Tifo epidemico a Buscate nel 1947
(Una ricerca di Guglielmo Gaviani, Maggio 1997)

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La Filanda Imhoff poi Conceria SACPA (disegno Fabia Pivato)

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Una premessa
Quest'anno cadono i 50 anni dalla epidemia di tifo addominale che ha colpito Buscate nel Gennaio del 1947 provocando cinque morti e più di venti ricoveri.
E' l'occasione per rivisitare quegli avvenimenti che hanno lasciato nel paese uno strascico di polemiche non ancora sopite.
Diffidenza verso le autorità sanitarie e tentativi di affrontare razionalmente l'epidemia, ignoranza ed opere di convincimento e di informazione, credenze popolari e pensiero scientifico, delineano un quadro di grande attualità che ci è sembrato giusto ed interessante ricostruire.

Scena dell'azione è la Conceria SACPA che si è insediata a Buscate negli anni '30 ed è stata fino alla chiusura la più grossa attività produttiva del paese. Il suono della sua sirena ha scandito la vita del paese per cinquanta anni.
La conceria ha utilizzato i capannoni costruiti a partire dal 1895 da Edoardo Imhoff per la torcitura della seta. Le strutture della filanda Imhoff sono giunte fino ai giorni nostri inalterate. La Conceria SACPA ha semplicemente adattato i capannoni in particolare ampliando la rifinizione e nel 1947 edificando la palazzina degli uffici.
Con i suoi 150 addetti la Conceria SACPA è stata per 50 anni (ha chiuso infatti alla fine degli anni '80) uno dei pilastri economici del paese. E da qui nascono forse le mille reticenze su un episodio avvenuto nell'inverno tra il 1946 ed il 1947.

Il periodo storico e le prime notizie sul Corriere dela sera
Il 1947 è l’anno di grandi aspettative e tensioni. L’Italia, uscita a pezzi dalla guerra, tenta di trovare la sua strada verso la ricostruzione sia civile che materiale. E’ l’anno delle contrapposizioni politiche che vengono allo scoperto dopo la relativa tregua tra le forze che avevano combattuto il fascismo e che sfoceranno con la cacciata della sinistra dal governo di unità nazionale e le successive grandi battaglie elettorali del 1948.
La ricostruzione delle coscienze è affidata a tanti eventi significativi: . Paolo Grassi e Giorgio Strehler fondano il Piccolo Teatro di Milano, Italo Calvino scrive il suo primo libro sulla resistenza (Il sentiero dei nidi di ragno), vengono pubblicate le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci ed esce ad Amsterdam Il diario di Anne Frank, la prima testimonianza dello sterminio nazista degli ebrei raccontato da una diretta testimone.
Le cronache dei giornali del Gennaio ‘47 oltre all’attualità politica ed economica si soffermano sul fatto di cronaca nera che ha scatenato le curiosità della gente: il delitto efferato di Caterina Fort e del suo amante Giuseppe Ricciardi. Solo dopo il fascismo si è ripreso a parlare sulla stampa di questi episodi.
Le pagine dei giornali sono così poche che le notizie sono particolarmente selezionate soprattutto quelle che provengono dalla provincia. Eppure sulla seconda pagina del Corriere della sera del 27 Gennaio un trafiletto riporta la notizia di casi di tifo a Buscate. Nel dopoguerra le condizioni igieniche generali dell'Italia erano disastrose e c’è una recrudescenza di malattie che sembravano scomparse (tubercolosi, tifo, colera).

