La questione Dantesca

La quercia

Le orchidee spontanee

Il "Monumento al Redentore"

La "Banda"

 

·        La croce di monte Cacume       

Monumento al Redentore

La grande croce di ferro che caratterizza la vetta del monte fu eretta dai patricani in occasione del diciannovesimo centenario della nascita di Cristo. Due fratelli sacerdoti, don Federico e don Icilio Simoni, per ricordare degnamente il Giubileo del ‘900 (il Papa dell’epoca era Leone XIII, nativo di Carpineto, un altro paese Lepino),si fecero promotori per la realizzazione dell’opera. La croce, smontata in minuziosi pezzi, venne trasportata sul monte da tutto il popolo. Fu inaugurata nel settembre del 1903. E’ alta 14 metri e pesa circa 50 quintali.

·      La quercia del Tufo

E’ la quercia “rovarella” più grande d’Italia. Vegeta in     contrada Tufo e precisamente nella località “casetta del Colle”. Citata più volte su riviste naturalistiche, la sua foto a tutta pagina con relative notizie appare anche nel primo volume dell’opera “Gli alberi monumentali d’Italia”, a cura del Corpo forestale dello Stato. E’ meta continua di visite da parte di curiosi, appassionati, studiosi e scolaresche. Ha un’età compresa tra i 600 ed i 700 anni, è alta 35 metri, il diametro della chioma è di 44 metri e la circonferenza del tronco misura 7,20 metri.

  ·      La ”Ophrys lacaitae”

Bellissima e rara orchidea spontanea presente nel comprensorio del monte Cacume. E’ sicuramènte la specie più importante tra le 47, compresi gli ibridi e le sottospecie, rinvenute sul monte. La sua importanza è data dal fatto che, essendo una specie endemica dell’Italia centro-meridionale, il territorio del monte Cacume risulta essere l’estremo limite a Nord dei suo areale. Studiosi e appassionati, soprattutto del Nord Italia, tra l’inizio di giugno e la metà di luglio, si recano sul monte per fotografare l’orchidea quando questa è in piena fioritura.

 

      ·     Taxus Baccata

Sulle montagne di Patrica e in particolare sul monte Cacume, vegetano alcuni esemplari di un albero che risale ad ere antichissime (era terziaria) Per tale motivo è considerato un fossile vivente.

    ·    Cacume nella 

                 "Divina Commedia"

Il centro storico è posto sulla sommità di una collina, a circa 500 metri di altitudine ai piedi del monte Cacume altura che gode di una certa notorietà per via di una citazione dantesca, nel IV Canto del Purgatorio, ai versi 25-27:

 

“Vassi in Sanleo e discendesi

                in Noli;

Montasi su in Bismantova

           e in Caccume

Con esso i piè; ma qui convien

            ch’uom voli”

Con questo riferimento Dante vuol far capire al lettore le difficoltà che presenta la salita del ripido sentiero della montagna del Purgatorio che sta percorrendo con Virgilio. Elenca quindi alcune località di difficile accesso tra le quali monte Cacume, il cui singolare profilo era ben visibile dalla via Latina (l’odierna Casilina), percorsa dal sommo poeta per recarsi a Napoli.

      ·      La Banda Musicale                                              “LICINIO REFICE”

Il primo tentativo per la creazione di una Banda Musicale a Patrica risale agli inizi dell’Ottocento per iniziativa di un gruppo di una ventina di giovani appoggiati dalle autorità locali. Precedentemente, nel Seicento e nel Settecento, le principali processioni che si svolgevano nel paese, quelle di San Cataldo, dell’Assunta e di San Rocco, venivano accompagnate da suonatori di pifferi e tamburi, di chitarre, violini e zucche. Ufficialmente, la Banda Musicale di Patrica, oggi intitolata al musicista Licinio Refice, il più noto compositore di musica sacra assieme a Lorenzo Perosi di questo secolo e a cui il paese ha dato i natali, nasce nel 1892. Fin dalle origini ha sempre rappresentato un preciso punto di riferimento e di aggregazione per giovani e meno giovani, un’opportunità di socializzazione e di svago per tante persone appassionate di musica, appartenenti ai ceti più diversi. Nel corso dei decenni, caratteristica comune a tutte le Bande, ha vissuto periodi di grande fulgore ed entusiasmo alternati da altri di quasi totale disinteresse e conseguente decadimento. La storia della Banda è legata non solo alle feste patronali, ma anche ad altre manifestazioni religiose e civili di Patrica, nonché di molti comuni del Lazio e di regioni confinanti. Ovunque ha riscosso calorosi consensi e meritati riconoscimenti. Tra i maestri che hanno contribuito alla sua crescita artistica sono da ricordare, negli anni fra le due guerre mondiali, Walter Refice, fratello di Mons. Licinio, Jsaia Biasini e Natalino Bufalini. Il risveglio di interesse e la ripresa delle attività dopo gli eventi bellici e per tutti gli anni Cinquanta - Sessanta, sono merito del Maestro Mario Biasini a cui sono seguiti i maestri Coppola, Corazza, A. Bartolini, Ferrarelli e Ceccarelli. Dal 1975 la Banda fa parte dell’ “Associazione Musicale Licinio Refice” presieduta, fin da quell’anno e ancora oggi, da Mario Ciarnella. Impegno, passione e capacità organizzative del presidente, assieme alla determinazione e alla costanza dei Patricani, hanno garantito la sopravivenza di una Banda che attualmente conta circa 40 musicanti diretti dal Maestro Luciano Bartolini. L’indiscussa bravura dei componenti, tutti residenti a Patrica o di origine patricana, è dimostrata dalla qualità delle molteplici esecuzioni che spaziano dalla musica classica, alla sinfonica, alla leggera. L’attività concertistica della Banda, il cui vivaio è rappresentato da una Scuola di Musica frequentata da un buon numero di giovanissimi, ha sempre richiamato turisti e appassionati da ogni parte della provincia, in modo particolare in occasione dei raduni bandistici a cui partecipa dal 1989. La Banda Musicale è motivo di vanto di tanti emigrati d’America tanto che dal 1973 è gemellata con la M.P.I. band di Aliquippa (Pennsylvania) U.S.A. Economicamente si avvale dei contributi di Enti pubblici e privati e di comuni cittadini.


La Banda

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