Da "I Canti di Maldoror"
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CANTO I
Voglia il cielo che il lettore, imbaldanzito
e diventato momentaneamente feroce come ciò che sta leggendo, trovi,
senza disorientarsi, la sua via dirupata e salvatica attraverso gli acquitrini
desolati di queste pagine oscure e venefiche; infatti a meno che non ponga
nella lettura una logica rigorosa e una tensione dello spirito pari almeno
alla sua diffidenza, le micidiali esalazioni di questo libro gl'imbeveranno
l'anima, come l'acqua lo zucchero.
Non è bene che tutti leggano
le pagine che seguono; solo pochi potranno assaporare questo frutto amaro
senza rischio.
Quindi, anima timida, prima d'addentrarti
più oltre in simili lande inesplorate, volgi i tacchi indietro,
e non innanzi.
CANTO IV
Sono sporco. Roso dai pidocchi. I
porci, quando mi guardano, vomitano. Le croste e le escare della lebbra
m'hanno reso squamosa la pelle, coperta di pus giallastro.
Io non conosco l'acqua dei fiumi,
né la rugiada delle nubi. Sulla nuca, come su un létamaio,
mi cresce un fungo enorme dai peduncoli ombrelliferi.
Seduto sopra un mobile informe, non
muovo le membra da quattro secoli. I miei piedi hanno messo radice nel
suolo, e compongono, fino al mio ventre, una sorta di viva vegetazione,
piena d'ignobili parassiti, che, senza derivare ancora dalla pianta, non
è già più carne.
Tuttavia il mio cuore batte. Ma come
potrebbe battere, se il marciume e le esalazioni del mio cadavere (non
oso dire corpo) non lo nutrissero abbondantemente?
Sotto l'ascella sinistra, ha preso
residenza una nidiata di rospi, e quando qualcuno di essi si muove, mi
fa il solletico. Badate che non ne scappi fuori uno e non venga a grattarvi
con la bocca l'interno dell'orecchio: sarebbe poi capace d'entrarvi nel
cervello.
Sotto l'ascella destra, c'è
un camaleonte che dà loro una caccia perpetua, per non morir di
fame: bisogna pur campare. Ma quando un partito sventa completamente le
astuzie dell'altro, non trovano nulla di meglio da fare che non molestarsi
fra loro, e succhiano il grasso delicato che mi ricopre le costole: mi
ci sono abituato.
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