MONACI BASILIANI

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storia Bizantina in Calabria

  • . Veicolo di questo nuovo germe di cultura Egea furono personaggi umili, guidati da una spiritualità intensa, che avevano scelto la via dell'isolamento e della penitenza per sentirsi vicini all'unico Dio che veneravano: erano i monaci basiliani.
  • . La riconquista bizantina impresse nuovamente alla Calabria i segni dell'ellenismo, grazie anche all'azione religiosa dei monaci basiliani che, espulsi dalla Sicilia dagl'invasori arabi, riuscirono a riconvertire le derelitte popolazioni locali e i demoralizzati profughi greci dall'isola in una comunità ordinata ricreando, dopo circa dieci secoli, una società di tipo greco in Italia meridionale.



    Davoli in Calabria
  • . avvennero in Davoli numerosi insediamenti di Monaci basiliani che fondarono eremi e cenobi, il più famoso dei quali rimane quello in località Trono.



    Il Comune di Zungri in Calabria.
  • . , interessante insediamento rupestre di monaci Basiliani risalente ai secc.



    Joppolo: informazioni su Joppolo in Calabria.
  • . dal livello del mare, a 2 km dal mare Origini di Joppolo Sembra che un gruppo di monaci Basiliani , provenienti dalla regione Sicilia , abbia assegnato il nome a questa ridente cittadina che si affaccia sul mare, infatti, essi chiamarono il posto in cui sbarcarono Sant'Euplo , loro Santo protettore.



    Comune della Regione Calabria
  • . Sempre all'interno di questo territorio assumevano un ruolo di primo piano nelle relazioni politiche, sociali e amministrative i monaci Basiliani distribuiti tra la Abbazia di Peseca e l'Ospizio da San Leo presso Sorbo San Basile.
  • . Si tratta di un complesso (monastero più chiesa) fondato dai monaci basiliani nel 970.

  • info: MONACI BASILIANI


    Photo by www.abbaziagreca.it


    Comune della Calabria
  • . Fu sede di monaci Italo-Greci-Basiliani fino all'anno 1750; La Chiesa di S.
  • . In origine era formata da celle dove i monaci basiliani eremiti conducevano una vita contemplativa; La Cappella dedicata alle Anime del Purgatorio situata nel centro storico di Frascineto, è ad unica navata; Mostra dei costumi albanesi, in miniatura, interessante per uno studio e ricerca sulle comunità Arbëresh.


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  • . Inoltre, nel 1363 alcuni monaci basiliani costruirono nella zona un monastero, mentre raccoglitori di corallo, provenienti da Amalfi, vi edificarono la chiesa delle Grazie, poi divenuta chiesa del Carmelo.Pizzo è nelle pagine della grande storia per essere stato luogo della cattura e della fucilazione (13 ottobre1815) di Gioacchino Murat, ex re di Napoli e cognatodi Napoleone Bonaparte, il cui corpo è stato scaricato.


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  • . L’avvento dei monaci basiliani portò poi ad un progresso delle tecniche agricole che si riflesse non solo nella qualità degli ortaggi, ma migliorò anche la produzione della carne di maiale e di capra, di cui si cominciarono ad usare tutte le parti, senza sprechi.


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  • . Nella stessa Piana è ancora visibile e meta di pellegrinaggi nei pressi di Melicuccà, la grotta, unico rudere, del monastero di Sant’Elia lo Speleolota, capostipite della famosa Comunità di monaci basiliani del Mercurion.("la Provincia KR" n° 4 del 29.1.’00) Coevo al monastero di Sant’Elia lo Speleolota a Melicuccà, altri monasteri, se pur piccoli, sono nati un po’ dovunque in Calabria.


