Comune di Andretta           
     Per arrivare ad Andretta,bisogna lasciarsi ad ovest S.Angelo dei Lombardi e poi salire fino a 850 metri lungo l'ameno colle sul quale  è letteralmente sdraiato questo centro,che un tempo era più densamente abitato (5000 abitanti agli inizi del '900).L'emigrazione ha ridotto gli abitanti a meno di 3000 unità.
     L'antica "Andreikta" conserva però intatto il suo fascino che deriva dal superbo isolamento all'interno della Valle dell'Ofanto.
     Patria dell'illustre uomo politico Francesco Tedesco(1853-1921),ministro dell'età Giolittiana e del sacerdote Antonio Miele(1813-1861),deputato al primo Parlamento Italiano,il paese ci si presenta dopo aver lasciato il Monte Serrone ed il torrente Sarda.
     La posizione ventilatissima della collina rende l'aria estremamente salubre,mentre il panorama è quello tipico delle zone pre-appenniniche.Il centro urbano è raccolto intorno all'antico
castrum edificato quasi sicuramente in epoca normanna.L'antico e caratteristico campanile con le stradine che intorno ad esso si intrecciano,vivono in una atmosfera silenziosa e suggestiva.
     Le origini della frequentazione nel suo territorio risalgono all'età del bronzo (I millennio a.C.),essendosi ritrovati svariati oggetti  archeologici di quest'epoca in località Cervino.Nella stessa zona si sono rilevate tracce di insediamenti sannitici(IV sec.a.C.)e romani.la scoperta di una villa rustica di età tardo-romana è avvenuta in località bosco S.Giovanni.
     Anche dalla contrada Toppa Schiavi provengono reperti archeologici del II-IV secolo d.C.
Citato per la prima volta nel 1124,il borgo fu di proprietà dei signori normanni Folleville fino all'avvento nel Regno di Napoli degli Svevi.Successivamente appartenne agli Zurlo, ai Caracciolo e alla famiglia Imperiale.
     Tanti gli edifici, in particolare religiosi, da visitare.Maestoso e raffinata allo stesso tempo è la Chiesa Madre di S.Maria Assunta con l'interno lo splendido coro ligneo del XVIII secolo e l'alta torre campanaria che domina l'intero centro urbano.C'è poi la Chiesa di S.Maria del Carmine con il convento Carmelitano e la centralissima Chiesa dell'Annunziata , con lo splendido portale in pietra scolpito nel XIII secolo.
     Non vanno dimenticati l'
Obelisco delle Croci, opera del XVI secolo, il Monumento ai Caduti, opera di TorquatoTamagnini e la graziosissima Fontana dei Pioppi con acque ferruginose.Uscendo dal paese,percorrendo la strada statale 91 è possibile visitare a pochi chilometri dall'abitato il Santuario della Stella Mattutina , fondato dai Cistercensi e già dipendenza dell'Abbazia di S. Lorenzo di Pescopagano.Ampliato alla fine del XV secolo dal vescovo di Canosa,un' ala del monastero è stata adibita a casa di riposo per anziani.
     La festa della Madonna della Stella Mattutina, l'ultimo sabato di maggio,è una delle manifestazioni religiose più interessanti dell'Alta Irpinia.
     La statua della Madonna è condotta in processione su di un carro trainato da buoi, accompagnata da giovani donne vestite in bianco ed altre che recano i "mazzetti" con offerte di fiori, ceri e spighe di grano.
      Numerose le fiere, che fanno di Andretta un centro molto ospitale in particolar modo durante la stagione estiva.

Storia dalle origini ai tempi nostri

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"Andretta è il capoluogo del mandamento di cui fa parte la mia terra nativa, ed è forse il primo nome di paese che imparai nella mia fanciullezza. Affacciato al balcone di casa mi dicevano: guarda quel paese lì dirimpetto sul monte, si chiama Andretta"

...scriveva Francesco De Sanctis nel suo viaggio elettorale nel 1875.

Infatti Andretta, centro agricolo dell'alta valle del fiume Ofanto, sulla riva sinistra, in Alta Irpinia in Provincia di Avellino, è situata su una collina a 840 s.l.m., tra i torrenti Sarda, le cui origini sono chiuse dai fianchi dei monti di Mattinella, e l'Orato che da sotto Bisaccia corre lungo il pendio orientale del Formicoso fino sotto Cairano da dove poi, volgendo parallelo all'Ofanto, vi si immette.

