London Canoe Slalom
Invitational
28-31 Luglio 2011
London Prepares Series 2011. Questo è il titolo che il
Comitato Olimpico Inglese ha dato alle manifestazioni
preolimpiche per la verifica della messa a punto dei nuovi
impianti e dell’organizzazione generale.
Quelle di Slalom si sono svolte nel nuovo e modernissimo
impianto di “Lee
Valley White Water Centre”, costruito a pochi
chilometri da Londra.
Ad una osservazione superficiale il campo di gara non sembra
molto differente dai tradizionali percorsi artificiali ma, con
una più attenta analisi, si possono cogliere le più importanti
innovazioni introdotte su questo canale.
Innanzi tutto il trattamento dell’acqua che viene filtrata da
un potente sistema che la rende praticamente potabile. Il
canale assume così un colore cristallino che lo rende simile
ai nostri torrenti carsici.
Credo che tanta attenzione sia determinata dalla particolare,
esasperante attenzione che gli Inglesi hanno per la sicurezza
e, poiché l’impianto verrà destinato a “parco acquatico” (non
solo canoa ma rafting, hydrospeed, ecc), è molto probabile che
la dichiarazione di “balneabilità” preveda questi
accorgimenti, come si fa per una piscina.
Un'altra differenza che salta subito all’occhio è la
tipologia di costruzione degli ostacoli, assemblabili in modo
molto strutturato ed ancorati al fondo su speciali binari che
permettono il posizionamento in qualsiasi punto del canale. Le
sponde in cemento sono poi leggermente inclinate e questo
attenua nelle morte quel noto fenomeno di variazione del
livello, tipico dei percorsi artificiali, che molte volte può
favorire o danneggiare i concorrenti. |
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A detta degli atleti il canale è molto impegnativo (ma molto
meno di quello di Pechino 2008).
Gli “International Technical Officials” sono ospiti del
Comitato Olimpico Inglese (LOCOG). Il volo, da loro organizzato e
prepagato, mi porta all’aeroporto di Gatwick al sud di Londra,
dove mi attende un autista che mi trasferirà con un lungo viaggio
ai nostri alloggi presso l’università di Hertforshire ad
Hatfield a circa 27 kilometri dal campo di gara.
Una sistemazione molto confortevole in una struttura che
ospita anche tantissimi giovani studenti (quanti italiani !) in
viaggio studio. Presso questa struttura avremo a disposizione una
grandiosa colazione e la cena, mentre il pranzo verrà organizzato
presso il campo di gara.
Gli impianti dell’università sono bellissimi e abbiamo a
disposizione piscina e palestre. Ma non ci sarà ovviamente molto
tempo a disposizione per poterne usufruire.
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I
colleghi sono già arrivati tutti e li incontro al ristorante
dove Jacky Brookers (una collega Inglese che si
occuperà della nostra assistenza) mi invita a recarmi prima
della improcrastinabile chiusura, ma non prima di avermi
passato le prime sommarie informazioni.
Il gruppo scelto dall’I.C.F. è oramai consolidato e
praticamente sono presenti gli stessi arbitri dell’ultimo
campionato del Mondo in Slovenia.
Il 27 luglio, un bell’autobus a due piani, rigorosamente
rosso, ci aspetta alle 10 sul piazzale per portarci a Lee
Valley. Nei giorni successivi però l’orario sarà meno
“riposante” e partiremo dal Campus sempre verso le sette.
La mattinata viene dedicata alla visita guidata degli
impianti e ai primi meeting con il Chief Judge (indovinate un
po’…Jean Michel Prono !) e con l’australiana Sue
Natoli in questa occasione assistente del Chief Judge.
Non ci metto troppo a prendere contatto con il servizio di
sicurezza: appena mi avvicino al canale per fare qualche foto,
un deciso energumeno mi richiama all’ordine (peraltro ben in
vista su specifici cartelli) invitandomi ad indossare il
salvagente prima di sorpassare l’area delimitata ai bordi del
canale.
Visitiamo il nuovo impianto dove è previsto anche un piccolo
altro canale per il riscaldamento. Davvero una bella
scenografia.
