LA FRUTTA
 

 

Il pomo non casca lontano dall’albero e l’erba cresce

secondo il seme. (Popolare)

Il frutto fa conoscer l’albero. (Boccaccio)

Non vi son frutti sì duri/ che il tempo non maturi. (Popolare)

Il frutto segue il fiore, e buona vita, onore. (Anonimo)

Ogni frutto vuol la sua stagione. (Popolare)

Chi ha frutti non gli manca ospiti. (Popolare)

La noce è amara sol di fuori. (Popolare)

Quando la pera è matura, non occorre scuoterla. (Popolare)

Il fico è buono quando viene e l’uva quando passa. (Popolare)

 

Un altro alimento importante per i contadini era la frutta.

Con il termine frutto in botanica si indica la parte del fiore che persiste dopo la fioritura formando un contenitore che ospita i semi fino alla loro maturazione. In alcune piante tali contenitori hanno un involucro carnoso e vengono mangiati dagli animali, cosicché i semi, dopo aver attraversato indenni il tratto digerente dell’animale stesso, vengono espulsi e questi animali diventano agenti della disseminazione.

Comunque, per un frutticoltore il concetto di frutta risulta generalmente limitato ai "contenitori di semi" commestibili per l’uomo. La produzione di semi insita nella coltivazione della frutta non è fattore determinante, sebbene molti coltivatori riconoscano che la loro presenza è fondamentale per stimolare e sviluppare soprattutto le parti carnose del prodotto. I primi tentativi di coltivazione di specie fruttifere risalgono a più di 8000 anni fa. In Cina si coltivavano albicocche e pesche circa 3000 anni fa e frutteti molto ricchi e vari adornavano i pendii collinari dell’antica Persia. La capacità dei frutti di rispondere alle selezioni della riproduzione incrociata ha permesso agli orticoltori di migliorare le qualità ibride e l’aspetto di tutti i tipi di frutta.

Gli agrumi

Tutti gli agrumi nelle bucce contengono degli oli aromatici, usati a scopo culinario, nella preparazione di liquori e nell’industria dei profumi. Le arance, i limoni e i pompelmi, che appartengono alla famiglia degli agrumi, sono ricchi di vitamina C e la loro polpa è formata da cellule ingrossate a otricello, piene di succo acquoso, più o meno acidulo e colorato, racchiuso con i semi in logge (spicchi), che sono in numero di 5-12.

Quasi tutti gli agrumi sono originari della Cina e apparvero in India durante il I secolo a.C., mentre in Occidente non si diffusero prima del XVII secolo. Il pompelmo, invece, è originario delle Indie occidentali ma si ritiene sia derivato da un’ibridazione.

La polpa fibrosa della maggior parte degli agrumi è commestibile, mentre viene scartata la buccia, sebbene alcune specie come il cedro vengano coltivate esclusivamente per la buccia che è spessa e fragrante. Le scorze di arance e limoni aggiunte alle marmellate danno loro corpo e sapore; esse vengono anche impiegate candite nella preparazione di torte e in pasticceria.

Il succo degli agrumi era estremamente importante al tempo della navigazione a vela, quando i viaggi per mare duravano tanto e le verdure non potevano mantenersi fresche: i marinari, infatti, lo bevevano per evitare di contrarre lo scorbuto, una malattia dovuta alla carenza di vitamina C.

I frutti della famiglia delle rose

Moltissimi frutti derivano da piante della famiglia delle rose (Rosaceae), come la mela, la pera, la ciliegia, la pesca, l’albicocca e la susina. Gli alberi di questa famiglia sono molto resistenti e sono diffusi nelle regioni temperate. Mele e pere sono originarie dell’Afghanistan e oggi occupano il secondo posto nella graduatoria dei frutti più importanti, subito dopo l’uva. I maggiori produttori sono gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, la Svizzera, l’Italia e gli stati balcanici.

