CAMPIONATI MONDIALI CANOA SLALOM

LJUBLIJANA (Slovenia) - 7 /12 settembre 2010

 

Annata difficile per le importanti competizioni internazionali di Slalom ! Anche a Tacen in Slovenia in occasione dei Campionati del Mondo, come già successo a giugno a Bratislava per gli Europei, il programma delle gare ha dovuto essere pesantemente rivisto a causa della piena del fiume Sava che ha sommerso il percorso artificiale.

 

Tuttavia, grazie a tempestive e precise manovre sugli sbarramenti a monte del campo di gara, la sospensione ha riguardato solo giovedì, giorno di massima piena e venerdì mattina. In queste giornate la Sava è stata lasciata libera di scaricare a valle tutta la pioggia raccolta nei giorni precedenti per poi tornare ad essere imbrigliata in orari stabiliti e consentire così agli organizzatori di ripianificare il calendario delle gare. Ci ha rimesso solo la competizione a squadre che, gioco forza, si è svolta solo con una manche di finale e poi, ovviamente, noi giudici che abbiamo dovuto allungare la nostra permanenza sul campo di gara oltre ogni normale, accettabile impegno.

 

E’ stata durissima, domenica sera abbiamo lasciato il campo di gara alle 19.

Questa edizione dei Campionati del Mondo, che ha portato grandi soddisfazione alla nostra Federazione, mi è sembrata svolta un po’ sotto tono. Forse per via dell’inizio sotto la pioggia ed il fango, oppure per via dello scenario degli impianti, ben diverso dai tradizionali parchi in cui sono posizionati i campi di slalom artificiali, oppure per l’organizzazione che, per quanto ha riguardato il gruppo arbitrale, è risultata un po’ approssimativa.

Anche le nazioni partecipanti mi sembrano un po' meno dei grandi numeri raggiunti nei più recenti campionati mondiali.

 

La prima conferma delle difficoltà con cui avremo avuto a che fare durante la settimana, la riscontro quando cerco la “reception” dell’ “Accademia Militare di Polizia” – che ci ospiterà - per sistemarmi nella mia stanza. All’ufficio dell’accredito non sapevano nulla e mi avevano consigliato di andare direttamente la. Gira, rigira, suona chiedi. Nessuno sa niente.

Alla fine, mentre mi sto preparando per ritornare al campo di gara, trovo un poliziotto cortese a cui spiego la situazione.

Fa un paio di telefonate e dopo un po’ arriva il pulmino degli sloveni con un volontario che ci conduce (me e l’amico belga Raymond Leruth) alle nostre stanze, che sono da tre letti, ma noi alla fine resteremo solo in due.

Non è il Grand Hotel ed i bagni sono nei corridoi, con una sola doccia e condivisi con le nostre colleghe, ma sopravvivremo.

Una settimana di vita militare fa bene anche agli attempati e comodi ragionieri.

Alla sera la stanchezza è tale che non mi darà nemmeno fastidio il fatto che non c’è la possibilità di scurire le finestre e, siccome il collega giapponese Ito dorme nella stanza accanto con la luce accesa e la camera affaccia sul nostro stesso balcone, sembra di essere sempre in pieno giorno.

Una sera che Raymond già dormiva ed io dovevo ancora compilare i moduli delle penalità, non è stato nemmeno necessario che accendessi la luce.

Ma il vero problema è stata la cucina: una settimana a base di pollo (possibilmente impanato e fritto) e patate. Poca verdura (ma crauti, cetrioli e cipolle si), e niente frutta.

A pranzo invece zuppa di gulasch, e poi di fagioli e poi alla fine di fagioli (avanzati) e crauti con wurstel.

Ho mangiato tutto; una volta per il freddo, una volta per la fame...e sono sopravvissuto !

All’Accademia sono ospitati anche i giovani atleti delle nazioni “emergenti”: Turchi, Uzbechi, Kazachi, Senegalesi e ancora altri. Almeno loro ravvivano un po’  l’ambiente, soprattutto alla sera quando collegati ad internet parlano in tutte le lingue via “skype” o “facebook” con i loro amori lontani.