L’epidemia di tifo a Buscate
La conceria SACPA aveva organizzato presso il Circolo Nazionale Ricreativo di Via Madonna del Carmine una mensa aziendale non disponendo di locali idonei nello stabilimento di Via Mazzini (ora Via Serafino).
Il Circolo metteva a disposizione solo i locali mentre il personale (cuoca e addetti al sevizio) ed i viveri erano acquistati dalla Conceria.
Il personale che usufruiva della mensa (una sessantina di persone in tutto) non solo consumava il pasto per se, ma c'era l'abitudine di portare il cibo anche a casa. E' per questo che tra le vittime ci sono anche parenti di dipendenti SACPA.
Nei primi giorni di Gennaio del 1947 sono iniziati i primi sintomi di epidemia tifoide che hanno portato alla morte in breve tempo di 5 persone delle 21 che risultano essere state colpite dalla malattia. Sul numero degli ammalati si può ipotizzare che siano stati più di quelli accertati dal Consorzio di Igiene di Parabiago. Infatti proprio la profilassi adottata e richiesta dalle norme di igiene in vigore (ricovero ospedaliero degli affetti di tifo) aveva portato all’occultamento della malattia e quasi sicuramente due casi che si conclusero con la morte delle persone furono trattati con molto ritardo proprio per questi motivi.
La causa di questo atteggiamento ostile della popolazione nei confronti delle autorità sanitarie trova origine dalla convinzione comune a molti che non di tifo si dovesse trattare, ma di avvelenamento dei cibi causato (diceva una insistente voce circolante nel paese) da una maldestra derattizzazione dei locali mensa.
Fa fede di questo atteggiamento anche la relazione dell’Ufficiale Sanitario del Consorzio di Vigilanza Igienica e Profilassi di Parabiago Dott. Scaglione che dovette intervenire direttamente per accertare le diagnosi non fidandosi del Medico Condotto locale. Una profonda spaccatura infatti si registra tra l’Ufficiale Sanitario ed il Medico Condotto del paese Dott. Mariano Falconi che porterà alla revoca dell’incarico ed alla sostituzione di quest’ultimo decretata dalla Giunta comunale nell'Aprile del 1947 per "assenza ingiustificata". Il Dott. Mariano Falconi era nativo di Cagliari (n. 1900) ed era Medico Condotto del paese dal 1933. Il Medico condotto era allora dipendente comunale come l’ostetrica. Si era guadagnato in lunghi anni di professione la fiducia dei buscatesi e ciò portava ad una sua grande autorità in mezzo alla gente. Il fatto che si fosse schierato per un possibile avvelenamento anziché per l’epidemia di tifo, causò non pochi problemi. Ancora oggi le polemiche sul caso sembrano aperte perché non sono ritenute convincenti le spiegazioni e serpeggiano gli antichi sospetti.

Ma veniamo ai fatti così come li espone in una relazione del 5/2/47 al Sindaco l’Ufficiale Sanitario. Buscate dal 1942 dipendeva dal Consozio di Igiene e Profilassi di Parabiago diretto appunto dall’Ufficiale Sanitario Dott. Scaglione La relazione del Medico aveva tono insolitamente appassionato e si può capire perché.

Gli altri colpiti dal tifo e che superarono la malattia furono:
Maria Pisani (ricoverata a Cuggiono il 4/1/47) Angelo Caimi (ricoverato a Cuggiono 7/1/47) Vito Ballarati (ricoverato a Cuggiono 9/1/47) Costanza Calloni (ricoverato a Cuggiono 10/01/47) Giovanna Carugo (ricoverata a Cuggiono 10/01/47) Angelo Barcella (ricoverato a Cuggiono 10/01/47) Carlo Puricelli (ricoverato a Cuggiono 16/01/47) Angelo Pozzi (ricoverato a Cuggiono 25/1/47) Maria Colombo Giuseppina Puricelli Clemente Trezzi (ricoverato a Cuggiono 11/1/47) Alfredo Caimi (ricoverato a Cuggiono 9/1/47) Antonio Caimi (ricoverato a Cuggiono 9/1/47) Virginio Ceriotti (ricoverato a Cuggiono 13/1/47) Pietro Macchi (ricoverato a Cuggiono 18/1/47) Guido Pedretti (ricoverato a Cuggiono 14/1/47) Egidio Temporiti

La polemica in paese giunse a punti così alti che sia le autorità sanitarie che le politiche e persino le religiose intervennero con molta decisione. Da parte dell’Ufficiale Sanitario, al culmine della polemica, si provvide anche ad inoltrare una denuncia contro ignoti in riferimento a voci riferite in paese di corruzione.
Riportiamo il testo della denuncia

Conclusioni.
Un affresco davvero vivo di un piccolo paese del contado milanese che è chiamato ad affrontare una grave emergenza di tipo sanitario. Permangono le mentalità chiuse e diffidenti dei contadini, le superstizioni, una religiosità arcaica fatta di processioni devozionali, di reliquie sante. Un mondo di pettegolezzi e di paure ataviche diffidente del potere e nello stesso tempo -contraddittoriamente- una acritica soggezione di ogni autorità. Tutto si muove come uno psicodramma collettivo con grandi passioni che bruciano presto, con convinzioni che si spengono in poche ore. Immanente un senso di impotenza ad incidere sul proprio destino collettivo che fa ripiegare nella difesa del "particulare". Su tutto poi grava la grande crisi e la fame (la popolazione italiana vive in stato di denutrizione) da cui l'unica uscita sembra un'industrializzazione selvaggia pregna di contraddizioni che sfocerà nel boom economico degli anni '50.

G.G. 23/05/97