Gps e Superstizione

 

Dedicato a Roberto Fassio

 

 

 

Caro Roberto, oggi ti spiegherò delle cose che volevo dirti e che non ho fatto in tempo. Il funzionamento di diversi dispositivi, per es., gli smartphones, i girolaser, i droni, gli aeroplani, il GPS, ed ogni apparecchio munito di FCB o FC (Flight Control Board o semplicemente Flight Controller, cioè di centraline elettroniche di comando connesse a motori, sensori, antenne, ecc., finalizzate a monitorare costantemente tutti i parametri del moto: inclinazioni, velocità, accelerometri, altimetri barometrici, manometri, e così via) tutto questo poggia sul calcolo quotidiano del cosiddetto "Effetto Sagnac" (Georges Mark Mery Sagnac, 1869-1928, era un fisico francese antirelativista).

 

I girolsaser (detti anche giroscopi laser, o giroscopi ottici) sono sensori inerziali di rotazione, funzionanti secondo, appunto, la scoperta di Sagnac. Il GPS (acronimo di "Global Positioning System"), è uno strumento connesso ad un sistema satellitare in grado di fornire con estrema precisione la posizione di un osservatore in prossimità della superficie terrestre. Nato inizialmente per obiettivi militari, è oggi utilizzato per scopi di diversa natura (telecomunicazioni, navigazione satellitare, meteorologia, ecc.), ed è liberamente accessibile a chiunque disponga di un ricevitore GPS. Il sistema GPS comprende dai ventiquattro ai trentadue satelliti, che ruotano attorno alla terra su orbite quasi circolari, con raggio pari a circa quattro volte il raggio della terra, e con velocità di circa 3,9 km/s se misurate rispetto ad un sistema solidale alla terra e non ruotante rispetto alle stelle fisse. Ogni satellite possiede a bordo orologi atomici in grado di fornire misure del tempo ad alta precisione. I ventiquattro satelliti costituiscono il cosiddetto "segmento spaziale" (SPACE SEGMENT). Il "segmento di controllo" (control segment) consiste invece in un sistema di stazioni di monitoraggio distribuite in diversi luoghi sulla terra, mentre, il "segmento di utilizzo" (USER SEGMENT) consta di ricevitori di vario genere, anche portatili, che possono essere montati dappertutto, i quali rivelano, decodificano ed elaborano i segnali provenienti dai satelliti, ricavando informazioni sulla velocità, sulla posizione e sul tempo.

 

Poiché però il tempo di emissione e quello di ricezione del segnale sono misurati tramite orologi diversi, si pone un problema: il problema della loro sincronizzazione.

Ma effettuando una sincronizzazione alla Einstein - udite udite! - I CONTI NON TORNANO. Cioè considerando che un segnale luminoso si propaghi dal satellite al ricevitore a velocità costante e pari a "c" ("c" = celeritas = velocità presunta della luce), i conti non tornano: neanche calcolando eventuali correzioni dovute alla strumentazione, al rumore, alla molteplicità dei percorsi possibili ed al rallentamento dei segnali in seguito all'attraversamento della ionosfera e della troposfera.

 

In altre parole, NON SI SCAPPA! Affinché i conti tornino è necessario aggiungere a queste correzioni quella dovuta a Sagnac, riguardante una propagazione NON isotropa (1) della luce.

A questo punto è chiaro che l'anisotropia dell'effetto Sagnac smentisce i fondamenti dello spazio einsteiniano, ritenuto molto superficialmente da Einstein assolutamente isotropo! Infatti si tratta di fondamenti astratti e privi di connessioni con la vita reale.

 

Provo a spiegarmi.

 

Invece la scoperta di Sagnac è molto CONCRETA e al punto che i suoi effetti sono tenuti in conto ogni giorno per il CORRETTO FUNZIONAMENTO DEL GPS. Si può così dire che il funzionamento corretto del GPS è la prova incontrovertibile che Einstein ha inequivocabilmente sbagliato nel considerare lo spazio vuoto isotropo e nel considerare teoricamente impossibile il giroscopio ottico di Sagnac ed il suo cosiddetto "effetto Sagnac" (2).