Ci portano poi a vedere le gigantesche pompe, i filtri e gli
spazi dedicati alle squadre.
Tutto bello, tutto in ordine ma sicuramente ancora ben
lontano dall’atmosfera olimpica. Hanno il tempo per
migliorare.
Più tardi insieme a maglietta e giacca impermeabile ci
forniranno anche di un capace salvagente che dovremo indossare
durante tutto il periodo di gare. |
Fischietto, palette e cartellina completano l’abbigliamento;
tutto da restituire rigorosamente al termine delle gare, anche il
fischietto "sputazzato".
Intanto attorno al canale squadre mediche ripetono fino allo
sfinimento manovre di assistenza e pronto soccorso, trasportando di qua e di
la un malcapitato immobilizzato su di una barella.
Durante la riunione ufficiale ci vengono
assegnate le
postazioni e definiti i gruppi. Mi viene assegnato l’incarico di Trasmission Judge al settore 5 che raggruppa le porte 14-15-16.
programma olimpico vero e proprio) le pagine sono più di 100.
Il divertimento per la serata, come di consueto, è assicurato.
Poi dei moduli in doppia copia singoli finiranno le scorte
(!?) e per le fasi di qualifica verrà usata una fotocopia singola
con tre atleti e per le finali si ritornerà a fotocopie singole di
quella con un solo atleta.
Scelta davvero inspiegabile perché le staffette che
raccoglievano i foglietti non passavano ad ogni atleta.
Alla fine è filato tutto liscio anche con una copia sola e
questo fa riflettere sulla necessità di avere sempre una copia
anche per il giudice.
Una scelta di questo genere, anche a livello nazionale,
potrebbe evitare la stampa dei nostri blocchi e si potrebbe
operare con semplici fotocopie. A questo punto, per deformazione
professionale, ho subìto colto la possibilità di automatizzare la
stampa dei moduli con un semplice programmino di “mail-merge”.
L’ho suggerito a Sue Natoli e sarebbe un bel risparmio di
tempo e di lavoro per noi giudici. L’I.C.F. ha concordato, vedremo
che se ne farà.
Anche la collega che seguiva in segreteria le verifiche delle
penalità sulla base dei nostri resoconti non era molto contenta
della marea di carta che le veniva mollata sul tavolo.
Più volte nel corso delle riunioni siamo stati invitati a
compilare bene i moduli perché era davvero difficile ricostruire
le serie dei passaggi.
Nella sala che ci accoglie sul campo di gara abbiamo a
disposizione frutta, spuntini, caffè, thè e bibite e possiamo
pranzare con i “boxed lunch” che vengono consegnati a tutti i
presenti sul campo di gara.
Nel pomeriggio vengono posizionate le porte e assistiamo alla
discesa di approvazione del percorso verificando i nostri punti di
osservazione. Devo discutere un po’ con la ceka Lenka Roleckova
(figlia d’arte della più nota mamma) che ha una visione molto
personale sul punto migliore per verificare la porta 16 in
risalita. Poi si adeguerà, quando il posto preciso di
posizionamento glielo indica mister Prono.
Una volta approvato il percorso (vengono apportate due
piccole variazioni) possiamo assistere alla discesa di alcuni
atleti per una prova generale ufficiale.
Sono presenti 30 nazioni e, come già detto, gli atleti
iscritti dovranno guadagnarsi la partecipazione al “test event”
con una gara di eliminazione che determinerà il numero esatto di
concorrenti alle fasi di qualifica, semifinale e finale.
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Difatti il programma olimpico prevede (ad esempio per i K1)
che dopo la prima prova di qualifica solo 15 dei 21 partecipanti
passano alla fase successiva di semifinale. Ed infine si passa
alla fase finale con i classici 10 concorrenti.
Le giornate del 28 e 29 luglio saranno dedicate a queste fasi
eliminatorie.
Le mie porte non sono assolutamente impegnative al punto tale
che Prono sente il dovere di giustificarsi per il mio “sotto
utilizzo”, informandomi che la mia postazione diventerà però molto
più difficile per le fasi successive.
