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Giuditta II di
Klint.
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Il Decadentismo in senso storico
indica la cultura di un periodo (dal 1870 al I dopoguerra) di profonda
crisi della società nel quadro storico-politico (lo sviluppo dell'industrializzazione
e del capitalismo accentua la lotta per la conquista dei mercati e delle
fonti delle materie prime - imperialismo, colonialismo - e si assiste ad
un inasprimento dei conflitti sociali - lotte operaie, marxismo - e ad
un ricorso a regimi reazionari) e filosofico-letterario (profonda crisi
del positivismo causata dall'insorgere di ideali antidemocratici e nazionalisti
contrastanti a quelli socialisti
e di giustizia sociale che, in alcune interpretazioni si accompagnavano
al positivismo stesso).
Di qui, l'affermarsi o il rifluire
di correnti idealistiche e spiritualistiche e il diffondersi di atteggiamenti
culturali diversi e opposti ma accumunati dal rifiuto della ragione:
- superomismo;
- attivismo;
- pragmatismo;
- misticismo
panico;
- mito
dell'infanzia;
- estetismo;
- intuizionismo.
Il Decadentismo come movimento artistico-letterario
nasce in Francia intorno al 1880, contemporaneamente all'affermarsi del
positivismo, e ha origine dal rifiuto della realtà politica creatasi
con la repressione della Comune e con l'avvento di una società mediocre,
conformista e piccolo-borghese.
Emerge in queste circostanze un atteggiamento
tipico dei decadenti: quello del ribelle che aspira a spezzare ogni convenzione
sociale (e quindi artistica) e che è proteso verso nuove dimensioni
della realtà. Il termine "decadente" fu inizialmente usato in senso
spregiativo dai critici per indicare un gruppo di poeti ribelli alla rigida
disciplina parnassiana, che vengono disarticolando i versi e la sintassi
e si esprimono secondo un sistema di segni e di evidenze intollerabile
al volgo dei lettori; successivamente il termine è assunto dai poeti
stessi per affermare la loro diversità integrale rispetto
al gregge dell'uomo comune.
Il precursore del movimento (come
per il Simbolismo) è Baudelaire, il quale rifiuta i temi cari ai
romantici (descrizioni, rievocazioni storiche, esaltazione dei valori tradizionali);
fissa lo sguardo sull'uomo moderno, scopre i sentimenti più complicati
e inconsueti; respinge la poesia descrittiva, didattica, passionale: tende
a trasfigurare la realtà, anche la meno nobile, in immagini di pura
bellezza, ad elevarsi sulla realtà in purità di canto; e
nelle composizioni della maturità, egli si rivolge non alla realtà
sensibile ma a quel che è al di là della sensibilità
e dell'intelligenza, all'io profondo: mira cioè a fare della
poesia un mezzo di conoscenza metafisica. Per attuare questo suo disegno
ricorre alla suggestione musicale e al simbolismo dell'immagine, ad immagini-simbolo
che evochino le segrete analogie delle cose, i misteriosi rapporti che
creano la tenebrosa e profonda unità dell'universo:
apre cioè la via al Simbolismo.
Mentre sembrano molto sottili le
differenze tra Decadentismo e Simbolismo, quelli relative al Romanticismo
appaiono più nette: se l'io romantico era un "io" che avvertiva
il rapporto organico con gli altri uomini, in una società solidale,
un "io" le cui fondamentali componenti erano la ragione e il sentimento,
l'io decadente è un io-senso che si fonde con la vita della
natura: un io-istinto che si afferma nella sua volontà
di potenza, come superuomo, novello creatore di valori nei quali s'incarna
il suo egoistico capriccio; un io che avverte la realtà più
vera dell'uomo al di là del reale, nelle forze che sfuggono
alla ragione e ai sensi.
Già con la Scapigliatura in
Italia si eprimeva l'esigenza di rottura nei confronti della tradizione
ottocentesca: Fogazzaro, Pascoli (mito dell'infanzia e dell'inconscio),
D'Annunzio (estetismo, superomismo, panismo, nazionalismo), i Crepuscolari
(gusto malinconico e ironico delle piccole cose), i Futuristi (attivismo
e nazionalismo), i Vociani (intuizione della "poesia pura"), Svevo e Pirandello
(denuncia di una condizione umana di alienazione, di solitudine e di angoscia),
gli Ermetici.
Nel '900 comincia ad emergere il
bisogno di un'analisi più razionale della realtà. Si offriranno
all'uomo nuovi percorsi di conoscenza tracciati dalle rivoluzionarie scoperte
della psicoanalisi di Freud e della fisica di Einstein; l'intellettuale
dovrà misurarsi con questa nuova realtà: alla fase della
"crisi" succede nella civiltà decadente la fase della "coscienza"
e all'irrazionalismo s'intreccia una rinnovata razionalità. |
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