima percentuale: oltre
agli addetti ai lavori domestici (una trentina circa a rotazione, che percepiscono
un salario minimo) solo pochissimi possono lavorare, e cioè 9 presso
la Cooperativa interna “Il Gabbiano” e 4-5 presso la tipografia interna.
Per la quasi totalità, il lavoro rappresenta l’unica fonte di reddito
per i propri bisogni (e spesso anche per la famiglia rimasta a casa).
All’interno sono inoltre
organizzati due corsi di formazione gestiti dal Centro di Formazione Professionale
Regionale (a cui possono accedere circa 25 detenuti in totale), una classe
di scuola elementare (con 20 posti circa) e alcuni corsi gestiti dagli
Assistenti Volontari. Attualmente due detenuti sono iscritti all’Istituto
Tecnico per Geometri e uno alla facoltà di Legge. Il numero dei
detenuti, soprattutto stranieri, che chiedono di frequentare la scuola
(corso di alfabetizzazione o 150 ore di scuola media) è molto elevato.
Quanto al personale di
custodia, gli agenti in servizio (compresi gli addetti a mansioni amministrative
o al trasporto dei detenuti) sono circa 180; ogni turno di servizio occupa
circa 80 di loro. D>ue soli educatori operano all’interno del carcere.
Presso la Casa Circondariale
di Ivrea presta inoltre la propria opera gratuita un gruppo di volontari
(7 in art. 78 e alcuni altri con interventi specifici e in orari limitati),
che svolge azione di sostegno morale e materiale, collaborazione per le
attività culturali, ricreative e sportive, preparazione al reinserimento
sociale e opera di sensibilizzazione sul territorio.