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Questo schema-sunto riprende la divisione in introduzione, capitoli e conclusioni del lavoro integrale, evidenziando alcuni punti chiave e rappresentativi.
Il filo conduttore di tutto il lavoro è l’idea del distretto turistico sulla falsariga del distretto industriale, che passi per una pianificazione strategica a rete che valorizzi le risorse del milieu locale attraverso la creatività e la voglia di fare degli attori tutti del territorio (istituzioni, aziende, cittadini). Per distretto turistico intendo non solo una comunità con un sistema di valori, non solo peculiarità storico-naturalistiche di un territorio, non solo quella ”atmosfera” favorevole alla cooperazione e allo sviluppo, ma anche, il risultato di un processo di interazione dinamico fra la comunità locale e il visitatore, direi quasi una simbiosi che porta a reciproca soddisfazione.
Il percorso inizia con una introduzione nella quale definisco il territorio base oggetto dello studio (Ostuni, Ceglie Messapica, San Vito dei Normanni, Carovigno, San Michele Salentino) e il perché del titolo. Si prosegue con i capitoli che iniziano da cenni sulle risorse del territorio per giungere alla definizione del prodotto turistico Altosalento Riviera dei Trulli e, quindi, al nostro cliente finale fruitore e “consumatore” del nostro prodotto.


Primo capitolo
LA NOSTRA MATERIA PRIMA

Un’ analisi che presenta uno spaccato del territorio evidenziando solo alcune peculiarità, anche particolari, per definire una pianificazione strategica dell’area.
 1.1 IL TERRITORIO: azzurro (mare e cielo), verde (uliveti, boschi di macchia mediterranea e querce secolari), bianco (centri storici, trulli e architettura rurale), sono i colori che identificano il territorio.
 1.2 UN PO’ DI STORIA E PREISTORIA: In questo paragrafo, come in altre parti del lavoro, sono presenti brevi racconti e aneddoti con lo scopo non solo, spero, di rendere piacevole la lettura, ma per evidenziare, in questo caso, nuove risorse turistiche e modi innovativi di promozione. Un racconto, di una storica battaglia, ben si presta alla sceneggiatura di un film.
 1.3 L’ALTOSALENTO AFFASCINA: registi, attori, gente dello spettacolo e della cultura e da qualche anno anche gruppi di inglesi sono attratti dal territorio, tanto da stabilirne la loro seconda residenza.
 1.4 IL MARE: evidenzio, non tanto la classica immagine standardizzata del mare quanto la particolarità di alcuni angoli.
 1.5 GLI ULIVETI: si passa dall’azzurro del mare al mare verde degli uliveti capillarmente diffusi dalla costa alla collina. Sottolineo la produzione di olio ‘DOP Collina di Brindisi’, il nostro oro verde.
 1.6 IL VINO: un aneddoto sul brindisi ben augurale con vino locale prodotto, ancora oggi dai nostri contadini, con metodi tradizionali.
 1.7 LA GASTRONOMIA: la gastronomia come un elemento forte di richiamo turistico. La cucina dell’Altosalento è casereccia e genuina, nel tempo non ha subito sostanziali alterazioni, le ricette sono tramandate di generazione in generazione, fino ai giorni nostri.
Il capitolo si chiude con cinque paragrafi dedicati ai comuni, un succinto estratto di alcune peculiarità, evidenziando in particolare il bianco dei centri storici.
 1.8 CEGLIE MESSAPICA
 1.9 OSTUNI
 1.10 CAROVIGNO
 1.11 SAN VITO DEI NORMANNI
 1.12 SAN MICHELE SALENTINO


Secondo capitolo
CHI SIAMO,DA DOVE VENIAMO?