 

Quest’anno l’ICF ha anche organizzato un seminario per i giudici presenti, tenuto da uno formatore inglese (William Winstone) che lavora per la federazione britannica, sulle capacità che devono essere espresse in una manifestazione di alto livello.

Abbiamo lavorato in sottogruppi ed è stato abbastanza interessante, soprattutto per il fatto che la discussione ha fatto emergere come non ci fosse molta chiarezza sul ruolo del Gate Judge e su quello del Trasmission Judge. Devo comunque dire che ho percepito in genere nei colleghi limitata capacità nell’analisi dell’organizzazione del proprio impegno: si conoscono le regole, ci si mette d’accordo con i colleghi, si sta attenti, si danno le penalità e si compilano i moduli...cosa si vuole di più ?

Veniva invece richiesto di provare a dare metodo alla gestione della giornata e in particolare dell’intero gruppo di settore, sino a pianificare nel dettaglio la scaletta delle cose da fare prima, durante e dopo la gara.

Quindi non più un “mettiamoci d’accordo... tu fai quello ed io questo” ma un’attenta valutazione delle porte, delle possibili penalità, della posizione migliore per controllarle, della luce, della comunicazione, della tempestività, della presenza del rumore del pubblico. Ed infine, ma non meno importante una buona capacità nella gestione delle proprie ansie.

 

L’impressione ricevuta è che da noi in Italia, anche stavolta, siamo davvero un passo avanti !

 

 

La prima riunione ufficiale l’abbiamo avuta al pomeriggio di martedì 7 settembre.

Chief Official e Chief Judge, come al solito, Jean Michel Prono. Assistant Chief Judge, come la solito, il brasiliano Andrè Behs.  

A tenere i collegamenti fra il nostro gruppo ed il comitato organizzatore il collega sloveno Tuma Borut. Voto finale: scarso.

Nessuna novità di rilievo circa le informazioni ricevute. Prono ci anticipa che, per via delle non buone previsioni del tempo, il programma sarà già rivisto ed il giorno successivo si terranno tutte le qualifiche tranne i K1 uomini.

Sembra difatti che sarà sufficiente una notte ed una mattinata per far defluire la piena della Sava. Non sarà poi così.

Sarà il mercoledì perciò una giornata ancora più impegnativa: C2, C1 maschili e femminili, K1 donne. Prima e seconda manche.

Chiediamo solo di sapere già stasera su quali porte saremo per poter compilare la modulistica. Così prima della cerimonia di apertura vengono definiti gli incarichi. A me, che sarò ancora un “trasmission judge”, andranno quasi tre blocchi.

 

Una cosa interessante però Prono la dice quando invita i Giudici presenti a non indossare indumenti che li riconducano ai colori delle loro squadre nazionali. Corretto, correttissimo...sono anni che lo diciamo e che NOI evitiamo di farlo. C’è generale approvazione, ma qualcuno coglie al volo l’occasione per richiedere polemicamente che “allora l’ICF ci dia un abbigliamento adeguato”. Prono risponde che ci stanno pensando.

 

Alla sera presenziamo alla cerimonia di inaugurazione nel centro di Lubiana, che è davvero una bella cittadina “Mitteleuropea”. Però fa un freddo boia.

Non sono previste sfilate per le vie del centro e gli atleti siedono con noi sulle tribune.

Scorrono sul palco, chiamate a due alla volta dallo speaker, solo le bandiere delle nazioni portate dai loro alfieri. Aspetto con ansia di vedere chi sarà quello dell’Italia e scopro con rammarico che l’Italia non è presente alla cerimonia. Perchè ?

Un bel bambino sloveno porta il nostro vessillo, mentre quello della Germania è portato dalla medaglia olimpica Grimm e quello Sloveno dal pluri medagliato eroe di casa, Peter Kauser. La cerimonia segue con i soliti noiosi e retorici discorsi dell’ICF, dei politici locali (che lamentano di non aver avuto soldi per completare la sistemazione del campo di gara) e poi con l’esibizione di cantanti, ballerini ed acrobati.

Tutto sommato tutto un po’ noioso; per fortuna non ha piovuto.

