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Il cavaliere, la morte e il diavolo, Dürer (1513). Nel poema Sagesse, Verlaine descrive il "Chevalier Malheur" che indica con la lancia la via della "saggezza".

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OPERE
Poèmes Saturniens (1866) - prima raccolta organica di versi.
Fêtes Galantes (1869) - opera ricca di personaggi allegorici ispirati alle maschere settecentesche.
La Bonne Chanson (1870) - raccolta in cui vengono evidenziati i languori dell'innamoramento per Mathilde.
Romances Sans Paroles (1873) - poesie scritte nel periodo della relazione con Rimbaud e si compone di Ariettes oubliées, Paysage belges, Acquerelles.
Sagesse (1881) - poesie scritte nel periodo marcato da dure esperienze (il carcere, i tentativi di riconciliazione con Mathilde, il conflitto religioso).
Les Poètes maudits (1884) - antologia di poesie di Rimbaud, Mallarmé, Corbière, Lélian (pseudonimo di Verlaine).
Jadis et Naguère (1884), Amour (1888), Parallèlement (1889) - tre opere diverse ed eterogenee scritte dal poeta ormai costretto alla produzione letteraria solo per sopravvivere.
Compone altre opere tra il 1889 e il 1896: Dédicace, Femmes, Bonheur, Mes Hôpiteaux, Mes Prisons, Épigrammes, Confessions e Chanson pour Elle.

I "Poèmes Saturniens" si compongono di quattro sezioni: Melancholia, Eaux-fortes, Paysages tristes, Caprices. L'ideale della poesia parnassiana "culto di sé stessa e rifrazione della propria forma" si dimostra assai poco funzionante, puro raccordo di comodo o di superficie. Prevalgono l'ammicco ironico, il gioco musicale, l'assorbente tentazione alla malinconia e al ricordo vissuti come luoghi privilegiati ed assoluti, deputati ad una verità che sembra definitiva. Ma non per una fuga del poeta verso un rituale celebrante l'intangibile distanza dalla realtà, ma proprio per stabilire di lì - dal ricordo e dalla malinconia - una prima stabile ricognizione non solo sul vissuto, ma anche sul reale. Compaiono così le ingenue, che agiscono su fondali di cartapesta dove vivono "pressoché ignorate" e ritagliate da "romanzi che si leggono poco"; compare quel cavaliere delle ballate alemanne, così totalmente scaricato da tutte le responsabilità poetiche ad esso attribuite dai romantici, da tornare ad essere, nella globale insignificanza, paradossalmente significante. In questa operazione di restauro (critico ed inventivo) di situazioni e di personaggi della poesia precedente, secondo modelli inediti totalmente percorribili, Verlaine fissa i segni più incisivi del suo esordio.

Le "Fêtes Galantes" è l'opera più conosciuta di Verlaine. I nuovi personaggi (Clitandro, Arlecchino, Colombina, Pierrot, ...) sono mentitori galanti e civettine tutte moine che si muovono tra bisbigli, ammicchi, deliziose rincorse; prevalgono il chiaro di luna e il sottovoce. Sono personaggi eternamente sospesi tra la consapevolezza e la passiva accettazione delle regole della brigata eterogenea. Esternamente, Verlaine sembra realizzare l'intenzione di una piacevole poesia d'intrattenimento, d'ambiente, di illustrazione, in cui agiscono fantocci colorati e senz'anima: penombre, getti d'acqua, gite in barca, fauni di terracotta sembrano tutti elementi essenziali di un kitsch raffinato e coltissimo, in cui le figure umane non hanno consistenza e spessore psicologico al di là del gesto, d'una piroetta, d'un riso malizioso, d'una audacia improvvisamente favorita dalle circostanze, d'un pizzico di chitarra... Il verso, orizzontalmente, segue l'umore di questa lievissima trama di sentimenti superficiali, di emozioni rapide, di "piacevolezze" cromatiche e sonore. Egli non ricrea un mondo per sempre perduto, ma riproduce i personaggi senza alcuna sincronia di gesti, estranei a ripetersi all'infinito. Si serve, cioè di tutta la cornice di frizzante e inautentica mondanità per costruirsi una sua poesia libera dai modelli sui quali si è finora esercitato.

"Romances sans paroles" rappresenta una fase delicata e poeticamente feconda per Verlaine, il momento in cui la sua esistenza è "calamitata da quella meteorica di Rimbaud". Dell'avventura a due vissuta tra il Belgio e l'Inghilterra, questa poesia porta i segni profondi e inequivocabili: vi si rispecchia la singolarità del ménage tra i due poeti, drammaticamente - e pateticamente - conclusosi nella sparatoia a Bruxelles; le venticinque liriche furono scritte dopo il distacco da Mathilde e seguono con fedeltà le tappe più importanti della fuga dei due poeti. Verlaine non ha più bisogno di riattivare la spenta energia ideologica dei suoi Arlecchini e Colombine, per fermare  - nei loro gesti smorti attraverso antiche carcasse letterarie - le sue melanconiche rêveries, il suo spleen, artificiosamente interotti nel loro flusso costante, dal rosario delle buone intenzioni di fidanzatino esemplare. Messo a nudo con violenza dal passaggio di un "feu solaire, illuminant, corrosif", il poeta può più liberamente accettarsi, e, con la propria natura, accettare anche senza camuffamenti, la totalità delle significazioni affidate alla poesia.

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