Giustino Fortunato, nel 1895, descrive "quel colore giallo, brullo, malinconicamente uniforme" del suo paesaggio "che dà un carattere del tutto speciale di abbandono e di solitudine alle terre spoglie di alberi".

Con una superficie territoriale di 4361 ettari di cui 4173 agrari e forestali, Andretta confina con Bisaccia, Calitri, Cairano, Conza della Campania, Morra De Sanctis e Guardia dei Lombardi. "Il paese", scrive Carlo Aristide Rossi, "sta su conglomerato arenario ghiaioso (eocene) e su calcare con elementi argillosi, sottoposto a terreno pliocenico, con marne ed argille azzurre, sabbie gialle, conglomerati arenari cementati. Mediocre qualità di gesso. ..... Nel vallone Sarda al Monte Airola ed al Bosco S. Giovanni vi è lintrace con deposito di torba. Nel 1905 se ne estrassero oltre 100 tonnellate con banco di lignite ricca, ottima, della potenza di cm 50 sulla quota 870 del Monte Airola (banco rinvenuto nel 1940) direzione:E-O d'immersione Sud ed un altro sottostante m. 9 al 1° con potenza di cm 7° Potere calorico: 5000 calorie, esente da zolfo, produzione giornaliera tonnellate 38 da raggiungere le 50, impianti razionali, teleferica provvedute dalla Società Anonima Commercio Combustibile di Napoli con la Miniere Lignite Andretta S.A. di Napoli". E' un paese prevalentemente agricolo. Da qualche decennio alcuni giovani imprenditori hanno avviato attività industriali degne di rispetto: pantaloni, jeans, giacconi, divani ecc. che offrono lavoro a molte persone anche di paesi limitrofi. Il territorio del Comune comprende, oltre il centro urbano, la frazione Mattinella e le Contrade di Aiafalca, Alvano, Arenara, Bosco San Giovanni, Casadogna, Castelluccio, Cervino, Conici, Coste di Calamita, Dietro le Serre, Difesa, Fontana dell'Olmo, Deserte, Gessara, Liardi, Margine, Montefelice, Nocemanna, Occhino, Orcomone, Piani del Monaco, Pietra Rapone, Pisciolo, Ponte Raponciello, Santa Maria, Schiavi, Selice Serrabianca, Vallone delle Canne, Valle Santa Maria, Valle Toline. Fa parte del 17° Collegio uninominale per l'elezione del Senato della Repubblica e del 13° Collegio uninominale per l'elezione della Camera dei Deputati. E' incluso nella circoscrizione territoriale dell'arcidiocesi di S. Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia comprendente 41 parrocchie (dal 1996).

Lo Statuto del Comune è stato approvato con Delibera del Consiglio Comunale n. 39 dell'1.7.1991, vistato dal CO.RE.CO. di Avellino il 16.7.1991 prot. n. 15397 e pubblicato sul supplemento al n. 1 del 7.1.92 del Bollettino Ufficiale della Regione Campania l'8.1.1992. Al censimento del 20.10.1991 vi risultano residenti 3021 abitanti. Dista da Avellino 79 Km e da Napoli 127 Km. La Stazione ferroviaria di Conza-Andretta è a 12 Km. La misura agraria locale è il tomolo equivalente a ha 0,340657 e 1 ha pari a tomoli 2,935503. Il Patrono è S. Antonio da Padova e si festeggia il 5 settembre, con S. Gerardo e S. Rocco. Anticamente il primo protettore era S. Michele Arcangelo: il secondo era S. Antonio e il terzo S. Filomena la cui festività era fissata all'ultima domenica di agosto. Sono protettori anche S. Rocco e S. Pasquale Baylon (17 maggio). Qualche studioso indica anche S. Erberto (20 agosto). E' gemellata, dal 1996, con la città di Ramapo dello Stato di New York (USA). Lo stemma di Andretta reca nello scudo sannitico in campo azzurro un leone d'oro rampante che tiene un ramo di alloro con le quattro zampe. Sotto lo scudo vi è una doppia fronda, unite da un nastro tricolore, di alloro verde con le drupe d'oro a destra e di quercia verde con le ghiande d'oro a sinistra. Il tutto è sormontato da una corona d'argento da Comune. Il gonfalone è su drappo giallo con le bordature d'azzurro. 

