BATTAGLIA AEREA DEL 25
MAGGIO 1944
C’era preallarme, seduti
sotto la cannucciaia di cui era fatta “l’Osteria della Giconda” (il nome della
barboncina nera di Valenzano) ci misero davanti il pranzo.
Razzo col botto e stella
bianche: significava partenza immediata per formazioni nemiche sul campo!
Presi in mano la fettina
di carne, corsi al mio G 55 e mentre mi mettevo il paracadute ingoiai qualche
morso.
Il tettino dell’abitacolo
tonfò su di me, l’apparecchio andò in moto, altri rullavano nel sole del
mezzogiorno mentre prendevo il mio posto e decollavano mentre io decollavo:
era come avessero buttato una pietra sul nido delle vespe.
Si compose la formazione
e si cabrava decisi verso i 4000 e verso Piacenza. Presto vidi in alto a
sinistra due o tre grosse formazioni serrate di quadrimotori e poi attorno i
puntini delle scorte dirette dei loro caccia. Ci mettemmo in rotta parallela
sulla loro destra e man mano che si era poco sopra alla loro quota, le
squadriglie si trasformavano in fila indiana tuffandosi contro i bombardieri.
Lasciai sfilare la mia
pattuglia, ero a sinistra di Drago, e finivo 4° di fila indiana, più avanti ed
in alto di me a destra vidi Orsolan per l’ultima volta vivo.
Quasi contemporaneamente
mi arrivò addosso una grandine di traccianti e vidi cinque o più Lightning
che in fila indiana mi puntavano dall’alto e a destra.
Tirai virando
violentemente la cloche e partii in autorotazione : ero allo spiedo!
Buttai avanti la cloche e
l’aereo andò giù di muso, mentre io guardavo già in alto.
La fila indiana che mi
aveva sparato sfilava ruotando, io ero sotto al centro e richiamai. L’aereo
riuscì a sollevare il muso e vidi le mie traccianti piovere sugli ultimi due
dei loro, altri cinque Lightning mi piombavano avvitandosi in fila indiana a
sinistra dall’alto addosso, e non avevo più velocità.
Mi ributtai giù in
candela e ruotai brusco a sinistra, poi ancora a sinistra, poi all’ improvviso
a destra per sfuggirgli. Il terreno sotto bolliva di bombe e dovetti
richiamare.
Non vedevo più nemici e
non capivo più bene.
Feci un giro a sinistra e
guardavo la bussola, poi a destra e vidi il Po.
Feci scorrere il
finestrino perché avevo un sudore freddo e poggiai il capo al suo bordo.
Segui il fiume e presto fui a Cascina Vaga.
Girai attorno a sinistra
ed atterrai da Sud, ma l’aereo si fermò in mezzo al campo perché la gomma
destra era forata.
Scesi, sentivo che da
quando mi ero sganciato restavo un ottimo bersaglio.
Lento e sornione il
Maresciallo Cavagnino venne a vedere perché stavo li. Rispettoso e cordiale
sorrise e mi strinse la mano “felicitazioni tenente per il suo primo
combattimento”.
Mi guardo la mano: è
questa stessa e sente ancora la sua e sbotto a piangere di nostalgia.
Girai attorno all’aereo,
c’erano obliqui a sinistra dal davanti vari fori in coda, il grosso gancio da
bombe del G 55 su l’ala destra era staccato dai colpi, il bordo dell’ala era
sfondato e poggiata sul longherone c’era ancora una grossa pallottola
deformata ad s: era una esplosiva.
Note del
Webmaster:
dall'esame del suo libretto personale di volo risulta inoltre:
- Velivolo G 55;
- Campo di partenza: Cascina Vaga;
- Campo di arrivo: Cascina Vaga;
- Durata del volo: 55';
- Quota 6.000 mt.;
- Partenza ore 13,05 - Arrivo ore 14,00;
- Partenza su allarme Combattimento;
- 10 Lightning affrontati, 1 mitragliato,
250 colpi cal. 20 sparati, velivolo di Fagiano colpito.
Rappresentazione grafica
della battaglia aerea by Gabriele Valentini |