Gli alberi più grandi stanno diventando meno economici a causa dei costi elevati che comportano le operazioni di potatura e raccolta. Oggi si tende, quindi, a coltivare alberi più piccoli, particolarmente meli e peri, piantandoli a schiera e a distanze più ravvicinate, fertilizzandoli, irrigandoli regolarmente ed effettuando tutte le operazioni direttamente senza scale, cosa che è stata possibile grazie alla creazione di portainnesti nani o seminani.

Sono in via di sperimentazione anche le raccoglitrici meccaniche, ma le macchine attuali danneggiano troppo i frutti per poterli vendere come raccolto di qualità o per poterli conservare a lungo, e perciò solo alcuni tipi di mele da sidro vengono raccolte meccanicamente.

I peri fioriscono rigogliosi nelle regioni a clima più temperato e sono diffusi in tutto il mondo in oltre 5000 varietà. I frutti maturano in periodi brevissimi e devono essere raccolti subito perché, una volta maturi, si rovinano rapidamente. In Canada, in Australia e in Sudafrica gran parte del raccolto viene inscatolato mentre in Francia, Germania, Svizzera e Gran Bretagna, parte del raccolto è utilizzato per la fabbricazione del sidro di pere.

I frutti da tralcio

L’uva, che cresce in grappoli e possiede qualità digestive e terapeutiche, viene coltivata soprattutto per la produzione del vino, ma anche per il consumo diretto o per essere essiccata per la produzione di uva passa.

Molte varietà di melone derivano dalla varietà Cucumis melo e comprendono il popone, un frutto dalla scorza rugosa e spessa coltivato in Italia ma originario dell’Armenia, e il melone giallo, probabilmente originario del Sud-Est asiatico.

Meloni e uva possono essere facilmente danneggiati dal gelo, e perciò sono coltivati all’aperto solo in regioni a clima temperato caldo e subtropicale, dove la temperatura, anche nei mesi invernali, non scende mai al di sotto di certi valori.

Gli alberi da frutto dei climi temperati sono quasi tutti decidui, e molti di essi essendo in grado di resistere a temperature inferiori a –7 oC durante l’inverno, non possono crescere in climi tropicali o subtropicali in quanto, per svilupparsi in modo normale, hanno bisogno di un’esposizione prolungata alle basse temperature.

Nella frutta fresca è prevalente il contenuto in sostanze zuccherine soprattutto glucosio e saccarosio; particolarmente rilevante ai fini alimentari e anche l’apporto di acidi organici, sali minerali e vitamine.

La frutta fresca, invece, è ricca di proteine e lipidi. E’ necessario che le diverse tecniche di conservazione della frutta mantengano inalterati i principali costituenti nutritivi, garantendo lo svolgimento dei principali processi metabolici che stanno alla base della maturazione dei frutti.

Nelle usanze gastronomiche dei vari Paesi, la frutta occupa posti diversi: in Italia e in altre nazioni che si affacciano al bacino mediterraneo, viene consumata in massima parte fresca ed è la naturale conclusione del pasto; nei Paesi dell’Europa sett. È servita generalmente cotta o secca; in Oriente la si preferisce conservata o sciroppata.

Oggi la frutta viene coltivata in modo diverso in confronto ad allora:
prima, si utilizzavano concimi naturali, derivanti dagli animali e le piante venivano curate senza le sostanze chimiche di oggi.

Nella nostra "era" usiamo dei pesticidi contro gli insetti, dei concimi artificiali, e annaffiamo le piante attraverso gli impianti di irrigazione.

Oggi insieme ai prodotti di stagione, possiamo mangiare anche quelli che non lo sono, che vengono coltivati nelle serre.

Nel nostro periodo la frutta, come tante altre materie prime si suddividono in due categorie completamente diverse: quelli BIO e O.G.M (PRODOTTI GENETICAMENTE MODIFICATI)

Paul Cezanne - Natura morta con mele e arance

 

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