Il malgoverno spagnolo


Torre di avvistamento antibarbaresca


"Durante il dominio spagnolo, la situazione dell'Italia era la seguente:
  • forni presi d'assalto e saccheggiati dalla popolazione inferocita per la fame;
  • tentativi di linciaggio contro i governanti che opprimevano il popolo con dazi e imposte...;
  • raccolti rovinati, bestiame decimato e carestie;
  • intere città invase dalla peste.

Se ciò accadeva in Italia, anche nelle regioni più ricche come la Lombardia, è possibile quindi immaginare quali fossero le condizioni della Sardegna, diventata suddita della Spagna che la sfruttava pesantemente come una colonia, dopo aver stabilito un eccessivo e soffocante sistema feudale.
La maggioranza degli storici definisce la dominazione spagnola come la più dannosa delle tante che ci furono in Sardegna.
Il governo spagnolo cercò di sopprimere, e vi riuscì, quella poca autonomia che perfino gli Arabi avevano riconosciuto all'isola e l'attività economica fu totalmente nelle loro mani.
La Sardegna fu sistematicamente sfruttata tanto da ridurla in decadenza.
Oltre a ciò si aggiunsero le carestie, i dazi altissimi e le imposte, le pestilenze che regolarmente decimavano gli abitanti. La Sardegna, in questo periodo, era anche afflitta dal problema della malaria e dalle incursioni dei barbareschi che ricordano alle popolazioni le scorrerie dei pirati saraceni.
Ecco perchè il numero degli abitanti dell'isola divenne così basso e ci fu anche un ritorno al banditismo.
La lingua spagnola divenne obbligatoria negli uffici pubblici, nelle scuole e nei tribunali.
Gli studenti universitari sardi difficilmente avevano il permesso di frequentare le università italiane.
Ancora una volta la Sardegna fu isolata dal resto dell'Italia e dell'Europa. Ciò risparmiò all'isola le sanguinose guerre che travolsero il continente ma impedì anche che le conquiste della civiltà rinascimentale, e il benessere che ne era conseguito, la raggiungessero.
Sotto il dominio spagnolo, la Sardegna cessa di avere una propria storia ma non entra a far parte di quella della Spagna e dell'Europa.

Decadenza e intolleranza

Nello stesso anno della scoperta dell'America, gli spagnoli introdussero, anche nella nostra isola, l'inquisizione e furono espulsi gli ebrei.
Gli uomini erano discriminati in base alle idee, alla razza e alla religione. La cacciata degli ebrei danneggiò piuttosto seriamente l'economia dell'isola in quanto essi erano abili commercianti e uomini d'affari.
Ci furono tanti fatti che ribadiscono come, allora, il disprezzo per la dignità della persona umana e l'intolleranza fossero quasi un sistema di vita e tra questi bisogna ricordare che in sardi furono costretti che ha lavorare come schiavi, in particolare nelle miniere, perché più resistenti alla malaria.
Nel 1571 l'intellettuale Sigismondo Arquer fu processato, condannato e arso sul rogo a Toledo.
Secondo la Santa Inquisizione egli era colpevole di eresia luterana.
In realtà, pare, che l'Arquer avesse avuto il torto di non essersi mostrato arrendevole con la classe dirigente spagnola nell'isola e di aver criticato la decadenza e l'ignoranza del clero sardo.
L'isola è continuamente sottoposta alle incursioni dei pirati barbareschi ed i sardi, non più liberi, non possono difendersi.
L'imperatore Carlo V visita Cagliari e Alghero per chiedere aiuto e così snidare i barbareschi dalle loro basi Algeri e Tunisi. Non ebbe successo ma i sardi, in cambio, si offrirono di ospitare i soldati dell'Imperatore.
Anche il re di Spagna cerca di difendere l'isola costruendo una nuova serie di "torri saracene" ma queste hanno soprattutto la funzione di avvistamento e i soldati delle torri sono spesso i primi a morire.
In questo periodo, in una incursione a Quartu, i pirati fecero schiavi ben 400 abitanti.
Nella seconda metà del '600 la nobiltà sarda era divisa: vi è il "partito" del viceré contrario a qualsiasi forma di autonomia, e vi è il "partito" del Parlamento, capeggiato dal marchese di Laconi, che si rifiuta di approvare il consueto donativo al re, se questi non riserva ai soli sardi gli impieghi nell'isola.
Ci furono una serie di assassini, tra questi quello del marchese e del viceré. Il nuovo vicerè sottopone la Sardegna ad un regime di terrore e la popolazione, che era rimasta estranea alla lotta, ne paga le spese.
Sono gli ultimi anni della dominazione spagnola."



Testo elaborato dai bambini delle quinte A e B di via Cagliari

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