Nel corso delle due giornate vengono cambiati i colleghi
nella mia postazione in quanto sono da rinforzare altre postazioni
dove avvengono episodi dubbi e da verificare con maggiore
attenzione.
Le giornate sono lunghe ed impegnative ma, grazie anche ad un
tempo clemente che ci assicura anche qualche ora di sole
splendente, passano abbastanza in fretta.
Ogni sera, de-briefing con
dettaglio statistico degli
avvenimenti della giornata e visione dei filmati delle penalità
che sono state oggetto di revisione da parte del giudice in sala
video.
Molto interessante questa fase di formazione anche se le
discussioni sulle scelte fatte dal Chief Judge sulla base del
video sono state molto spesse contestate.
Sulle mie porte nessun problema serio.
Gli atleti italiani si sono bene comportati. Passano tutti i
K1 e bella gara per Angela Prendin che termina la sua prova fra le
migliori. Restano fuori solo le canadesi. |
Per le fasi di qualifica, di semifinale e finale che iniziato
sabato 30 luglio, il percorso viene ridisegnato e sembra
decisamente più impegnativo. Le porte del mio settore (sempre
14-15-16) sono spostate tutte più in su e per poterle vedere bene
dovrò stare ad una ventina di metri dal nostro gabbiotto.
Al termine di ogni singolo passaggio mi porto al gabbiotto,
registro le mie penalità, verifico cosa ha scritto Alison e me
torno al mio posto di osservazione.
La porta più impegnativa per noi è la 14 in risalita dove
viene posizionata la collega russa Tatiana Koperina.
Ci danno una mano i colleghi delle postazioni precedenti e
successiva soprattutto per valutare i 50 punti.
Mi sembra che potremo avere problemi sui passaggi di testa
alla 14 e alla 16 che è una porta sky, ma alla fine anche per
questa gara il percorso non risulterà molto impegnativo.
Seguo con molta attenzione dalla mia nuova posizione bene
tutte e tre le porte e mi confronto con i classici segni con
Brian, poi con Tatiana ed infine con Rien, tutti e tre dall’altra
parte del canale.
La giornata scorre senza gravi problemi. Viene solo
modificato un giudizio sulla porta 15 in risalita per un 50 non
visto ne da me ne da Tatiana ed invece valutato da penalizzare da Eric Lokken
che controllava i passaggi in video.
Vanno in semifinale Molmenti (2°) e Giovanni De Gennaro.
Fuori Raiba e Prendin.
Per le finali, domenica 31 luglio, c’è molta tensione anche
se è solo una gara di test. Prono insiste per una compilazione più
corretta dei moduli e richiede che vengano inserite più
informazioni nella descrizione dei tocchi o dei salti porta.
Spiega difatti che nel presentare ai Team Leader i nostri fogli a
giustificazione delle penalità assegnate, l'illustrazione viene maggiormente
accettata se è presente anche una breve descrizione a
rafforzamento della semplice crocettatura del tocco.
Mi è sembrata una corretta osservazione e ho cercato di
adeguarmi, ovviamente non ripetendo la parte del corpo o della
canoa che aveva toccato, ma cercando di spiegare se il tocco era
avvenuto entrando o uscendo dalla porta, dall’interno o
dall’esterno.
Oggi con Tatiana le cose non vanno tanto bene. Continua a
vedere piccoli tocchi sulla 15 che io non vedo assolutamente:
devono essere davvero delle sfiorature. Ma tant’è, lei è meglio
posizionata. E’ allora scrivo sul modulo che io non l’ho vista ma lei si.
In un paio di casi succede il contrario per piccoli tocchi
visti da me e non da lei. In uno addirittura Prono, che passava di
li, mi ha fatto un cenno di apprezzamento con il pollice in su.
E’ nelle fasi finali del K1 che riusciamo a creare un po’ di scompiglio per una
penalità prima non data e poi corretta dopo che l’atleta era già
arrivato. Cosa che non deve mai succedere, soprattutto in una
finale e con la presenza della diretta TV.