 

La serata si conclude con un ricco buffet in un vecchio palazzo li vicino. Visto che siamo digiuni, ci rimpinziamo di ogni ben di Dio. Sarà la più bella mangiata di tutta la settimana.

Nel centro di Lubiana e nel cortile dove si tiene il buffet sono esposte le canoa sculture già presentate lo scorso anno a La Seu d’Urgell. Davvero simpatiche.

 

Poi tutti a casa a compilare i moduli. Resisterò a scrivere sino all’una di notte, ma non riesco a fine.

 

Mercoledì 8 settembre

 

Sono sulle porte 16, 17 e 18. Con me solo la greca Maria Dihonou che si posizionerà dall’altra sponda per vedere i 50 sulla 18. Altri Gates Judges ci daranno conforto dalle altre postazioni.

Ma, sulla base di quello stabilito durante il briefing la responsabilità diretta di assegnare le penalità sulla 16 e 17 nelle individuali è solo mia e per la 18 di Maria che è dall’altra parte del canale e che è ben posizionata per i 50 ma non tanto per i piccoli tocchi.

Questo aiuterà molto in caso non si riesca ad avere un giudizio univoco.

Gli organizzatori non hanno previsto volontari per l’utilizzo del PDA per trasmettere le penalità e per gli apripista operiamo noi sul palmare. Garbatamente ho fatto notare che mantenere questo incarico per tutta la gara sarebbe stato forse un po’ troppo impegnativo.

Poi hanno trovato qualche altra anima buona e, dopo un rapido addestramento, la funzione di trasmissione è stata svolta da loro.

 

Le qualifiche sono state eterne e ci hanno impegnato per tutta la giornata.

Le porte sembrano facili e siccome piove molto forte sono rintanato nel mio gabbiotto che ho spostato in riva al canale in un punto dove si formano pozze d’acqua. Indosso degli scarponcini da montagna e sopravvivo anche all’umidità da sotto.

Poi nei giorni dopo arriverà la TV ed il mio gabbiotto in riva al canale non ci potrà più stare. Si ritornerà ad un sano ed atletico controllo in piedi.

I nostri abbastanza bene: i C2 di Masoero/Benetti e di Camporesi/Ferrari accedono alla semifinale, così come il K1 di Clara Giai Pron. Niente da fare per il C1 di Colazingari e per l’altro C2 di Negro e Fiumara, tutti giovanissimi atleti di Subiaco.Nella consueta riunione a fine gara, Sue Natoli – che segue l’elaborazione dei risultati – ci relaziona sulle statistiche: poche verifiche, un solo reclamo ufficiale.

La prima giornata è andata bene. Come detto il programma è stato variato e ci vedremo domani sul campo di gara alle 13 per le qualifiche del K1 uomini.

 

Alla sera dopo cena leggo le mail e Tuma Borut ci segnala che l’intera giornata di Giovedì sarà annullata. Non sarà difatti sufficiente la notte ed il mattino a far defluire la piena della Sava.

Le gare riprenderanno Venerdì pomeriggio ed il programma totalmente rivisto. Non c’è più un giorno a disposizione per le gare a squadre e queste si disputeranno in prova unica al termine delle finali di categoria.

 

Giovedì 9 settembre

 

La giornata trascorre in pieno relax.

Alcuni colleghi vanno in centro a Lubiana. Io preferisco restare all’Accademia a sistemare un po’ di lavoro (quello vero!) via E-Mail.

Faccio anche un salto sul campo di gara per vedere il fiume in piena e fare qualche foto. Non è particolarmente impressionante anche se il canale è parzialmente uscito dalla sua sede. Di certo il tracciato originale non è più fattibile...ma con qualche spostamento di porta...

Scherzo di questa cosa con Molmenti che, ovviamente, mi risponde che per lui “nessun problema”.

 

Venerdì 10 settembre

 

Al mattino il canale è ancora sommerso dalla piena della Sava. Poi, piano piano e grazie alle manovre sulle dighe, ritorna alla normalità e si possono ricominciare le gare.

Il livello dell’acqua resterà appena più alto del giorno di qualifiche per le altre categorie e qualche porta viene leggermente spostata.

