Amedeo Fagiano, nato a Castelplanio (AN) l’8 aprile 1921 e,
dopo la seconda guerra mondiale, residente in Osimo
(AN) fino alla sua scomparsa, ha conseguito la licenza di volo antecedente lo scoppio del conflitto ed
è stato pilota militare durante il periodo della seconda guerra mondiale,
volando sia per la Regia Aeronautica che per la Aeronautica Nazionale
Repubblicana, affrontando con questa ultima numerose missioni e combattimenti
aerei a difesa del suolo italiano.
Durante la
sua carriera militare pilotò moltissimi tipi di velivoli, sia di costruzione
italiana che straniera tra i quali: Breda Ba 25, Ro 41, Fiat Cr 30, Fiat Cr 32,
Fiat Cr 42, FN 305,
Fiat G 50, Macchi Mc 200, Macchi Mc 202, Fiat G 55 e Messerschmitt Bf 109.
Dall’esame
del suo libretto di volo risulta che l’Allora S. Tenente ha conseguito il
brevetto militare con la Regia Aeronautica in data 17.01.1943, data nella
quale effettuò un volo di 25’ ai comandi del caccia biplano Fiat Cr. 42.
Successivamente iniziò il passaggio e l’addestramento con aerei più moderni e
prestanti fino alla data del 12.07.1943, data che coincise con l’ultimo volo
effettuato con le insegne della Regia Aeronautica a causa degli eventi
sfavorevoli della guerra e del mutato panorama politico italiano.
Successivamente al drammatico 8 settembre 1943, l’allora S. Ten A. Fagiano
unitamente ad altri piloti italiani fu condotto dai tedeschi in un campo di
prigionia in Polonia. In seguito, per vari motivazioni e venuto a conoscenza
che nel frattempo in Italia si era ritornati ad una certa “stabilità”
politica, decise di aderire alla neonata aviazione della Repubblica Sociale
Italiana, l'Aeronautica Nazionale Repubblicana, anche allo scopo di difendere
il suolo italiano martoriato dai continui bombardamenti alleati.
Inquadrato nella
1^ Squadriglia “Gigi Tre Osei” del II° Gruppo Caccia, il celebre "Ghost Group",
aveva come comandante di squadriglia il valoroso Cap. Ugo Drago, asso
dell’aviazione italiana con 15 vittorie.
Il suo reparto,
all’epoca dislocato nella base di Aviano, aveva l’arduo incarico di difendere
i cieli e le città del nord Italia dalle continue e devastanti incursioni
dell’aviazione anglo-americana.
Il “Black 1”,
suo aereo personale pilotato dal 20.06.1944 fino al termine del conflitto, era
un Messerschmitt Bf 109G-6/U3, ed aveva come numero individuale l’1 nero
bordato di bianco, in quanto il comandante di squadriglia Ugo Drago aveva scelto il
numero 7.
Durante vari
combattimenti avvenuti tra il 1944 e l’inizio del 1945, fu diverse volte
inquadrato e colpito dalle armi dei velivoli avversari che provocarono
numerosi danni ai suoi velivoli (Fiat G.55 e Bf 109G-6), ma fortunatamente non
subì mai alcun danno personale.
In particolare il
12 novembre 1944, nel corso di una delle molteplici missioni effettuate a
difesa dei cieli italiani, durante un acceso duello aereo riuscì a colpire ed
abbattere il caccia americano P-47 “Thunderbolt” del 350th FG,
pilotato dal S. Ten. G.C. Pape.
Terminato il
conflitto abbandonò l’aviazione e tornò alla vita civile. Studiò presso la
facoltà di Bari dove si laureò in Medicina, prese due specializzazioni, una in
neurochirurgia e una in otorinolaringoiatria, diventando in seguito uno stimato e
apprezzato medico specialista, esercitando la professione fino al 1990. Amedeo
Fagiano è
scomparso in Osimo il 6 agosto 2005.
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