Descrivo la civiltà contadina che ha prodotto questo nostro ambiente rurale apprezzato dai visitatori. Questa civiltà contadina è ben presente nel nostro territorio, e sino ad oggi questo nostro milieu ha, tutto sommato, ben coniugato modernità e comodità con tradizione.
 2.1 IL TRULLO: dal bianco dei centri storici al bianco dell’architettura rurale di cui il trullo rappresenta il simbolo. Parlo del trullo come emblema della civiltà contadina altosalentina.
 2.2 LA MASSERIA: indico le masserie (fattorie) come le nostre ‘industrie’ di ieri e di oggi, richiamando l’attenzione sull’autenticità che deve essere conservata evitando che tutto si banalizzi in un folclore di facciata.
 2.3 RURALITA’ DEL TERRITORIO: dati e considerazioni sul territorio che evidenziano un considerevole numero di piccolissime aziende agricole.
 2.4 POPOLAZIONE E TERRITORIO:In questo paragrafo ci sono alcune tabelle di fonte Istat da me rielaborate. Riporto per comuni e località più importanti il numero di abitazioni sviluppando il tema delle seconde case. Una tabella riporta la popolazione per comuni dal 1861 ad oggi con alcune considerazioni.
 2.5 UN APPROFONDIMENTO STORICO-SOCIOLOGICO: in questo paragrafo ripercorro velocemente alcuni momenti storici e sociali dall’Unità d’Italia ad oggi con alcuni dettagli per i singoli comuni. Parlo del latifondo, della crisi agraria, del sogno americano, del dopoguerra, degli anni 50 e 60 con la forte ondata di emigrazione verso il Nord e infine degli anni 70 e 80 con la crescita del turismo e il diffondersi di piccole e medie aziende del settore tessile-abbigliamento.
 2.6 ALCUNE TENDENZE IN ATTO: saldo migratorio e saldo naturale negativi; invecchiamento della popolazione; nuova emigrazione in particolare di giovani con alta scolarizzazione; numero crescente di italiani e stranieri (in particolare inglesi) che acquistano abitazioni rurali e nei centri storici per abitarci buona parte dell’anno.


Terzo capitolo
LE NOSTRE MAESTRANZE

Per maestranze intento gli operatori turistici, le aziende di ogni settore, gli enti locali, le istituzioni e tutti i cittadini.
 3.1 DAL COMUNE AL DISTRETTO: Punto nodale é che le nostre maestranze tutte, dagli enti locali ai cittadini, devono superare la logica del comune per passare a quella del distretto.
 3.2 UN PO’ DI CRITICA …MA COSTRUTTIVA: non vuole essere una sterile polemica ma, uno stimolo al cambiamento;
 3.3 CICLO DI VITA DELLE DESTINAZIONI TURISTICHE: Riprendo, la classificazione che Butler fa del ciclo di vita delle destinazioni turistiche inserendo (secondo un mio personale parere) le cittadine altosalentine nei vari stadi.
 3.4 CREDERE NEL DISTRETTO: Il distretto presuppone una progettazione e una programmazione dal basso in un tipico approccio bottom up, tutti sono coinvolti, tutti devono crederci per lo sviluppo economico del territorio.
 3.5 COSA DEVONO FARE LE MAESTRANZE: devono attivarsi per fidelizzare e soddisfare il cliente; un turista è un cliente che dà lavoro direttamente agli operatori turistici ma indirettamente a tutta la comunità, quest’ottica va sempre tenuta presente.
 3.6 LE STRUTTURE RICETTIVE: La ricettività alberghiera è concentrata lungo la costa dove ci sono 12600 posti letto contro una ricettività totale dell’Altosalento - Riviera dei Trulli di 13800 posti, in termini percentuali siamo al 91%; villaggi turistici e campeggi rappresentano il 70% dei posti letto.
 3.7 SVILUPPO AUTOCENTRATO: è il modello che ispira questo lavoro sul distretto turistico cioè un network, un sistema. Perno basilare e inimitabile è il “milieu Altosalento ”, vale a dire l’insieme dei caratteri sociali, economici e culturali sedimentatisi nel nostro contesto locale nel corso della storia, il milieu rappresenta l’identità di un sistema territoriale, il proprio capitale da investire.
 3.8 LE LOCALITA’ MARINE: mi soffermo, oltre che su un’analisi delle principali località marine,  sul fenomeno dell’edilizia selvaggia e sulla mancanza di piccoli alberghi e pensioni (le strutture presenti sono alberghi a tre e quattro stelle, villaggi turistici e campeggi).
 3.9 OCCORRE UN BRAINSTORMING DI IDEE: occorre una nuova produzione, particolare e importante: una produzione di idee da partorire nella mente degli imprenditori, degli amministratori e dei cittadini che devono confrontarsi creando e innovando .
 3.10 FLUSSI TURISTICI NELL’ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI: Le presenze turistiche ufficiali relative agli esercizi alberghieri nel 2004 sono state 683.742,  gli arrivi 93.882. Nel 2005 buon incremento per gli arrivi (99.815) e per le presenze (731.370).  Per il 2006 si prevedono dati in linea con il 2005.  -i dati si riferiscono ai cinque comuni trattati in questo lavoro: Ostuni, Ceglie, San Vito, Carovigno e San Michele-
 3.11 SUGGERRIMENTI PER LA RICETTIVITA’: piccole strutture alberghiere anche nella formula bed and breakfast; albergo diffuso nelle case in pietra locale dei centri storici; agriturismo; fattorie didattiche; villaggi turistici rurali.



