IL TEMPO La misura del tempo - Gli orologi
Lo gnomone e la meridiana
La meridiana è
formata poggiando lo gnomone su di un piedistallo dove sono state poste
delle tacche. Osservando la posizione dell'ombra del Sole rispetto alle
tacche è possibile sapere con buona approssimazione l'ora del giorno. Alcuni allievi hanno fotografato dele belle meridiane! Clicca qua per vedere le loro foto.
La clessidra L'orologio solare funziona solo di giorno e solo
se il cielo è sereno. Per segnare il tempo di notte o quando
il cielo è nuvoloso andrebbe bene la Nel 1300 furono inventate le prime clessidre a sabbia di cui vennero costruiti diversi modelli in grado di misurare intervalli di tempo variabili da pochi secondi a ventiquattro ore. Svariati furono anche gli utilizzi di tali orologi. Essi erano usati sulle navi dove non si potevano imbarcare orologi di altro tipo, nei tribunali per misurare il tempo da concedere agli avvocati per la difesa dei loro assistiti, nelle officine e, fino al 1800, per sentire il polso dei malati.
I primi orologi meccanici Bisognerà aspettare fino alla fine del XIII secolo per vedere la nascita di un nuovo tipo di orologio, il cosiddetto orologio meccanico, un marchingegno piuttosto complicato e ingombrante che implicava il lavoro sincrono (cioè contemporaneo) di molti elementi. A muovere il tutto provvedeva un peso legato ad una corda avvolta intorno ad un asse orizzontale, o "tamburo". Via via che il peso si portava verso il basso la corda costringeva l'asse a girare su se stesso. Quest’asse rotante, a sua volta, metteva in azione una serie di ingranaggi i quali erano collegati ad una lancetta che indicava le ore o a dei campanelli che suonavano ad intervalli di tempo regolari. Naturalmente quando la corda si era completamente srotolata dal tamburo, bisognava riavvolgerla: più che di un orologio si trattava quindi di una specie di argano.
Il pendolo Nel 1581, all'età di soli 17 anni, Galileo
Galilei scoprì che l'oscillazione di un pendolo avviene
ad intervalli regolari di tempo, e ciò indipendentemente dalla
massa usata e dall'ampiezza dell'oscillazione stessa. In altre parole,
il tempo impiegato dal pendolo per andare e tornare in un viaggio di
oscillazione La storia vuole che lo scienziato pisano arrivasse a questa scoperta osservando una lampada oscillare, sotto la spinta di una corrente d'aria, nella cattedrale della sua città, mentre assisteva ad una funzione religiosa. Si dice anche che per controllare l'isocronismo delle oscillazioni della lampada il giovane Galilei, a quel tempo studente di medicina, si sia avvalso delle pulsazioni del proprio polso. L'isocronismo del pendolo non è affatto ovvio perché l'intuizione ci porterebbe a credere che le oscillazioni ampie debbano durare di più di quelle strette, invece Galilei notò che quando l'ampiezza era grande il moto era veloce, mentre quando era piccola il moto era lento e quindi il tempo per completare l’oscillazione in definitiva era lo stesso (Oggi sappiamo che non è esattamente così, ma la differenza è veramente minima e per molti aspetti insignificante).
Un orologio scientifico: l'orologio a pendolo
L'orologio al quarzo
L'orologio al Cesio Attualmente, l'orologio forse più preciso
è quello al Cesio, inventato nel 1955 dal professore Louis Essen.
Su tale orologio è basata l'attuale
definizione del secondo. (Pagina presa ed adattata dalla pagina Web "Cose di Scienza", a cura di Antonio Vecchio)
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