Il mondo politico ancora una volta è
in fase di fibrillazione. L'esito delle elezioni suppletive e, soprattutto,
la questione giustizia infiammano gli animi e rendono difficile realizzare
un confronto politico aspro ma corretto.
VITTORIA DEL GOVERNO?
Le elezioni suppletive in cinque collegi
hanno riconfermato i candidati della maggioranza. E' una vittoria reale,
nonostante le percentuali dei voti favorevoli siano calate. Bisogna considerare
che domenica non c'era più la desistenza di RC. E' una vittoria
che non può però essere esaltata con toni trionfalistici.
Rimangono infatti le contraddizioni all'interno della maggioranza (Ulivo
o Centro-sinistra; Parisi o Cossiga; ecc.). Se non vengono risolte con
serietà e in tempi brevi, il futuro della coalizione è negativo.
E IL POLO?
Il Polo ha subito una sconfitta, soprattutto
se si tiene conto delle attese della vigilia. Credo che però venga
sconfitto un atteggiamento che spesso il Polo assume. Cioè quello
dello scontro demagogico e aprioristico. E' un atteggiamento che abbiamo
constatato in diverse occasioni. Sul tema dell'ordine pubblico. Sull'immigrazione.
Sulla giustizia. Oltre tutto è un atteggiamento che è pericoloso
per il futuro, qualora dovesse passare dall'opposizione al governo.
L'ASTENSIONISMO
Intanto vince anche l'astensionismo.
I motivi sono diversi. E' una conseguenza tipica di un sistema che tende
ad essere bipolare. E' sfiducia nella politica. E' anche frutto di polemiche
esasperate. Rimane però il segno di una democrazia che poggia su
di un consenso debole. Questa annotazione credo valga per tutto l'Occidente.
ANCORA SULLA GIUSTIZIA
Un nuovo rinvio a giudizio per l'on.
Berlusconi e si riaprono aspre polemiche. Berlusconi e il Polo accusano
una parte di Magistratura di essere politicizzata e usano toni pesanti
"cancro". Le risposte della maggioranza e di magistrati non si fanno attendere.
Sono polemiche fatte più di accuse generiche che di approfondimenti
e di fatti.
CIAMPI
Terminate le elezioni di domenica interviene
la Presidenza della Repubblica. In sostanza mi pare dica due cose. La prima
è che è lecito criticare l'operato di un magistrato. La seconda
è che non è ammissibile delegittimare l'istituzione giudiziaria.
Un intervento che dovrebbe essere "banale" in un paese normale.
GIUSTIZIA E POLITICA
Mi pare che la sudditanza della giustizia
alla politica fosse molto più forte nel passato. E quella sudditanza
ha favorito la corruzione politica ed economica. In ogni caso è
possibile che un magistrato si lasci guidare da pregiudizi politici.
Ma questo va dimostrato e non solo denunciato in termini qualunquistici.
D'altronde è difficile pensare che un Di Pietro fosse al servizio
delle sinistre. Il suo ingresso nell'Ulivo è frutto dell'insipienza
di un Polo troppo appiattito sugli interessi privati del suo leader.
beppe scapino
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