Quarto capitolo
DOVE VOGLIAMO ANDARE?

Una destinazione turistica, con ambizione di essere un distretto, è come una grande azienda: un’azienda collettiva. Pertanto, cosi’ come nelle aziende, è necessario effettuare una diagnosi, in questo caso del territorio, per poi passare a sviluppare una pianificazione e una strategia che passi attraverso un piano d’azione combinato di marketing turistico e territoriale.

 4.1 ANALISI SWOT:
Punti di forza del territorio
• patrimonio storico-architettonico e culturale unico;
• elevata valenza paesaggistica del territorio;
• mare pulito;
• presenza di aree naturalistiche;
• buon livello della qualità della vita;
• produzioni agricole di valore adatte allo sviluppo di filiera;
Punti di debolezza del territorio
• ridotta propensione alla cooperazione;
• scarsa integrazione e polverizzazione dei servizi turistici;
• concentrazione delle presenze in ristretti periodi dell’anno;
• scarsa valorizzazione e catalogazione del patrimonio ambientale e culturale;
• sviluppo di aree residenziali turistiche in aree naturali sensibili.
Opportunità
• possibilità di diversificare e destagionalizzare l’offerta turistica;
• evoluzione dei consumi verso una maggiore domanda di prodotti di qualità e tipici;
• buoni collegamenti stradali e ferroviari;
• vicinanza di ottime strutture aeroportuali e portuali;
• buona immagine sul mercato italiano ed estero.
Minacce
• fragilità e vulnerabilità delle aree di pregio ambientale e naturalistico;
• riduzione del presidio ambientale dovuto al progressivo abbandono delle campagne da parte dei contadini;
• colonizzazione del territorio da parte di tour operator e villaggi vacanze con scarse ricadute economiche sul territorio;
• congestionamento di alcune località turistiche in alcune settimane estive con superamento della capacità di carico ambientale, sociale ed economica.
 4.2 MISSIONE E OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI:
 missione: sviluppo economico del territorio attraverso l’integrazione dell’agricoltura, dell’artigianato e del terziario con il turismo;
 obiettivi di carattere generale: valorizzare e migliorare il territorio;
 obiettivi di carattere specifico: creatività e imprenditorialità per offrire risposte alla crescente domanda di ambiente e cultura.
 4.3 PIANO D’AZIONE: questo paragrafo non vuole essere un vero e proprio piano d’azione, mi limito solo ad esprimere alcune idee per migliorare l’offerta.
 4.4 LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI: Le amministrazioni devono acquisire una mentalità di marketing. Politica urbana e del territorio devono integrarsi con la politica turistica.


Quinto capitolo
IL NOSTRO NUOVO PRODOTTO FINITO, LA CONFEZIONE E L’ETICHETTA.

I turismi che l’Altosalento-Riviera dei Trulli può offrire sono il turismo balneare, il turismo rurale, il turismo culturale, il turismo enogastronomico; si innestano e si confondono fra loro dando origine a dei prodotti turistici con caratteristiche particolari e inimitabili, componibili in modi diversi per rispondere in maniera appropriata, personalizzata e non standardizzata, alle esigenze dei nostri ospiti. Su questo assunto ruota il quinto capitolo.
 5.1 TURISMO FOLCLORISTICO: una miscela di tradizioni, folclore, usi e costumi ancora vivi fra la nostra gente; il paragrafo si suddivide in quattro sottoparagrafi.
 tarantismo;
 credenze popolari superstizioni e riti;
 feste patronali;
 fiere e mercati;
 5.2 TURISMO CULTURALE: Il turismo culturale dell’Altosalento è vario e articolato, dai “gioielli di famiglia” come i centri storici, i castelli, le chiese cattedrali, i resti della civiltà messapica, ai piccoli gioielli spesso dimenticati dagli stessi cittadini, ma che colpiscono il turista per la loro semplicità. Sono quattro i sottoparagrafi:
 le cappelle campestri, le chiesette rurali, le chiese cripte;
 l’arte nelle città;
 le istituzioni culturali – musei e dintorni;
 la nostra terra, bella fuori e bella dentro (muretti a secco, lame e terrazzamenti fuori, grotte con stalattiti e stalagmiti dentro).
 5.3 TURISMO ENOGASTRONOMICO: qualche curiosità culinaria e piatti tipici, elementi portanti di questo tipo di turismo.
 5.4 IL COMPITO DEL DISTRETTO:confezionare ed etichettare il prodotto, nelle sue numerose varianti, esaltando gli elementi di unicità e autenticità, e divulgando un marchio unico e identificativo del territorio e dei prodotti tipici.
 5.5 UN’OFFERTA SISTEMATICA E INTEGRATA: Il nostro nuovo prodotto turistico è dato dal patrimonio unico e distintivo ereditato dal passato, assolutamente non alternativo al modello sole-mare ma complementare e ad esso intimamente connesso.