Oggi NESSUNO può negare un FATTO, anzi una CAUSA di un effetto, cioè quello detto dalla fisica contemporanea, appunto, "Effetto Sagnac". Questo fatto consiste SOSTANZIALMENTE nel corpo eterico del mondo, in base al quale il mondo è qualcosa di vitale in ogni sua forma manifestamente in divenire. Per Einstein invece l'Etere era SUPERFLUITÀ. Era superfluo (cfr. A. Einstein, Ann. Phys., 1905. Edizione italiana in AAVV. "Cinquant'anni di Relatività", Ed. Giuntine Sansoni, Firenze, 1955). Ovviamente la vitalità universale o Etere non solo esiste ma è essenziale ad ogni organismo, dato che è la vera energia plasmatrice di ogni cosa: dalle cosiddette particelle dei nuclei atomici fino alle stelle più lontane delle galassie più lontane (ne ho parlato anche nella pagina sull'energia nucleare:
http://digilander.libero.it/VNereo/Sull-energia-nucleare.htm

 

Ma cosa è avvenuto? è avvenuto che di ambiguità in ambiguità la considerazione dell'Etere come qualcosa di superfluo portò ad una conclusione del tutto erronea e ridicola e cioè che l'Etere non esiste.

 

I rapporti di Einstein con l'Etere furono però un suo problema irrisolto, dato che vi dedicò numerose attenzioni fino alla sua morte, anche se naturalmente sempre in modo ambiguo, così da non incorrere in contraddizioni col suo principio di relatività, ma ammettendo che senza un adeguato concetto di etere non si può fare alcun tipo di fisica. Se volete sincerarvi di questo suo problema irrisolto, che nessuno oggi (se vuol fare carriera) ha il coraggio di approfondire pubblicamente, potete farlo leggendo Ludwik Kostro. Anche se è un caso più unico che raro, una trentina d'anni fa Kostro infranse questa omertà di tipo mafioso (si veda questo autore nei seguenti testi: "Outline of the history of Einstein's relativistic ether conception", in Proc. of the II Int. Conf. on the History of General Relativity, Luminy, 1988; "Einstein's new conception of the ether", in Proc. of the Int. Conf. on Physical Intepretations of Relativity Theory, London, 1988; "Einstein and the ether", Electronics and Wireless World, 94, N. 1625, 1988).

L'eliminazione del concetto di etere e degli eteristi procedette di pari passo con l'inserimento della teoria della relatività ristretta (o speciale) e con la dogmatica credenza dell'esistenza di uno SPAZIO VUOTO in cui misurare una propagazione isotropa della luce.

Ma la scoperta di Sagnac (effetto Sagnac) dimostra che non c'è isotropia ma anisotropia, che è il contrario, nello spazio, proprio perché lo spazio non è né vuoto, né pieno. Nel percepire un sasso sappiamo del suo spazio interno, anche se questo è pieno della sua sostanza materiale, segno che lo spazio non è né vuoto, né pieno. Lo spazio è immateriale. Lo possiamo pensare, immaginare. Ma non possiamo toccarlo. Neanche vederlo. Anche misurandolo, non posso afferrarlo. La misura di una distanza o di un volume non è spazio ma solo una relazione necessaria al mio pensare. Una misurazione non è lo spazio, ma una CONVENZIONE, astratta da una realtà, che non è solo la materia fisica che riempie quella data forma ma anche un ente ideale. Se riduci il tuo orologio in polvere con un mortaio non puoi dire poi che quella polvere è l'orologio. Perché manca a quella polvere l'ente ideale che la fa essere orologio. Ecco perché il volume di un cubo non può essere una misurazione ma una relazione interna, la cui realtà non è soltanto il suo vuoto riempito di una data materia, ma anche il suo rispondere ad una percezione ideale, che in genere non si sa di avere come percezione ideale. La stessa cosa vale per la luce, per il tempo e per ogni altra realtà sovrasensibile come l'Etere.

La scoperta di Sagnac, cioè il cosiddetto effetto Sagnac è dunque comunemente utilizzato nella navigazione aerospaziale, dato che questa non può prescindere dal giroscopio ottico o girolaser (D. MacKenzie, "From the Luminiferous Ether to the Boeing 757: A History of the Laser Gyroscope", Technol. Culture, 34, 1993, 475). E l'utilizzo del girolaser nella navigazione spaziale dimostra implicitamente che la relatività speciale è falsa, dato che in base ad essa Einstein sentenziò che il giroscopio ottico era "teoricamente impossibile" (cfr. A. Einstein, op. cit.; T. Theocharis, op. cit; R. Monti, "The real Einstein").

E questo dato lo potete trovare perfino in chi vorrebbe negarlo o relativizzarlo, o addirittura farlo rientrare nelle teorie di Einstein come tenta di fare per esempio Roberto Ralli (del Dipartimento di Fisica dell'Università di Milano) nel suo scritto intitolato "Effetto Sagnac (1913): Storia di un mancato dibattito nella Francia degli anni '20", p. 48)» di cui ti voglio accennare come di prototipo mistico, che è pure una zappa, che gli einsteiniani si tirano d'abitudine sui piedi. Tanto nessuno oramai è in grado di capirci qualcosa.

