OPERE
Poèmes Saturniens (1866)
- prima raccolta organica di versi.
Fêtes Galantes (1869)
- opera ricca di personaggi allegorici ispirati alle maschere settecentesche.
La Bonne Chanson (1870) -
raccolta in cui vengono evidenziati i languori dell'innamoramento per Mathilde.
Romances Sans Paroles (1873)
- poesie scritte nel periodo della relazione con Rimbaud e si compone di
Ariettes oubliées, Paysage belges, Acquerelles.
Sagesse (1881) - poesie scritte
nel periodo marcato da dure esperienze (il carcere, i tentativi di riconciliazione
con Mathilde, il conflitto religioso).
Les Poètes maudits
(1884) - antologia di poesie di Rimbaud, Mallarmé, Corbière,
Lélian (pseudonimo di Verlaine).
Jadis et Naguère (1884),
Amour
(1888), Parallèlement (1889) - tre opere diverse ed eterogenee
scritte dal poeta ormai costretto alla produzione letteraria solo per sopravvivere.
Compone altre opere tra il 1889 e
il 1896: Dédicace, Femmes, Bonheur, Mes
Hôpiteaux, Mes Prisons, Épigrammes, Confessions
e Chanson pour Elle.
I "Poèmes
Saturniens" si compongono di quattro sezioni: Melancholia, Eaux-fortes,
Paysages tristes, Caprices. L'ideale della poesia parnassiana "culto
di sé stessa e rifrazione della propria forma" si dimostra assai
poco funzionante, puro raccordo di comodo o di superficie. Prevalgono l'ammicco
ironico, il gioco musicale, l'assorbente tentazione alla malinconia e al
ricordo vissuti come luoghi privilegiati ed assoluti, deputati ad una verità
che sembra definitiva. Ma non per una fuga del poeta verso un rituale celebrante
l'intangibile distanza dalla realtà, ma proprio per stabilire di
lì - dal ricordo e dalla malinconia - una prima stabile ricognizione
non solo sul vissuto, ma anche sul reale. Compaiono così le ingenue,
che agiscono su fondali di cartapesta dove vivono "pressoché ignorate"
e ritagliate da "romanzi che si leggono poco"; compare quel cavaliere
delle ballate alemanne, così totalmente scaricato da tutte le
responsabilità poetiche ad esso attribuite dai romantici, da tornare
ad essere, nella globale insignificanza, paradossalmente significante.
In questa operazione di restauro (critico ed inventivo) di situazioni e
di personaggi della poesia precedente, secondo modelli inediti totalmente
percorribili, Verlaine fissa i segni più incisivi del suo esordio.
Le "Fêtes
Galantes" è l'opera più conosciuta di Verlaine. I
nuovi personaggi (Clitandro, Arlecchino, Colombina, Pierrot, ...) sono
mentitori
galanti e civettine tutte moine che si muovono tra bisbigli, ammicchi,
deliziose rincorse; prevalgono il chiaro di luna e il sottovoce. Sono personaggi
eternamente sospesi tra la consapevolezza e la passiva accettazione delle
regole della brigata eterogenea. Esternamente, Verlaine sembra realizzare
l'intenzione di una piacevole poesia d'intrattenimento, d'ambiente, di
illustrazione, in cui agiscono fantocci colorati e senz'anima: penombre,
getti d'acqua, gite in barca, fauni di terracotta sembrano tutti elementi
essenziali di un kitsch raffinato e coltissimo, in cui le figure umane
non hanno consistenza e spessore psicologico al di là del gesto,
d'una piroetta, d'un riso malizioso, d'una audacia improvvisamente favorita
dalle circostanze, d'un pizzico di chitarra... Il verso, orizzontalmente,
segue l'umore di questa lievissima trama di sentimenti superficiali, di
emozioni rapide, di "piacevolezze" cromatiche e sonore. Egli non ricrea
un mondo per sempre perduto, ma riproduce i personaggi senza alcuna sincronia
di gesti, estranei a ripetersi all'infinito. Si serve, cioè di tutta
la cornice di frizzante e inautentica mondanità per costruirsi una
sua poesia libera dai modelli sui quali si è finora esercitato.
"Romances
sans paroles" rappresenta una fase delicata e poeticamente feconda
per Verlaine, il momento in cui la sua esistenza è "calamitata da
quella meteorica di Rimbaud". Dell'avventura a due vissuta tra il Belgio
e l'Inghilterra, questa poesia porta i segni profondi e inequivocabili:
vi si rispecchia la singolarità del ménage tra i due
poeti, drammaticamente - e pateticamente - conclusosi nella sparatoia a
Bruxelles; le venticinque liriche furono scritte dopo il distacco da Mathilde
e seguono con fedeltà le tappe più importanti della fuga
dei due poeti. Verlaine non ha più bisogno di riattivare la spenta
energia ideologica dei suoi Arlecchini e Colombine, per fermare -
nei loro gesti smorti attraverso antiche carcasse letterarie - le sue melanconiche
rêveries,
il suo spleen, artificiosamente interotti nel loro flusso costante,
dal rosario delle buone intenzioni di fidanzatino esemplare. Messo a nudo
con violenza dal passaggio di un "feu solaire, illuminant, corrosif", il
poeta può più liberamente accettarsi, e, con la propria natura,
accettare anche senza camuffamenti, la totalità delle significazioni
affidate alla poesia.
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