… continuando la nostra lettura , lo scrittore traccia una ricerca storica sulle presunte origini…
Il Tirrito inclina a credere che queste grotte rimontino all'epoca delle abitazioni trogloditiche e che poscia, durando sino alla 1222, anno in cui il vendere il decreto di espulsione generale degli arabi dalla Sicilia, fossero state occupate dai saraceni, i quali ne fecero il centro delle casale Gurfa.
Alcuni non sono lontani dalle ritenerli tali, pel semplicissimo fatto che altre caverne artificiali simili, come quelle esistenti tuttavia nei monti che circondano la famosa vallata d'Ispica, presso Modica, sono state riconosciute per abitazioni trogloditiche dagli archeologi.
Altri credono, partendo dal concetto che i trogloditi (essendo popolo primitivo è perciò mancante delle più elementare cognizione di architettura e avendo l'abitudine di scavare i sotterranei terra sfuggire agli ardori del clima) non potevano essere assolutamente capaci ed avere un tempo di costruire un'abitazione come quella, che è un mirabile monumento di architettura, che le grotte in nel discorso rimontino a 6, 700 anni prima di Cristo, quando i raseni soggiogarono una parte dei pelasgi e costrinsero gli altri a ritirarsi nella Trinacria, dove cercarono di nascondersi e di fortificarsi. E le grotte sembrano fatte appunto per questo .
Noi dichiariamo di non poter entrare nell'erudito dibattito, ma così ad occhio e croce ci sembra che non possono avere ragione quelli che parteggiano pel Tirrito, come non ne hanno i peslagiani -se c'è permesso il termine;- questi ultimi potrebbero avvicinarsi al vero che non altro perché sono più attendibili le loro induzioni. E perciò noi pensiamo che potrebbero grotte per rimontare al secolo VIII avanti Cristo quando giunsero in Sicilia dalla Grecia le colonie doriche o ioniche, che costrinsero gli antichi abitatori a riparare sui monti e nell'interno dell'isola; ma alle epoca dei pelasgi no; perché in tal caso la cosiddetta a grotta a campana mondo potrebbe supporsi un Tempio dedicato al dio sole; i pelasgi rifugiavano dai tempi e dalle indagini, credendo li in degni della maestà divina e spingevano lo scrupolo sino a rifiutare di dare un nome alle divinità che adoravano; gli dei Cabini (possenti), che vinti dalla mitologia egiziana furono relegati nella Samotracia, dove erano protetti dal velo sacro, il quale si apriva solo davanti agli iniziati.
D'altronde le monete di conio romano, greco e dei tempi di Carlo V (1557) e di Filippo II (1568) entrambi "Rex Siciliae", i diversi oggetti, come il piatto, l'anello, la scimitarra, il cimelio (figura della tavola 1) e i sepolcreti e si sono rinvenuti e continuano a trovarsi in quei dintorni e che, a quanto pare risalgono ad epoche diverse e lontane le urne dall'altre, non danno alcuna indicazione precisa sull'origine delle antichità in discorso.
Una iscrizione degna di menzione,
è comunque quella del ex custode delle grotte che avendo partecipato alle riprese di una scena in un film del regista Giuseppe Tornatore, ha pensato bene di lasciare ai posteri un “grafito” nei pressi dell’ingresso della grotta a campana che ricordasse l’evento. Preso dallo slancio della scrittura, il famoso regista premio Oscar è diventato “Tornitore”.
…Qui e doveroso porgersi una domanda: “Dove sono andati a finire gli oggetti che vengono descritti e raffigurati da Cardinale?” …
In ogni mondo abitazione trogloditica o monumento pelasgico che sia, è doloroso il fatto che nessuna relazione fedele abbia dato finora contezza al ministero della pubblica istruzione di questi avanzi, che, per i bisogni di chi ritiene in possesso, si sono deturpati fino a non riconoscersi più. Perché dunque non dedicherà rulli monumento nazionale e provvedere alla riparazione, custodia e conservazione degli stessi specialmente che il pregio del monumento datane la remota antichità, e indiscutibile?
Quali non sarebbero i vantaggi morali e materiali che ridonderebbero ad Alia, quando si sapesse consegnato alla venerazione del mondo civile questo insigne monumento, splendida reliquia di antiche civiltà, evitandone la irreparabile distruzione, che sarebbe un delitto contro l'arte e contro la storia?
…E’ interessante notare come, le considerazioni del nostro scrittore tratte da così accurata descrizione, siano ancora valide un secolo dopo.
Più volte gli antichi occupanti prima e le amministrazioni che si sono succedute poi, hanno apportato cambiamenti più o meno significativi ai luoghi sopra descritti, spesso deturpando e mai realizzando una concreta struttura che possa far fruire al visitatore l’effettivo valore di questi antichi manufatti.
Le immagini che vi ho mostrato, sono valide testimonianze ...
… a voi aliesi l’ardua sentenza…