Nasce ad Aritzo (NU), il 12 gennaio del 1902.
Dopo aver frequentato il Liceo Classico a Cagliari, si trasferisce a Roma per iscriversi all'Accademia di Belle Arti (1922-25), dove ha come professori Adolfo De Carolis (incisione), Umberto Coromaldi, Giovanni Costantini, Duilio Cambellotti, Pieretto Bianco ed Ermenegildo Luppi.
Di questo periodo di apprendistato ci restano uno "studio di dettaglio architettonico", eseguito a pastello, una "Madonna con Bambino", prima di una lunga serie di opere sacre, ed il dipinto "Al telaio", raffigurante due giovani donne in costume intente alla tessitura.
Nel 1925 si presenta alla "Terza Biennale Romana" alla quale viene ammesso con il quadro "La sposa" (oggi proprietà del Comune di Aritzo).
(Articoli: Piero Scarpa su "Il Messaggero", 29/3/1925)
Tra il 1926 ed il 1928 frequenta i corsi liberi del nudo tenuti da Antonino Calcagnadoro presso l'Accademia Inglese.
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La Sposa - 1925 |
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Partecipa ad una collettiva presentata da Melchiorre Melis alla sala "Amatori e cultori" a Roma nel 1926, dove espone il "Pastore seduto davanti al fuoco".
(Articoli: Giuseppe Jorio su "Il Giornale d'Italia", 26/5/1926)
Nel 1929 si presenta alla "Primaverile Fiorentina" dove espone "L'Adorazione del Venerdì Santo", iniziando un lungo periodo nel quale parteciperà alle più importanti rassegne regionali e nazionali.
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Concerto - 1932 |
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Nel 1930 dipinge "La venditrice di rami", esposto al Palazzo dell'Economia a Sassari.
Partecipa alle "Sindacali Sarde", distinguendosi nel 1930 per l'olio "L'offerta", nel 1931 per l'olio "Processione" (acquistato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Cagliari) e nel 1932 per i quadri "Concerto" (acquistato dalla Prefettura di Nuoro), "Contadino" e "Autoritratto".
(Articoli: Alberto Neppi su "L'Unione Sarda", 2/7/1931
Piero Scarpa su "Il Messaggero", 18/5/1932
R. Papini sul "Corriere della Sera", 19/5/1932
R. di Valverde su "Natura e Arte", n°9, settem. 1932)
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Nel 1933 tiene una personale a Cagliari alla galleria "Palladino", riscuotendo un notevole successo di critica e di pubblico.
(Articoli: Nicola Valle su "L'Unione Sarda", 12/3/1933
Corrado Massa sul "Popolo d'Italia", marzo 1933
Giulio Manca su "L'Unione Sarda, marzo 1933)
E' presente alle mostre a carattere nazionale a Firenze nel 1933 e a Napoli nel 1935.
Partecipa alla "Seconda Quadriennale Romana", nel 1935.
Dopo aver soggiornato, per studio, a Firenze, Milano e Venezia, si ferma a Roma dove tiene studio dal 1936 al 1940.
Partecipa alla "XX Biennale di Venezia", nel 1936, dove viene segnalato tra i migliori artisti per quanto riguarda le incisioni.
(Articoli: Piero Scarpa su "Il Messaggero", 31/5/1936)
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Tiene una mostra personale alla "Saletta S. Carlino", Palazzo del Drago, ( Roma, 1936 ) dove presenta 35 oli e tre xilografie.
Alla "VII Mostra Sindacale d'Arte" (Cagliari, 1936) espone "Ritratto di vecchia".
Nel 1936 il Ministero dell'Educazione Nazionale acquista la sua "Processione " per la Galleria d'Arte Moderna di Roma.
Con 5 xilografie partecipa all'Esposizione internazionale delle incisioni", Varsavia, 1937.
Alla "Sixth International Exhibition of Litography and Wood Engraving", Art Institute of Chicago, 1937, è presente con due tavole.
Si distingue per le xilografie alla "XXI Biennale di Venezia", 1938.
(Articoli: L. Passarella su "Il Gazzettino", 1/6/1938)
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Ritratto di vecchia - 1936 |
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Del 1937 è il "Ritratto del Cardinale Pacelli", destinato all'Università Cattolica di Washington.
Nello stesso anno viene insignito del titolo di Commendatore dell'Ordine Mercedario.
Partecipa alla "Terza Quadriennale Romana", 1939.
Espone alla "XXII Biennale di Venezia", 1940.
Espone alla "XXIII Biennale di Venezia", 1942.
Compone le prime pale d'altare per la chiesa Parrocchiale di Aritzo.
Partecipa alla "Quarta Quadriennale Romana" nel 1943 ed alla "Prima Mostra Triennale d'Arte", Tempio, nel marzo 1944.
Nel 1944 dipinge il "Cristo morto in croce", donato alla Parrocchia di Aritzo.
Personale agli "Amici del Libro", Cagliari, 1945, dove espone le xilografie poi donate al "Gabinetto delle Stampe" della Biblioteca Universitaria di Cagliari.
Personale di 58 oli al "Salone del Convitto Nazionale", Cagliari, 1946.
Personale alla Galleria "Palladino", Cagliari, 1947.
A Roma, Palazzo Falconieri, 1947, partecipa ad una collettiva insieme ai maggiori incisori sardi.
(Articoli: su "Il Giornale d'Italia", 24/12/1947)
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Alla "XXIV Biennale di Venezia" presenta la xilografia "La Prioressa".