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  • . Abbiamo, quindi, cercato di renderci conto del percorso storico che ha compiuto il Salento, dalla caduta dell’impero romano alla conquista dei Normanni, soffermandoci sugli eventi principali e, in particolare, sui fenomeni della convivenza tra popoli diversi e sull’opera cospicua compiuta dai monaci basiliani nella ricostruzione della vita delle nostre contrade.
  • . LA VITA NELLE CAMPAGNE SALENTINE SOTTO I BIZANTINI: LA CIVILTA’ RUPESTRE, I MONACI BASILIANI La vita in grotta, particolarmente diffusa durante l’epoca preistorica, ma mai completamente abbandonata nelle epoche successive, fu ripresa nel periodo bizantino, durante il quale si ritornò ad abitare negli insediamenti rurali.
  • . Gli insediamenti rupestri furono molto diffusi nelle campagne del Salento in età bizantina, e si svilupparono spesso in prossimità di siti abitati da monaci basiliani.
  • . Diversi gruppi di monaci basiliani, provenienti dall’Oriente, si stabilirono nel Salento in tre ondate migratorie, spinti da necessità storiche e da affinità naturali che la nostra terra aveva con i loro territori di provenienza, insediandosi in abitazioni rupestri (La cripta di Santa Marina e Cristina.
  • . Le tre ondate furono così distinte: - nel VII secolo l’espansione musulmana provocò la fuga dei monaci greci dall’Africa e dalla Siria; - nell’VIII secolo la lotta iconoclasta di Leone III Isaurico, determinò la seconda ondata di monaci basiliani che approdarono in Salento; - infine l’ultima del IX-X secolo, è relativa a monaci basiliani scacciati dai musulmani arrivati in Sicilia.
  • . I monaci basiliani, particolarmente avversati perché nei loro monasteri custodivano le icone, giunsero ad Otranto e poi si diffusero in tutto il Salento.
  • . I basiliani, dunque, accogliendo molti ragazzi nei loro monasteri, davano loro una buona istruzione e una sana educazione.
  • . Anche da un modesto approccio ai monumenti basiliani, quale è stato il nostro, da cui comunque siamo stati stimolati per un approfondimento della storia di questo periodo, si può desumere la ricchezza della spiritualità e delle civiltà che li ha prodotti.

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  • . Nel 1363 alcuni monaci basiliani costruirono nella zona un monastero, mentre raccoglitori di corallo, provenienti da Amalfi, vi edificarono la chiesa delle Grazie, poi divenuta chiesa del Carmelo.


    Il culto gnostico della Maddalena - Dal mosaico di Otranto alle basiliche paleocristiane di Cimitile, fino agli ultimi custodi, Catari e Templari
  • . Tra le notizie riportate da questa novella leggenda c'è quella della fondazione del monastero di Orval da parte di un gruppo di monaci basiliani calabri guidati da un certo Principe Orso che, partiti intorno al 1090 si spostarono, stranamente, in Francia, nelle Ardenne, lì dove probabilmente fu ucciso Dagoberto II (personaggio a noi noto per i richiami nella interpretazione musiva).
  • . Quindi Ursus è un nome che ritroviamo in Francia e che è plausibile in Italia, nell'anno in cui viene collocato l'episodio del viaggio dei monaci Basiliani; esso è legato a nobili di origine normanna e fa la sua comparsa in coincidenza con la discesa di Goffredo di Buglione in Italia.
  • . La storia narrata è quindi attendibile relativamente alla fondazione del monastero e plausibile relativamente al nome del principe che guidò la spedizione dei monaci basiliani calabri.
  • . Non può sfuggire, inoltre, il ritorno, nella storia, dei monaci Basiliani: basiliano era lo stesso Pantaleone.
  • . Ma perché un gruppo di monaci Basiliani doveva recarsi a fondare un monastero in una terra così lontana e proprio nel territorio di Goffredo di Buglione? Il fantomatico Re Orso, potrebbe ragionevolmente essere lo stesso Goffredo di Buglione, infatti sembra logico desumere che sia stato proprio quest'ultimo, dopo la conquista dell'Italia meridionale e della Calabria, ad invitare i monaci presso i suoi possedimenti in Francia.


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  • . La vasta campagna occupa oltre 80 ettari, appartenenti agli attuali proprietari dagli inizi del XIX secolo, dopo essere stata dell'ordine dei monaci Basiliani che edificarono la Torre.
  • . Alla stessa azienda è rimasta anche una cappella (Madonna del Cafaro), situata in un luogo interno verso il paese di Albidona, antica prebenda degli stessi monaci Basiliani, tuttora luogo di devozione per gli abitanti della zona.