Corte Penale Internazionale


DOMANDE E RISPOSTE

PERCHÈ UNA NUOVA CORTE?
Era oltre mezzo secolo che le Nazioni Unite si adoperavano per allestire una Corte Penale permanente e globale, per un'autentica tutela dei diritti umani.

QUALI CRIMINI GIUDICHERÀ LA CORTE PERMANENTE?
I crimini che cadranno sotto la giurisdizione della nuova Corte sono quattro: il genocidio (ovvero gli atti che tendono a distruggere completamente un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso); i crimini contro l'umanità (massacri, stupri, deportazioni, apartheid); i crimini di guerra (l'uccisione volontaria, la tortura e tutte quelle sofferenze non giustificate da necessità militari); l'aggressione, la cui definizione è stata rimandata però alla Conferenza di revisione del trattato.

ESISTONO ALTRE CORTI INTERNAZIONALI?
Sì. Innanzitutto la Corte Internazionale di Giustizia, con sede all'Aja, di cui fanno parte tutti gli stati membri dell'Onu, la cui principale competenza però è quella di risolvere i contenziosi giuridici che sorgono tra Stati (e non giudica gli individui). Inoltre, la Corte europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, che dipende dal Consiglio d'Europa; la Corte di Giustizia, con sede a Lussemburgo, che vigila sul rispetto del diritto nell'applicazione dei Trattati comunitari. Il Consiglio di Sicurezza del'Onu, inoltre, ha istituto due Tribunali con competenze limitate nel tempo e nello spazio: il Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia, creato nel 1993, con sede all'Aja e il 'gemellò, il Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda, nato nel 1994 e con sede ad Arusha, in Tanzania. A differenza del Tribunale di Norimberga, che alla fine della Seconda Guerra mondiale giudicò i crimini nazisti e dei Tribunali istituiti per giudicare i crimini compiuti nella ex Jugoslavia e nel Ruanda, la Corte Penale Internazionale avrà una competenza mondiale e permanente.

COME VERRANNO SCELTI GIUDICI E PROCURATORI?
A settembre i Paesi che hanno ratificato la Corte si incontreranno a New York per eleggere i diciotto giudici (che avranno un mandato di nove anni), un team di esperti di diritto e i membri dell'ufficio del procuratore.

QUALE SARÀ LA COMPETENZA DELLA CORTE?
La sua competenza sarà complementare rispetto a quella dei tribunali nazionali. Il che significa che la Corte entrerà in azione solo nel caso in cui una magistratura nazionale non possa o non voglia intervenire.

CHI POTRÀ ESSERE PROCESSATO?
Tutti: dai Capi di Stato ai singoli cittadini, resisi responsabili di crimini efferati.

POTRANNO ESSERE GIUDICATI ANCHE CITTADINI DI PAESI COME GLI USA, CHE NON HANNO RATIFICATO IL TRATTATO?
Sì, nel caso che il crimine sia stato commesso in Paesi che abbiano aderito allo statuto e nel caso non sia stato aperto un procedimento nel Paese di origine.

PERCHÈ GLI USA SI SONO OPPOSTI?
Tanto democratici che repubblicani avrebbero voluto maggiori garanzie. Gli Usa temono che i propri soldati impegnati in missioni all'estero possano essere giudicati da una Corte internazionale, magari dopo denunce ideologicamente motivate. È stato l'ex presidente Bill Clinton, nell'ultimo giorno di permanenza alla Casa Bianca, il 31 dicembre del 2000, a firmare il trattato e l'amministrazione Bush aveva addirittura valutato la possibiiltà di ritirare l'adesione.

SU QUALI REATI AVRÀ GIURISDIZIONE LA CORTE?
È esclusa la retroattività, quindi verranno guidicati solo i crimini commessi dopo il primo luglio di quest'anno, quando lo Statuto entrerà formalmente in vigore. Ciononostante gli osservatori internazionali si attendono che l'esistenza stessa della Corte funzioni da deterrente e che comunque siano i tribunali nazionali ad aprire azioni legali per i crimini commessi.


[FB - fonte: ]


ISTITUZIONE DELLA CORTE

E' Entrata in funzione lunedì 1 luglio all'Aja la Corte penale internazionale permanente (Cpi). Il suo obiettivo sarà quello di perseguire eventuali crimini di guerra, crimini contro l'umanità, gravi violazioni dei diritti umani e genocidio.

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APERTURA DEGLI USA

[12/07/2002] Gli americani non chiedono più l'immunità assoluta per i propri soldati impegnati all'estero, ma solo per un anno e senza rinnovo automatico.
L'Onu reagisce con moderata soddisfazione.

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