Perché si diventa Testimoni di Geova

Vorrei cercare di spiegare quali sono le motivazioni che inducono molte persone ad unirsi ai Testimoni di Geova (TdG) e ad altri gruppi simili al loro.

Credo che parlare della mia esperienza personale possa essere un modo di considerare l'argomento. Io divenni TdG nel 1975, all'età di 19 anni, dopo uno "studio biblico" durato circa sei mesi. In quel periodo, dato che si riteneva la fine ormai vicinissima (si veda questa pagina), si proponevano brevi "studi biblici", al termine dei quali si doveva scegliere se accettare la "verità" o smettere di studiare (Km 3/70).

Come mai mi avvicinai ai TdG? Mi ero trasferito da poco in un piccolo paese di montagna, lasciando amicizie e compagnie avute fino ad allora. Ero solo ed insoddisfatto, anche perché avevo smesso gli studi e facevo un lavoro che non mi piaceva. Nel paesino ero visto con una certa diffidenza, dato che avevo i capelli lunghi e vestivo alla ..."frichettona". Sono sempre stato curioso e amante della lettura, così, quando trovai un volantino dei TdG, telefonai per avere informazioni e mi recai la stessa settimana ad una loro adunanza. L'impatto con i TdG mi fece una profonda impressione: venni circondato da persone sorridenti, premurose e gentili.  L'"anziano" mi propose subito uno studio biblico, senza alcun impegno e gratuitamente. Alla fine dell'adunanza tutti mi salutarono stringendomi la mano e pregandomi di ritornare. In breve, tornai a casa convinto di aver incontrato persone straordinarie. 

Allora non sapevo che un simile modo di trattare i nuovi viene definito dagli specialisti love bombing e caratterizza moltissimi gruppi e sette. Per i Testimoni questo modo di fare è considerato una manifestazione dell'amore cristiano. Seguono in ciò le direttive della Società Torre di Guardia che raccomanda di avvicinarsi agli interessati e di far in modo che si sentano bene accetti. Questo a volte produce situazioni paradossali: può capitare, infatti, che alcuni "fratelli" conosciuti da anni vengano salutati distrattamente (o anche freddamente, o addirittura ignorati, specie se "antipatici"), mentre dei perfetti estranei siano circondati da premure ed attenzioni.

Quindi la solitudine e la difficoltà ad inserirmi nel nuovo ambiente furono fra le ragioni che mi portarono ad avvicinarmi ai TdG. Credo che la stessa cosa si ripeta molte volte, dato che la società in genere tende sempre più ad isolare le persone. Molti cercano calore umano, compagnia ed amicizie in movimenti, gruppi ed associazioni. Nelle chiese storiche, evidentemente, non trovano quello che cercano. Nel mio caso, sicuramente andando in chiesa non avevo trovato quello che  apparentemente i TdG mi stavano offrendo. Un'altra ragione che mi indusse a divenire TdG era la sicurezza con la quale essi rispondevano a tutte le mie domande. Qualsiasi cosa chiedessi, sembrava ci fosse un versetto biblico adatto. Le risposte erano certe, sicure, senza alcun dubbio od esitazione. La Bibbia (TNM) era sempre citata con dimestichezza e abilità. Mi domandavo come mai, io cattolico, non sapessi quasi nulla della Bibbia mentre loro la conoscevano così bene. Credo che questo sia un punto a favore dei TdG: la maggioranza dei cattolici non legge la Bibbia e tanto meno sa citare passi a sostegno della propria fede (1Piet.3:15). I Testimoni invece danno risposte "certe" a tutto. (Naturalmente queste "certezze" possono essere il fuorviante risultato di interpretazioni semplicistiche ed arbitrarie di passi e versetti della Scrittura).

I testimoni di Geova offrono "certezze" e risposte assolute.

Un'altra ragione del mio coinvolgimento fu il clima di attesa imminente della fine che doveva venire in quel periodo (1975). Vedevo con favore anche il rifiuto dei TdG di servire nell'esercito. Le motivazioni erano che i cristiani devono mantenersi "neutrali" rispetto al mondo di Satana (si veda qui, "Coscienza e neutralità").

