L'evoluzione della lingua sarda


Il sardo, fin dall'età prenurargica, è stata la lingua parlata da tutti e la più diffusa ad ogni livello sociale, ma soprattutto tra il popolo.
A trasformare questa lingua, dal 1400 al 1800, ci sono state, come testimoniano i documenti, le influenze linguistiche delle diverse dominazioni: prima catalana, poi spagnola e infine italiana. Il latino era la lingua ufficiale della chiesa, ma era parlata anche dagli uomini colti di tutta Europa.
Durante la dominazione catalano-aragonese la loro lingua si diffuse nell'isola: le leggi furono spesso scritte in catalano e molti sardi lo impararono.
Dal XVI° sec. inizia a farsi più forte l'influenza dello spagnolo e ai sardi fu imposta questa lingua: infatti, negli atti ufficiali, nei libri, nelle leggi (cioè negli uffici, nelle scuole e nei tribunali) il catalano fu sostituito dallo spagnolo.
Nel 1720 i Savoia cercarono, lentamente, di liberare l'isola dalle influenze spagnole, sostituendo lo spagnolo con l'italiano, ma vi riuscì solo in parte perchè il popolo continuava a parlare il dialetto che ormai aveva assorbito le influenze della lingua catalana e spagnola.
Influenze catalano e spagnole sulla lingua sarda le troviamo: nel nome di molti luoghi e paesi; in numerosissime parole che ancora oggi ritroviamo simili, o uguali, a quelle spagnole; in tantissimi nostri cognomi.
Il susseguirsi di tante lingue, compreso il latino, ha perciò trasformato di molto l'antica lingua sarda (che già risentiva delle influenze linguistiche dei fenici, romani, ...) tanto che, secondo l'influenza esercitata in diversi luoghi, divenne, ed è così ancora oggi, di difficile comprensione anche tra le varie zone della Sardegna.

Testo elaborato dai bambini delle quinte A e B di via Cagliari

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