La vita politica prosegue fra polemiche,
forzature e proposte che appaiono perdenti fin dal nascere. Un aspetto
inquietante di questa fase politica è rappresentato dal sostanziale
disprezzo che viene dato alla Costituzione. Eppure è la Costituzione
il fondamento di ogni sistema politico e sociale.
LA COSTITUZIONE
Ciò che distingue la democrazia
dai sistemi totalitari o autoritari non è il voto, ma è il
fatto che il potere è legittimato e controllato da un patto sottoscritto
da tutti, maggioranza e minoranza. Questo patto è la Costituzione.
Pertanto introdurre criteri diversi - l'elezione diretta da maggior autorità
rispetto ad un'elezione parlamentare, ad esempio - indica un atteggiamento
pericoloso e un'ignoranza riguardo alle regole di una democrazia.
LA VITA DELLE COALIZIONI
Prosegue intanto la crisi del centro-sinistra
con i partiti di centro sparsi e i DS tentati di far pesare il loro peso
elettorale. Manca sia una seria analisi della società italiana in
questa fase, sia l'elaborazione di un programma da proporre all'elettorato
e che costituisca il criterio per la scelta di un leader. Il presidente
Amato ha ragione di lamentarsi per le continue proposte di leader virtuali
ma non può pretendere che questo ruolo sia suo di diritto. Il centro-destra
invece continua a vivere una fase euforica. Convinto di vincere largamente
le prossime elezioni politiche pone il veto ad ogni tentativo di riforma
per avere le mani libere quando sarà al potere. Berlusconi sembra
voler allargare le componenti dell'alleanza - anche Mastella sarebbe pronto
a rientrarvi - ma forse non si rende conto dei rischi di questa tattica.
Oggi le destre sono avvantaggiate dall'essere minoranza e possono celare
le loro contraddizioni. Ma non sarà sempre così.
LE REGIONI DEL NORD
Le regioni del Nord hanno iniziato un'azione
di coordinamento che ha tutto il sapore di mirare ad una politica di fatto
secessionistica. In primo luogo va ridimensionata la richiesta di devolution.
Il nord italiano non presenta l'unità politica, sociale e culturale
di una Catalogna o di una Scozia. In secondo luogo le Regioni non hanno
potere di cambiare l'ordinamento dello Stato, non sono il Parlamento. In
terzo luogo il Coordinamento delle regioni del nord appare più come
la volontà delle regioni ricche di disinteressarsi di quelle più
povere. Il rischio è di creare situazioni conflittuali allargando
la forbice fra zone ricche e zone povere del Paese. Il Polo in questa iniziativa
si avvantaggia però per l'immobilismo della maggioranza.
UNA COSTITUENTE?
Il presidente del Senato Mancino ha
proposto un'Assemblea costituente per poter giungere alla riforma della
seconda parte della Costituzione. E' una proposta che nasce dalla coscienza
dell'impotenza del Parlamento. Forse però non tiene conto che l'impotenza
del Parlamento è frutto delle scelte delle forze politiche abituate
a ragionare più sulla base delle convenienze che su quella del bene
comune
beppe scapino
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