Lo scritto di Lalli si presenta dunque concepito per approfondire il rapporto di Sagnac "con la comunità scientifica francese e le reazioni di questa alle proclamazioni antirelativiste dello stesso" Sagnac (cfr. ibid., Riassunto) al fine di "colmare" una "lacuna" dovuta al fatto che nessuna delle rivisitazioni storiche si sia soffermata "sugli accadimenti immediatamente prossimi" (ibid.) a questa sua scoperta.

Tutte parole... E comunque questa scoperta non è smentita nello scritto di Lalli ed, anzi, conferma esplicitamente altre osservazioni fatte su di essa da altri studiosi, come ad esempio MacKenzie sull'etere e sul giroscopio ottico, ed implicitamente quelle di Roberto Monti, il quale specifica su questo argomento che «il secondo Giroscopio Ottico (dopo quello di Michelson e Gale) fu costruito nel 1963 da Macek e Davis. Oggi un Giroscopio ad anello laser può stare nel palmo di una mano ed è sensibile a 0.001deg/h (W. W. Chow, J. Gea Banacloche, L. M. Pedrotti, "The Ring Laser Gyro", Rev. Mod. Phys. Vol. 57, n.1, January, 1985, p. 61.)». E questo lo potete trovare nella conclusione del suo scritto "The real Einstein": http://digilander.libero.it/VNereo/roberto-monti-the-real-einstein.pdf - (Conclusione, p. 58).

Ma Lalli va ancora oltre e dice addirittura che attualmente l'effetto Sagnac è «impiegato nella sincronizzazione temporale del GPS» e per affermarlo cita un testo di Neil Ashby ("Relativity and Global Positioning System", Phys. Today, 55, no. 5, 2002, 41) che, se avete la pazienza di andare a vedere, trasforma le cose per dire che anche questo effetto Sagnac che corregge Einstein è la prova che Einstein aveva ragione.

Così facendo, Lalli - e tutti questi galoppini di Einstein - ottengono l'effetto di tirarsi, appunto, la zappa sui piedi, dato che se è vero che il cosiddetto effetto Sagnac è «impiegato nella sincronizzazione temporale del GPS, NON SOLO CONFERMA IL FATTO CHE IL GIROSCOPIO OTTICO SIA UNA REALTÀ FUNZIONANTE, MA CHIARISCE ANCHE UN ALTRO FATTO che voglio sottolineare in quanto si demolisce in tal modo un'altra superstizione dei galoppini. Di solito infatti i supporters di Einstein danno per scontato che l'orologio atomico dei GPS installati sulle automobili sia merito dell'assoluta giustezza della formula einsteiniana della relatività. Ma questa è una SUPERSTIZIONE e avviene perché in campo scientifico è notorio che gli orologi atomici a bordo dei satelliti furono programmati in modo da tener conto degli effetti relativistici di Einstein (addirittura, al tempo del lancio dei primi satelliti, era stata nominata un'apposita commissione, finalizzata a verificare che gli effetti relativistici fossero opportunamente tenuti in conto dai progettisti del sistema, e persino dai costruttori di ricevitori satellitari). Ebbene nel testo di Ralli si afferma che, l'effetto Sagnac "è ora impiegato nella sincronizzazione temporale del GPS" (R. Ralli, ibid.). Solo che, così scrivendo, Ralli fa il solito errore dei galoppini, promuovendo un'interpretazione della realtà favorevole a quella superstizione, cioè dice che quell'"impiego" si accompagna all'accettazione delle teorie di Einstein. Queste le sue parole: "La storia delle interpretazioni dell'effetto Sagnac [...] si accompagna all'accettazione delle teorie di Einstein" (R. Lalli, op. cit., p. 63). Ma che significa quel "si" di "si accompagna". Quel "si" è un partitivo (?). Ma chi fa o dovrebbe fare l'azione di quell'accompagnare? Chi è che accompagna l'impiego di Sagnac all'accettazione di Einstein? Dove sono le prove sperimentali di questa storia, di questa "accettazione"? Sono forse nella fede in Einstein nonostante i suoi errori corretti da un antirelativista come Sagnac? Rifletteteci.

Io non sono un fisico. Però se il mio ragionamento fin qui è giusto, l'affermazione di Lalli, anzi lo dico direttamente a Roberto Lalli (che non è Roberto Fassio a cui ho dedicato questo video): o Lalli, l'affermazione che fai sulla storia delle interpretazioni dell'effetto Sagnac, omette di considerare l'ANTILOGICA di tale
"accompagnamento"! Non dico che tu sia bugiardo o che i fatti storici da te riportati non siano riportati con scrupolosa onestà. Dico solo che se questi sono i fatti, si tratta di fatti ANTILOGICI che, come minimo, dovrebbero sbigottire per la loro completa assenza di logica. Infatti se per sapere l'ora devo usare ogni volta un orologio corretto da qualcuno, significa che il suo corretto funzionare è dovuto, cioè è causato, dal correttore, NON da una teoria che in quanto sbagliata, deve essere corretta.