 

La mia postazione in riva al canale è comunque invasa dall’acqua. Chiedo invano che mi mettano delle assi ma la soluzione finale sarà ancora una volta quella di indossare gli scarponcini di montagna.

 

Quasi cento i K1 uomini in gara, ma nelle mie porte durante le due prove non succede quasi nulla ad eccezione di un 50 sulla porta 17 che viene però cancellato dopo le visione del filmato e dopo le proteste della nazione.

Ero abbastanza convinto che il concorrente avesse fatto la porta al contrario facendo passare la testa dentro alla porta in risalita nel tentativo di tagliarla.

Chiedo anche di rivedere il filmato (preso però di fronte da un’altra posizione) che non è chiarissimo e dove sembra che la testa non sia dentro.  Per questo motivo – nel dubbio – il Chief Judge ha annullato la mia penalizzazione.

 

I nostri K1 di Molmenti, Paolini e Cipressi sono tutti in finale. Bella gara !

 

Alla sera, con gli amici sloveni, andiamo al pub a berci una birra. Con un po’ di alcool nelle vene il mio scarso inglese diventa più fluente e scopro che Kudlik conosce le giaculatorie della messa in latino. Entrambi abbiamo fatto i chierichetti e facciamo a gara a chi se ne ricorda di più.

Poi la sbronza diventa triste e il discorso vira sulla religione e sul vaticano (già quando c’era il papa polacco le cose erano diverse !). Ci troviamo d’accordo.

 

 

 

Sabato 11 settembre

 

Via con le semifinali di C2, C1 uomini e donne e K1 donne. Durante la riunione con il Chief Judge le raccomandazioni sull’attenzione da prestare si sprecano ma fra tutte spicca quella sul dubbio. Dice chiaro scandendo le parole Prono: “se avete un dubbio giudicate il passaggio in favore dell’atleta”.

 

Finalmente una bella giornata di sole e la gara scorre tranquillamente. Il C2 di Benetti e Masoero è ancora una volta in finale con una gara eccezionale ed un tempo di gara fra i migliori penalizzato però da tocchi.

Niente da fare invece per la giovanissima Clara Giai Pron che ci aveva illusi con una prova di qualifica ad altissimo livello.

In finale però il C2 non si ripete e termineranno solo ottavi

Per provare un po’ di nuove emozioni bisogna aspettare le gare a squadre dove ognuno di noi controlla una sola porta. 

Assegno un 2 alla squadra tedesca dei C2 per un tocco impercettibile, ma per me chiaro, alla 17 in risalita. Per quel due perderanno la medaglia. Ovviamente reclamo ed indagine video (da cui non si vede niente) ed “interrogatorio” da parte di Andrè Behs. Come lo ha fatto ? Chi lo ha fatto ?

E guarda il modulo, no ! C’è scritto tutto, anche che il tocco è stato piccolissimo. Alla fine si convincono ed il reclamo respinto.

Il giorno dopo Prono, nel consueto briefing, ritornerà sull’argomento della corretta compilazione dei moduli e, ci rammenta, nel caso del C2, di indicare quale componente dell’equipaggio ha toccato. Il riferimento alla penalità del giorno prima è evidente.

Non sono riuscito a stare zitto. Con il mio scarso inglese ma, in questo caso molto efficace, gli ricordo che per il C2 nel disegno esiste il circoletto da crocettare quando è il secondo a toccare. Se non è crocettato è chiaro che il tocco è del primo, no !

Mormorio di approvazione da parte dei colleghi e Prono che glissa dicendo: “comunque oggi C2 non ce ne sono più”.

 

Alle prove a squadre hanno preso parte anche i nostri equipaggi che non riescono però a conquistare una posizione di rilievo. 

 

Alla sera gli organizzatori ci portano nel ristorante vicino al campo di gara.  Meno male, un’altra cena in caserma e avrei potuto morire !

Anche la cena, come il resto dell’organizzazione, non è gran che (ma almeno mangiamo un po’ di buona carne) ma la compagnia divertente e passiamo una bella serata. Persino Richard Fox, vice presidente dell’ICF e grande campione del passato, si unisce a noi e chiede impressioni sul seminario che si è tenuto nei giorni precedenti. Per me che lo sempre visto come un guru inavvicinabile è una bella soddisfazione.

