Nereo Villa - Numerologia della Triarticolazione Sociale - 5° capitolo


L'EVENTO DELL'IO E IL 26

 

Anticamente la parola "Io" non faceva parte del vocabolario umano. Prima della sua comparsa l'uomo indicava se stesso in altro modo.

L'uso della parola "io" incomincia per l'uomo circa nell'anno zero. Prima di quel momento, era attribuzione di divinità e solo pochi iniziati erano in grado di usarla indicando se stessi. L'uomo comune, dovendo parlare di sé, indicava se stesso in terza persona, press'a poco come fanno i bambini, quando, prima del terzo anno circa di età, accennano a se stessi solo attraverso il loro stesso nome personale.

Per questo motivo l'umanità antica sembra esprimersi in modi che oggi possono essere considerati "poetici".

Ma non si tratta di stili poetici.

Qui è rivelata la difficoltà dell'"Io", che già dai tempi precedenti a quelli di Abramo, facendosi strada nell'interiorità umana veniva finalmente nel mondo per dire : " Prima che Abramo fosse, Io sono".

Un evento misterioso stava dunque accadendo all'umanità. Qualcosa di nuovo stava arrivando per fecondarla, provenendo dall'alto, quando essa ancora nella sua verginità infantile parlava in quel modo "poetico" di sé:

"Il mio spirito è turbato"(1), non "Io sono turbato",
"Ill mio spirito non era presente"(2), non "Io non c'ero",
"L'anima mia magnifica il Signore... non "Io magnifico il Signore"
"Il mio spirito esulta"(3) non "Io esulto"...

 

Come il bambino passa dall'infanzia alla fanciullezza, così era la vergine umanità.

Nella vita del bambino, il misterioso evento che fa sperimentare il pronome personale "Io" in riferimento a se stesso, dura oggi circa due anni e mezzo.

Il ministero di Cristo fa riferimento - stando al Vangelo di Giovanni - ad un periodo di novecentodiciotto giorni (dal sabato 3 ottobre dell'anno 27 al venerdì 7 aprile dell'anno 30), dunque a due anni e mezzo.

La nascita dell'Io nel bambino e la durata del ministero di Gesù hanno in comune questa durata...

ma vi è qualcosa in più: questi 918 giorni rappresentano sei periodi di 153 giorni, numero uguale a quello dei pesci pescati dai discepoli in presenza del Cristo resuscitato(4).

La durata del ministero pubblico del Cristo, concludentesi con il sangue del Golgota, fecondatore dell'intero pianeta, è dunque simbolo della nascita dell'Io. E' infatti dopo questo periodo di tempo, cioè dal secondo al terzo anno di vita, che il bambino comincia ad esprimersi adottando la parola "Io".

Quando imparavo la mia lingua madre, imitavo la parola parlata ad eccezione della parola "Io", che mai nessuno avrebbe potuto rivolgermi. Nessuno infatti può rivolgersi a un altro chiamandolo "Io". E per arrivare a dire "Io" a me stesso, non potevo certo filosofeggiare, perché a quell'età i miei processi di pensiero non erano così evoluti da permettermi di arrivare alla conclusione che, se tutti gli altri chiamavano se stessi "Io", avrei anch'io dovuto riferirmi a me stesso con tale parola.

L'esperienza dell'Io, che ogni persona comune ha nell'infanzia, è dunque di natura assolutamente spirituale.

Grazie agli influssi dell'Agnello (nell'astrologia ebraica Agnello e Ariete si identificano), quando il punto di primavera si trovava nella costellazione dell'Ariete, segno-simbolo della testa umana, sede della facoltà di dire "Io" a se stessi, nasceva l'"Io sono".

Era il tempo del "Figlio dell'Uomo", figlio dell'Umanità ancora Vergine(5).

Fu evento cosmico. E l'anno cosmico, durata astronomica calcolata intorno ai 26.000 anni terrestri, scandisce il ciclo della prossima epoca dell'Agnello o Ariete, secondo la precessione degli equinozi.

Il numero 26 dell'anno cosmico e la comparsa dell'"Io" entro l'umano, costituiscono dunque una "unicità", la cui consapevolezza è sorgente della vera e propria coscienza storica dell'umanità, e la cui falsificazione fece sì che l'occidente, ingannando se stesso, sostituisse al suo Cristianesimo un tetro mondo di spettri e di inquisizione dei giusti in nome di una falsa tradizione.


NOTE

(1) Daniele 2, 3.
(2) 2 Re 5, 26.
(3) Luca 1, 46.
(4) cfr. G. Barbarin, "Le profezie della Grande Piramide", Ed. Atanor, p. 63).
(5) D'altra parte, sempre in riferimento alla nascita del Cristo, commemorata il 25 dicembre, giorno dell'antica Festa pagana del Sole, va detto che nella mezzanotte fra il 24 e il 25 dicembre appare all'orizzonte la costellazione della Vergine, ed è anche questo il motivo per fu detto che Gesù nasceva dalla Vergine. (Cfr. O.M. Aivanhov, "Natale e Pasqua nella tradizione iniziatica", Ed. Prosveta, p. 12).