 

CENNI STORICI

Andretta nasce dopo la frantumazione dello Stato Normanno. Quando la città diventa un feudo diverso dai suoi castelli e casali sorgono tante Università o gruppi di case quanti sono i luoghi fortificati. Le abitazioni vengono costruite nelle vicinanze di questi luoghi per motivi di sicurezza. Andretta è infeudata nel 1124 a Roberto Folleville. Questi compare in un documento che tratta di una controversia tra l'Abate di S. Maria in Elce, Ursone, e Angulfo, Signore di Bisaccia, e suo figlio Guglielmo. Alla morte di Roberto il feudo passa a Galleramo o Aleramo che sposa Galiena. Da questi nascono tre figli: Fromondo, Tommaso e Roberto. A Galeramo succede Fromondo. Regnando Re Ruggero, in un diploma di conferma dei diritti e dei possessi di S. Maria in Elce del 1149 si elencano anche le Chiese di S. Pietro, S. Potito e S. Giovanni definite nelle vicinanze di Andretta. A Ruggero succede il figlio terzogenito Guglielmo II (1154-1166) e a questi Guglielmo il Buono sotto il cui regno papa Luciano III assicura la protezione su tutti i beni di S. Salvatore del Goleto e su alcune chiese tra le quali S. Maria di Andretta. Nel 1213 è signore Roberto. L'8 maggio 1268 una parte di Andretta, con Pescopagano, è concessa a Rinaldo de Poncelli; il 5 giugno dello stesso anno alcuni beni di Landolfo e Matteo di Andretta, seguaci di Corradino, si affidano a Giovanni Gagliardi . Dal 1272 al 1273 Andretta risulta concessa al milite Sansone de Osta. Alla morte di Rinaldo tutti i suoi beni vengono confiscati per il mancato versamento di alcune somme; ma nel 1280 si riconsegnano al figlio Giovannotto. Nel 1275 si contano circa 150 abitanti, 120 nel 1277 e 140 l'anno dopo. Nel 1290 vivono ad Andretta circa 15 persone. Nel 1330 è feudatario Enrico di Aprano a cui succede la figlia Letizia la quale, nel 1322, è citata quale debitrice per il relevio delle terre di Andretta del valore di 20 once. Le terre appartenute a Giovanni Gagliardi passano alla famiglia francese Gianvilla o Janvilla. Alla morte di Goffredo, figlio di Giovanni, i beni vengono donati a Guglielmo d'Anleto. Passano poi agli Zurlo ai quali vengono confiscati nel 1426 dalla regina Giovanna e venduti, con atto del notaio Ferrillo del 1 dicembre 1426, per 10.000 ducati, con S. Angelo dei Lombardi e Lioni a Sergianni Caracciolo. La stessa regina affida alcuni beni di Andretta a Giacomo Piscicelli che lascia eredi i figli Giovanni e Francesco. Sono questi i due fratelli che si sono divisi Andretta: uno era padrone "dal Castello a basso, verso la Chiesa Maggiore" e l'altro "dal Castello ad Alto, verso la Nunziata" così come raccontato dal cronista conzano. Il 10 dicembre 1427 i feudi di Giovanni o Sergianni Caracciolo passano, con assenso regio, al fratello Marino . Leonardo I Caracciolo, nipote di Marino e figlio di Sergianni II e di Caterina del Balzo, acquista nel 1483 da Antonio Piscicelli metà delle terre di Andretta e nel 1484 da Bernardo, cugino di Antonio, un'altra parte delle terre andrettesi riunendo così il feudo. A Leonardo succede il figlio Giacomo e a quest'ultimo Leonardo da cui discende Giovanni Giacomo e quindi Carlo Caracciolo. Carlo, morendo, lascia erede la figlia Caterina che sposa Ettore Pignatelli dai quali nasce Anna che sposa Francesco Maria Carafa. Alla morte di Caterina (1622) viene nominato successore il nipote Francesco Maria, figlio di Anna Pignatelli e Francesco Maria che vende, nel 1637, le terre di Andretta con Lioni, Carbonara e le città di Nusco e S. Angelo dei Lombardi a Landolfo d'Aquino. I beni passano, alla morte di quest'ultimo, al figlio Luise. La compera di Landolfo era gravata da ipoteche e obbligazioni a beneficio di Giovanni Vincenzo Imperiale: perciò gli eredi, Francesco Maria e Giovanni Battista, se li contendono. Dopo una lite di oltre 20 anni si assegnano tutti i beni a Francesco Maria con l'obbligo di pagare la somma di 72518 ducati. I beni passano quindi a Francesco Maria II, poi a Giulio (1734) quindi a Placido e, infine, a Giulio che li conserva fino all'eversione della feudalità
Tratto da "Andretta tra l'Antico e il Moderno"di C.Ziccardi.

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