Sesto capitolo
IL NOSTRO CLIENTE E IL POSIZIONAMENTO CONTINUO

Partendo dall’idea che bisogna fidelizzare e rafforzare il turismo già esistente, ma che nel contempo bisogna passare a un approccio strategico selettivo, riporto alcune considerazioni personali sui gruppi del mercato turistico che interessano il comprensorio altosalentino. Dapprima esamino i segmenti presenti per poi passare a tracciare i futuri segmenti da sviluppare o correggere.
 6.1 ESCURSIONISMO: l’Altosalento per la sua collocazione geografica si presta al turismo dei day trippers, viaggiatori di un giorno, che provengono in buona parte dalle aree urbane pugliesi.
 6.2 IL TURISMO SHORT BREAK: questo nuovo modo di fare turismo trova riscontro in particolare nelle aziende agrituristiche, non solo in estate ma anche, in crescendo, nelle stagioni di spalla.
 6.3 IL TURISMO RESIDENZIALE: alimenta flussi provenienti dall’area metropolitana di Bari, dal Nord Italia e da qualche anno dall’Inghilterra.
 6.4 IL TURISMO BALNEARE: è oggi il turismo trainante nel comprensorio. La clientela è varia ma predomina il target famiglia.
 6.5 TURISTI VFR: visitatori di parenti e amici; è un segmento ancora ben presente nella nostra zona, considerata la forte emigrazione che abbiamo avuto.
 6.6 CONSIDERAZIONI SUI MERCATI TURISTICI : il mercato oggi non richiede turismi diversi da offrire a segmenti diversi, ma richiede turismi plurimi inseriti in un prodotto, che vedano il turista non soggetto passivo e contemplativo ma attivo e partecipativo.
 6.7 QUALI TURISTI PER L’ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI? tre mascrosegmenti:
 turisti con una istruzione medio alta, una elevata consapevolezza ambientale e sociale, provenienza dalle città del nord Italia e dal centro-nord Europa; ricercano autenticità e tranquillità;
 una seconda classificazione comprende il variegato target delle famiglie che si orienta su un turismo balneare, ma che apprezza la visita dei centri storici e delle campagne.
 in una terza segmentazione, rientrerebbero i loisirs e i viaggi di prossimità; questi visitatori provengono quanto da Bari o Taranto piuttosto che da Milano o Londra, sono tutte città che distano da meno di un’ora d’auto a meno di un paio d’ore d’aereo; il loro soggiorno è di qualche giorno.
 6.8 I TURISTI DI TERZA GENERAZIONE: sono quelli che ricercano l’autenticità e l’identità di un territorio, viaggiano per conoscere e per conoscersi, amano le cose semplici e tradizionali. E’ questo, non solo il profilo della nuova figura di turista in generale, ma in particolare è il profilo base del nuovo turista altosalentino.
 6.9 IL POSIZIONAMENTO CONTINUO: il posizionamento è come l’ombra che segue il mercato, non è qualcosa di statico ma dinamico, flessibile ed elastico per assecondare i cangianti gusti del cliente nell’osservanza, sempre, dell’ autenticità del territorio.
 6.10 LA DESTAGIONALIZZAZIONE: presuppone politiche di marketing e politiche di yield management ben studiate.


CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI FINALI

Il lavoro termina con alcune considerazioni finali che si riassumono nei punti evidenziati nelle righe seguenti.
La crescita e lo sviluppo dell’area altosalentina passa attraverso il distretto, che attui un’integrazione sia verticale (di filiera) quanto orizzontale (di varietà di prodotti e servizi). Il distretto turistico deve tendere a valorizzare i ricchi giacimenti ambientali-culturali presenti e a rafforzare la fiducia interpersonale, interaziendale e interistituzionale con una nuova metodologia di lavoro.
Occorre investire nella creatività, perché è la forza vincente che consente di creare e mantenere quel vantaggio competitivo indispensabile per un territorio che ha l’ambizione di moltiplicare i suoi utilizzatori turistici.
 

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