E’ successo che sulla porta 16 in un primo momento Tatiana mi
segna un passaggio corretto così come l’ho visto io. Mi porto al
gabbiotto e Alison mi dice che secondo lei alla 16 c’era un 2. Mi
rigiro verso Tatiana e vedo che anche per lei ora è un due,
piccolo ma c’è. Me lo spiega a cenni accarezzandosi lievemente il
viso con cui l’atleta dovrebbe aver toccato.
Chiedo ad Alison di correggere immediatamente sul computer,
ma il concorrente nel frattempo è già arrivato e non è più
possibile. Alison telefona e richiede la modifica.
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Immancabile a questo punto la visita di Prono a verifica di
quanto successo. Spiego e mi scuso per l’accaduto anche se non
credo di avere tutto il torto. Ma alle Olimpiadi cose del genere
non devono succedere ! Dice Prono.
Stranamente da quel momento Prono si posiziona dietro a
Tatiana e controlla tutti i passaggi.
Ci spiegherà poi al de-briefing che si è inventato un nuovo
modello di verifica e di formazione.
Resta il fatto che per due penalità di quelle piccole che io
non vedo e date invece da Tatiana, con un certo nervosismo,
interviene e le fa cancellare.
La mattinata prevede K1 uomini e C1, semifinale e finale
mentre nel pomeriggio si sarebbero disputati K1 donne e C2.
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Sul tabellone vedo che Molmenti, che ha il miglio tempo di
gara, ha preso un 50 e resta escluso, mentre De Gennaro ha fatto
un garone ed è sesto in semifinale con tempi di tutto rilievo.
Poi in finale anche per De Gennaro un discusso 50 lo relega
all’ultimo posto.
Al termine delle singole gare si svolge sul prato innanzi a
noi la cerimonia di premiazione, con gli inni ma senza l’alza
bandiera e con l’utilizzo di un piccolo podio misero, misero.
Vabbè sono solo prove, ma fa un certo effetto. A
Pechino per
il test event nel 2007 avevano fatto ben altro.
Alla fine della giornata, ultimo incontro con la giuria.
Statistiche, informazioni, visione dei video della giornata ed
infine premiazione del trofeo “Chamois” (pelle di daino),
assimilabile allo “Sponge Trophy” dei campionati del mondo che chi
ci segue nelle nostre relazioni ha già avuto modo di conoscere
tramite i precedenti scritti, ma in questo caso riferito alle
manifestazioni di tipo olimpico.
Si tratta di premiare il giudice con le migliori prestazioni
“fuori standard”, in sostanza che ne ha combinate di più. Viene
assegnato al brasiliano Andrè Behs. A Pechino lo avevo
immeritatamente vinto io: ci facciamo una foto ricordo insieme.
Si rientra infine a Hertfordshire. La maggior parte di noi
difatti partirà solo il giorno seguente e a cena ci sarà ancora
occasione di parlare delle giornate trascorse insieme e dei futuri
impegni.
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Ed è in questa occasione che incontro un arrabbiatissimo
Molmenti che mi confida tutta la sua amarezza per il 50 punti che
gli è stato assegnato in semifinale in modo assolutamente
arbitrario.
Non ne sapevo niente perché alla riunione si era fatto
riferimento ad alcuni episodi ma senza citare gli atleti
coinvolti.
In buona sostanza la richiesta di verifica tramite filmato
della penalità assegnata all’atleta italiano non aveva dato frutto
perché proprio su quella porta avveniva lo split fra due
telecamere ed il passaggio della porta era incompleto. Il Chief
Judge (che con l’uso del filmato aveva variato diverse penalità
nel corso delle giornate di gare) non ha potuto far altro che
attenersi al giudizio del giudice di porta che aveva visto la
testa non completamente nella porta.
Molmenti sui suoi blog ha commentato duramente l’operato dei
giudici ed ha anche pubblicato un video da cui sembrerebbe avere
assolutamente ragione. Ve lo proponiamo, anche se per dare un
giudizio corretto bisognerebbe essere posizionati così come era il
giudice che lo ha assegnato.
Si parte. Saluti rapidi e poco formali: fra poco più di un
mese ci rivediamo tutti a Bratislava per i Campionati del Mondo.
Giuseppe D'Angelo |