 

 

Domenica 12 settembre

 

Si inizia molto presto. Sulle tribune migliaia di spettatori sloveni ma anche tanti slovacchi.

Ci sono anche molti italiani e per loro sarà una giornata indimenticabile.

Prono ci ricorda che la concentrazione sarà molto importante con tutto quel rumore alle spalle.

Io sono però più fortunato. Alla fine del percorso non ci sono più le tribune ed il rumore dei tifosi arriva molto ovattato.

Giornata memorabile per gli italiani in gara.... ma anche per le mie penalità ! Quelle tre porte facili, facili, quasi noiose, alla fine della giornata risulteranno determinanti per il campione sloveno Kauser.

 

I problemi iniziano però con le semifinali. Sulla 17 in risalita (sempre quella) il tedesco Grimm, oro alle olimpiadi di Pechino, arriva corto e ci mette dentro solo la testa. Forse non tutta, ma non me la sento di dargli 50. Ho un dubbio e vado in favore dell’atleta.

Invece dalla sala regia il collega americano Eric Lokken guarda le riprese video della TV slovena, che in quella postazione ha una telecamera su di un braccio mobile che si “infila” praticamente nella porta.

 

Per lui è chiaro 50 e la penalità viene modificata dopo che segnalo ad Andrè Behs che non l’ho data per un mio dubbio. Pare che anche Grimm confermi e nessuno fa reclamo.

Un vero signore e si è perso la finale !

Comunque questo errore di valutazione forse si è determinato dal fatto che non ero in linea esatta sulla porta e per le finali mi posiziono meglio.

Grazie alle tavole che mi hanno piazzato posso avvicinarmi molto alle paline. Sono praticamente dentro la porta !

In finale vanno Molmenti e Cipressi con due discese emozionanti.

E arriva il momento della verità.

Molmenti scende per sesto e persino lo speaker non può fare a meno di commentare con stupore la sua gara. Incredibile !  E’ primo, con un distacco enorme.....

 

Poi scende lo sloveno Peter Kauser sulla cui immagine sono stati costruiti gli interi mondiali sloveni.

L’incitamento del pubblico è impressionante e forse Kauser sente troppo questa responsabilità che gli è stata cucita addosso. 

Arriva alla mia postazione che ha già collezionato una penalità da 2 punti ma è velocissimo e può ancora vincere, come ha fatto tante altre volte.

Alla porta 17 però sbaglia completamente l’arresto e la sua canoa si ferma molto prima della porta. Dovrebbe dare due pagaiate in retro ma non lo fa e si allunga all’inverosimile sulla coda della canoa per infilare la testa. Ma non ci riesce. Per me è 50 e apro subito il palmo della mano con le dita ben tese guardando Maria dall’altra parte del fiume. Da Maria nessun segno di conferma. Credo che sia in queste circostanze che valuti le capacità di un arbitro: si o no, ma dimmi anche tu cosa hai visto !

La porta è mia e mi prendo le mie responsabilità. Confermo all’addetto al PDA che, con molta ritrosia, comunica la penalità e alzo chiara la paletta rossa.

Kauser guarda il tabellone e dopo un attimo di stupore si prende la testa fra le mani. Sul campo di gara cala il silenzio. Kauser è ottavo, sarebbe stato comunque solo secondo.

Scendono anche gli altri concorrenti ma per loro nulla da fare. Molmenti è oro. Cipressi sarà poi ottavo.

Il pubblico dietro alle mie spalle commenta in modo malevolo la penalità assegnata a Kauser segnandomi con le mani che la testa di Kauser era dentro. “Sei italiano vero ?”  mi dice con acredine uno del pubblico.

 

E’ mortificante. Ma forse comprensibile. Loro non sanno che lo scorso anno ai Mondiali di Spagna Molmenti ha preso un 50 proprio nella mia postazione e che un giudice non ha nazionalità.

