AMANTEANI NEL MONDOC’era una volta … |
’A Mantiella ’a terza |
Non è che poi bisogna andare tanto lontano nel tempo: trenta o quaranta anni fa la nostra cittadina era il vanto di tutti i suoi abitanti! “ ’A Mantiella ’a terza ” … A quei tempi ero bambino, ma di allora conservo vivide immagini di strade larghe e pulite, grandi spazi verdi, tante barche di pescatori su una spiaggia incontaminata ed immensa per attraversare la quale, d'estate, se non volevamo “pilarci” i piedi, dovevamo scavare “i fontarelle” per raggiungere la battigia. Erano i tempi di Nicodemu, Mammapisce, Gesù Cristu d'a Chiazza … Il mercato ortofrutticolo domenicale si stava trasferendo, a mano a mano, dalla Piazza alla Taverna e le “pedestri” coppiette potevano appartarsi “allu vicu i l'erva”, “sutt'i mura” o nella più centrale “via d'i cessi” … |
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Per le strade circolavano solo pochissime macchine e un solo camioncino (’a carovana): coppie di buoi trascinavano dalla stazione gli enormi tubi della S.I.A.L.V.A. nei quali, a sera, i bambini del quartiere continuavano “il gioco della guerra” mentre i giovani, seduti sul muretto della scuola, guardando le strutture dello stabilimento in costruzione, sognavano di potere lavorare anche loro “nell'industria”, come al nord ... Il “Lido azzurro”, allora, era costruito in legno ‑ tipo palafitta ‑ ed era un locale molto frequentato sia sulla pista da ballo, che sotto… nel “paradiso dei guardoni”… E c'era “L'Arena Pozzo” dove in agosto si andava al cinema e, qualche volta, si ballava al suono della “famosa” orchestra Monizza… Una corriera sgangherata, della ditta Santelli, sbuffando e arrancando, ogni mattina ci portava a Cosenza attraverso le nebbie di Potame e ci regalava al ritorno, appena scollinata Cannavina, le immagini di rossi e sereni tramonti sui quali, immancabilmente si stagliavano le lontane Eolie e uno Stromboli fumante… E ad ogni tornante, Ricuzzu, a colpi di clacson o di tromba, avvisava le famiglie di calare la pasta… Erano tempi in cui, nonostante S. Francesco e la stazione, Amantea era più grande ed importante di Paola, come viabilità, negozi, cinema ecc. e raccoglieva il più grande numero di turisti di tutta la costa tirrenica cosentina. Purtroppo, poi, è sopraggiunto il benessere col suo cemento e la democrazia con la libertà di fare ciascuno i propri comodi e “ ’a Mantiella ’a terza ” è scomparsa in un intreccio arruffato di costruzioni. Le strade larghe e pulite d'allora, sono le viuzze inadeguate d'adesso, mai completamente pulite, quasi sempre dissestate, invase da un traffico sempre più caotico e soffocante. A ricordare la tradizione marinaresca è rimasta solo qualche barca di legno che a stento riesce a ripararsi nell'esile striscia di spiaggia sempre più incalzata da un mare che avanza per riprendersi quanto gli uomini gli hanno tolto negli ultimi tre secoli… La S.I.A.L.V.A. fu ultimata ed inaugurata in un'atmosfera festosa riempita delle note di “Fratelli d'Italia” e “Stelle e Strisce”. Dopo i discorsi furono avviate le macchine e l'industria italo‑americana lavorò per alcuni giorni prima di chiudere, per sempre, i suoi nuovissimi battenti… Così come restò solo un sogno industriale la “Polimode” e il più recente conservificio “Longo”… I giovani, che non stanno più seduti sul muretto della scuola, ma quasi tutti su motorini alla moda, continuano a sognare “l'industria” qui al sud, per non dovere necessariamente emigare al nord. Il “Lido azzurro” è diventato un bunker di cemento assediato dal mare e a Cosenza ora si va con l'auto personale via autostrada... E' innegabile il cammino del progresso: ma lungo la strada, io credo, si sia perduta “Mantiella ’a terza”. (Il brano è tratto da un articolo di Pino Del Pizzo, scritto nel 1980 per “IL MATTINO” di Napoli, ma sembra essere ancora attuale) NOTE per i non amanteani:
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