Si stabilisce definitivamente a Cagliari nel 1948, dedicandosi all'attività professionale ed all'insegnamento.
"Mostra di Arte Sarda Moderna", Venezia, 1949, dove vende "La festa " al Ministero dell'Educazione Nazionale e "Processione " al Comune di Venezia, e viene segnalato per le incisioni.
(Articoli: S. S. su "Il Giornale d'Italia", 11/8/1949
su "L'Unione Sarda, 7/9/1949
Lorenzo Giusso su "Il Giornale dell'Emilia", 6/8/1949)
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La Prioressa - 19XX |
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"Mostra degli Incisori Sardi", Società Dante Alighieri, Milano, 1949.
Della sua produzione a carattere religioso ricordiamo le 14 xilografie della "Via Crucis ", i 5 oli visibili nel Seminario Arcivescovile di Oristano, e la pala d'altare per la chiesa del Sacro Cuore, sempre a Oristano.
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Le Marie - 1950 |
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Alla "Internazionale di Arte Sacra", Roma, 1950, si distingue per la xilografia "Le Marie".
(Articoli: C. Atzeri su "Il Quotidiano Sardo", 24/11/1950)
"Mostra degli artisti insegnanti di disegno", Cagliari, 1950.
Agli "Amici del Libro", Cagliari, 1952, riscuotendo un ampio successo di pubblico e di critica, tiene una personale con 41 oli, che segna, secondo alcuni osservatori, un'importante svolta nella sua opera.
(Articoli: Nicola Valle su "L'Unione Sarda, 13/2/1952
Guido Cavallo su "Il Quotidiano Sardo", 15/2/1952)
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Partecipa con i maggiori artisti sardi alla "Quadriennale Romana" del 1952, dove viene segnalato per la xilografia "Il concerto".
(Articoli: Nicola Valle su "Il Giornale d'Italia", 3/1/1952
Guido Cavallo su "Il Quotidiano Sardo", 8/1/1952)
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La Madonna del Rosario - 1957 |
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E' invitato alla "VI Edizione del Premio F. P. Michetti", Napoli, 1952.
E' invitato alla "VI Mostra Regionale d'Arte", Cagliari, 1952, dove espone cinque opere.
Nel periodo compreso tra il 1942 ed il 1972 esegue, dietro ordinazione, 21 grandi pale d'altare che vengono collocate in varie chiese in Sardegna e a Roma.
Tra queste opere spiccano le 6 pale realizzate per la Basilica di Bonaria a Cagliari.
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Alla "Mostra dell'Arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia", Roma, 1953, espone "Le pie donne" (olio), "Il Battesimo", (olio, acquistato dalla Regione Sarda), "Le Marie" (xilografia, acquistata dal Comune di Roma).
(Articoli: Nicola Valle su "Il Giornale d'Italia", 11/4/1953)
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Partecipa alla "Biennale di Venezia", nel 1954, con gli oli "Giovanna" e "Lavandaie".
Espone alla "Quadriennale Romana" del 1955.
Nel 1956 Nicola Dessy organizza una mostra di incisori sardi nelle più importanti città tedesche e olandesi, portando le opere di Aligi Sassu, Mario Delitala, Valerio Pisano, Stanis Dessy, Floris, Marras e Sechi. Il Mura è presente con sette incisioni.
Espone la xilografia "Concerto" alla "Mostra di incisori Sardi e Veneti", Venezia, 1957.
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Concerto - 19XX |
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Partecipa alla "Mostra degli incisori italiani", Milano, 1957.
Personale agli "Amici del Libro", Cagliari, 1957.
(Articoli: su "Il Convegno", n° 3, marzo 1957)
Dal 1961 al 1968 insegna al Liceo Parificato di Cagliari, successivamente al Liceo Artistico.
Espone con i più prestigiosi pittori italiani alla Galleria "Alecco Saab" di Beirut, nel 1961, in una mostra organizzata da Umbro Apollonio e Nicola Dessy.
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Raccoglitrici - 1963 |
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Partecipa alla "Mostra di incisioni del Piemonte e Sardegna", Cremona, 1961, con Ardau Cannas e Pisano, presentando dieci xilografie.
(Articoli: E. F. su "La Provincia", 22/4/1961)
Espone con i maggiori artisti dell'isola alla "Mostra Regionale d'Arte Sarda", Cagliari, 1961 (olio "Donne alla fonte").
(Articoli: A. Ciardi Duprè su "La Nuova Sardegna", 5/5/1961)
Partecipa alla "Mostra al Liceo Artistico", Cagliari, 1963 con l'olio "Le raccoglitrici".
Collettiva a "Il Pennellaccio", Cagliari, 1969.
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Muore a Firenze il 7/4/1972, a seguito di un'operazione chirurgica eseguita in condizioni ormai disperate.
Prima di sottoporsi a tale operazione, essendo consapevole del suo esito estremamente incerto, volle lasciare sul cavalletto la Pietà raffigurata qui a destra, che costituisce pertanto una sorta di opera di commiato: il tema della morte, questa volta vissuto in prima persona, rappresentato attraverso la morte di Cristo, in un estremo atto di fede.
Mostra postuma agli "Amici del Libro", Cagliari, 1972.
(Articoli: "Il Convegno", n° 4-5, aprile-maggio 1972, monografia.
Nicola Valle su "L'Unione Sarda, 6/6/1972)
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Pietà, 1972, ultima opera di Antonio Mura |
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