Chiedo conforto anche a Nina la collega slovena che segue la porta 18 e 19. Dopo che è passato Kauser l’ho vista che, rivolgendosi ad alcune persone li vicino, faceva segna con la mano su metà volto come a confermare che effettivamente Kauser aveva saltato la porta.

Ma di fronte alla mia richiesta allarga le braccia e non prende posizione.

Bei colleghi che mi sono trovato intorno !

 

Non c’è il tempo per le discussioni e partono subito anche le squadre.

Nella mia postazione (ma solo nella mia) tutto regolare. Bellissima la discesa dei nostri anche questa volta commentata di nuovo con entusiasmo dallo speaker.

 

Man mano che scendono le squadre i nostri sono via via primi, poi secondi, poi terzi ed infine arriva la Slovenia e sono quarti. Peccato.

Vedo subito che nel gruppo italiano c’è molta animazione. E’ stato assegnato un 2 a Paolini che sembra non fatto. In compenso alla Slovenia hanno dato un 50 che li porta in fondo alla classifica.

Per l’Italia sarebbe bronzo. Senza il due sarebbe addirittura oro.

 

C’è il Presidente Buonfiglio, il vice Petromer ed il tecnico Baron. Il Chief Judge sta discutendo con il Team Leader degli sloveni per il 50 dato alla loro squadra.

Baron vorrebbe presentare reclamo per il due ma aspetta gli esiti del reclamo sloveno. Mamma mia che agitazione !

 

Chiedono consiglio anche a me ed io confermo che nelle squadre le penalità vengono assegnate solo da un giudice e che se nel video non si riesce a vedere bene il tocco, vale sicuramente e solo quello che ha deciso il Gate Judge. Reclamo sicuramente respinto.

 

Tutti i reclami degli sloveni vengono respinti. Il pubblico smobilita e c’è un’aria molto cupa.

 

In attesa delle premiazioni vado alla postazione della giuria per chiedere conferma del 50 dato a Kauser. Mi prendono tutti in giro; qualcuno mi suggerisce di partire subito perchè gli sloveni... mi aspetteranno alla frontiera !

Ma poi Eric Lokken, che percepisce la mia ansia e la poca voglia di scherzare, mi conferma che anche lui, vedendo due diverse riprese televisive, aveva immediatamente confermato la penalità.

 

La cerimonia di premiazione è bellissima, con la consueta buffa scenografia di Molmenti sul gradino più alto del podio. Ascoltare l’inno di Mameli è sempre molto emozionante.

Poi tocca alla nostra squadra, proprio mentre il tramonto comincia ad attenuare i colori sul campo di gara.

 

E’ molto tardi. Non mi fermerò nemmeno per la riunione finale perdendomi i commenti di Prono sul nostro lavoro e non assistendo alla consueta premiazione dello “Sponge Trophy” riservato al giudice che ha avuto la migliore prestazione fuori standard.

A me non tocca di certo, l’ho già vinto due volte....

 

Mentre giro per il campo di gara (mi sparo un gigantesco panino con salamelle e senape) intercetto il team leader sloveno che, a mo’ di “sfotto’”, mi stringe la mano ringraziandomi per la penalità data a Kauser. Gli rispondo che non è molto sportivo quello che sta facendo, visto che la mia penalità è stata confermata dal Chief Judge anche sulla base della visione del video. Accenna una timida scusa.

 

Saluto tutti e riprendo la via di casa. Il viaggio in auto sarà  molto lungo e avrò tempo di ripensare a quelle poche penalità assegnate ma oggetto di tutto quel trambusto.

 

E ripenso anche alle domande del seminario: “When you were most proud of your performances as a gate judge ?”  (quando ti sei sentito più orgoglioso della tua prestazione come giudice di porta ?)

 

Boh....oggi no di certo.....

 

Giuseppe D’Angelo

 

PS La settimana successiva al Mondiale Sue Natoli della commissione ICF di Slalom mi ha inviato una fotosequenza della penalità di Kauser che sembra, vista così, molto chiara.

Mi dice anche che la stampa slovena, nei giorni successivi, è stata molto severa con il lavoro dei giudici definendolo “poor” (scarso) e che per questo motivo l’ICF stava preparando un comunicato stampa.