Ho parlato finora di alcuni aspetti che mi  hanno indotto ad unirmi  ai TdG. Credo che molti facciano questa scelta davvero convinti, come lo ero io - specialmente nei primi tempi - di fare la volontà di Dio. La maggioranza dei Testimoni è in buona fede, anche perché pochissimi di loro hanno fatto dei confronti seri con realtà religiose diverse o approfondito criticamente gli insegnamenti ricevuti; molti non hanno né i mezzi né la capacità di farlo. Una volta diventati TdG, dopo qualche tempo, capacità e volontà di discernere errori e contraddizioni vengono soffocati quasi del tutto dal continuo studio di riviste e pubblicazioni edite dal Corpo Direttivo (CD), studio che consiste nell'accettazione acritica e passiva di tutto ciò che dichiara la Società. Lo so che ai Testimoni da fastidio sentir parlare di indottrinamento, ma non possono negare questa realtà; quante volte qualcuno di loro ha potuto esprimere liberamente delle critiche agli insegnamenti dello "schiavo"? Possibile che sia tutto giusto e corretto quello che dichiara il CD? I TdG rispondono senza esitazioni: quello che dice lo "schiavo" è la verità dispensata al tempo opportuno. Se vi sono errori ci penserà Geova a mettere le cose a posto. Bisogna ubbidire ad ogni costo all'Organizzazione, "è necessario [ubbidire ad essa] anche se sta sbagliando, anche se questi sbagli possono portarmi alla morte", come ha scritto un TdG qualche tempo fa. Solo qui troviamo parole di vita eterna, ecc., ecc.
In questa maniera si può dire tutto quello che si vuole: se si fanno degli sbagli, è perché "Geova lo ha permesso"; se ci sono cambiamenti radicali nell'intendimento, è perché «lo Spirito ha illuminato lo "schiavo"». Dio viene coinvolto negli errori degli uomini. La Bibbia dice invece che si è direttamente responsabili dei propri errori nell'insegnare ad altri. - Giac.3:1.

Penso che il miglior modo di affrontare i TdG sia quello di provare loro, servendosi della logica, della storia – anche della loro storia, magari non quella riveduta e corretta contenuta nel libro Proclamatori – e delle Scritture che sono in errore, che stanno sbagliando, anche se in buona fede. Se i TdG incontrassero molte persone preparate sulle loro dottrine ed insegnamenti, che, con pazienza e amore altruistico, li aiutassero a ragionare, perderebbero ben presto le loro intransigenti sicurezze e, forse, comincerebbero a fare riflessioni e trarre conclusioni indipendenti ed autonome dalla Watch Tower (cfr. 2Tim.2:24-25).

Credo che una delle difficoltà principali per chi è "dentro" e che rende molto difficile abbandonare il gruppo sia il non riuscire a vedere alternative valide alla Congregazione: lasciare la "setta" è come fare un salto nel baratro del "mondo malvagio" che ha la sola prospettiva di essere distrutto. Si vive in una realtà a parte, il mondo vero lo si sfiora appena; e così passa il tempo, anno dopo anno; la "teocrazia" è una realtà a sé, fatta di "amicizie", rapporti sociali, relazioni che si vivono esclusivamente fra TdG (non si può essere amici con le "persone del mondo"; si frequentano solo per motivi di lavoro, scuola e predicazione). Con questo genere di coinvolgimento, non c'è da stupirsi che passino anni, decenni, o un'intera vita senza riuscire ad abbandonare i TdG e le realtà similari. Si veda Perché molti rimangono TdG?.

E' facile entrare nel gruppo. Difficilissimo è uscirne.

Esiste una forte dipendenza dall'Organizzazione; io ho faticato moltissimo a smettere di frequentare le adunanze. Ho cercato delle alternative alla Congregazione: mi sono associato ad Amnesty International, alla Croce rossa, ho scoperto Internet, e, grazie alla Rete, ho conosciuto molti altri che avevano già vissuto la mia esperienza. Chi è dipendente dal gruppo cerca un sostituto a tale dipendenza; volevo trovare persone (magari gli ex Testimoni) che mi aiutassero, che mi consigliassero, che mi dicessero cioè cosa dovevo fare, che mi spiegassero in che cosa credere...

Mi accorgo di attraversare varie fasi da che ho lasciato: all'inizio pensavo che non sarei diventato critico verso i TdG, indifferente forse, ma non critico, come i cosiddetti "apostati". Paradossalmente, la "disciplina" che doveva indurmi al "pentimento" mi ha invece portato a denunciare le pressioni nei confronti della mia coscienza e delle mie convinzioni: fa male sentirti dire, perfino dai tuoi stretti parenti, "mi dispiace, ma fino a che non mostrerai pentimento, ritornando ad essere un fratello, sei pregato di non venire più a casa mia; ... non sei gradito in casa nostra". Pur non sapendo per quale motivo sono stato espulso, dicono che devo "pentirmi"... (Per altri particolari sul modo in cui i TdG trattano chi esce, si veda questa pagina). 

Credo che, se e non accade qualcosa al singolo TdG che "rompa l'incanto", non ci sono ragionamenti e discorsi che tengano. Io ho ricevuto il colpo di grazia quando è stato disassociato un mio conoscente; è stata la classica goccia. Da quel momento è subentrata in me la decisa volontà di rendermi indipendente ed autonomo dalla Congregazione.

Achille Lorenzi


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