Io sono un musicista e, ovviamente, vedo la cosa dal mio punto di vista di musicista: il problema di un errore di esecuzione musicale può essere risolto solo se prima di tutto lo si riconosce come come errore, NON se lo si nega come errore, magari "accompagnandolo" alle ragioni teoriche che lo fecero scaturire come errore.

Perciò a me pare antilogico interpretare l'effetto Sagnac come qualcosa IMPIEGABILE «nella sincronizzazione temporale del GPS» - come scrivi tu - per poi "accompagnarlo" all'"accettazione delle teorie di Einstein", dato che sono proprio i risultati provenienti da queste teorie a richiedere di essere corretti! Tale "IMPIEGO" significa solo che il GPS funziona correttamente NON in base ad Einstein, ma in base a Sagnac.

Quando io sincronizzo il mio orologio con quello della TV cosa significa? Significa che sono avanti o che sono indietro, cioè che il mio orologio non è preciso, e che proprio per questo motivo, devo "aggiustarlo". Insomma la necessità di "sincronizzazione temporale del GPS" non è altro che la necessità del suo periodico aggiornamento correttivo. Ma ciò NON può essere interpretato come giustezza delle teorie di Einstein, perché se queste fossero state giuste, non avrebbero avuto alcun bisogno delle correzioni. Questo è molto importante.

Se affinché i GPS funzionino c'è bisogno - come afferma Lalli - dell'effetto Sagnac, cioè di una scoperta che ancora oggi i supporters di Einstein mostrano - con astratti giri di parole intellettualistici (cioè mediante il solito materialismo dialettico che da due secoli sostituisce la cultura) - di voler confutare a tutti i costi, perfino tirandosi la zappa sui piedi, occorre chiedersi: perché mai la vogliono confutare?

La risposta a questa domanda è semplice ma è possibile solo se consegue al recupero della sanità mentale, che oggi è ancora molto carente nell'uomo, malato com'è di rimozione del proprio giudizio critico. Ed è la seguente: perché l'effetto Sagnac è un FATTO. Questo è il motivo (dunque NON un discorso fazioso, né una mera teoria) che mostra l'inconsistenza sperimentale della teoria della relatività.

 

Questo fatto dimostra che la teoria di Einstein è sbagliata.

Caro Lalli, anzi cari supporters o galoppini di Einstein, non potete arrampicarvi sui vetri o imitare le tre scimmiette del non vedo, non parlo e non sento. Almeno non potete continuare a fare finta di essere geni come Einstein che hanno capito Einstein quando con le nuove tecnologie i suoi errori sono sempre più evidenti. Volenti o nolenti dovete aprirli gli occhietti: ogni giorno i giroscopi ottici confutano di fatto la teoria della relatività speciale e l'intera teoria della relatività di Einstein (sia speciale che generale), nonché le sue implicazioni cosmologiche: il "big bang", l'espansione dell'universo, la "superfluità" dell'etere-della-luce, ecc., tutto ciò è pura fantasia, cialtroneria.

Con l'effetto Sagnac, tutta la relatività di Einstein è smascherata come la più colossale truffa scientifica della scienza moderna. Ecco dunque anche perché l'effetto Sagnac è stato scotomizzato fino ad oggi, e ciò lo si può evincere perfino dallo scritto di Lalli, in cui nella nota 5 di p. 52 si legge: "La comunità scientifica internazionale assunse definitivamente il nome effetto Sagnac durante lo sviluppo del giroscopio laser e delle sue applicazioni alla navigazione aerospaziale" e scrive queste cose senza però un minimo accenno, sia da parte di detta Comunità, sia da parte dello stesso Lalli, al fatto che il giroscopio di Sagnac funzioni "in contraddizione con la relatività speciale" (R. Monti, op. cit., p. 28). Ecco perché Einstein di conseguenza considerò il giroscopio ottico "teoricamente impossibile" (A. Einstein, op. cit; T. Theocharis, op. cit.; R. Monti, op. cit.).

Dunque caro Lalli, oggi però non è più tempo di coperchi, dato che i misfatti del non senso semantico sono confutati dai fatti: basta un semplice smartphone munito di laser e di giroscopio a dimostrare - fino a PROVA CONTRARIA - coi fatti che l'einsteinismo è finito.

Auspico perciò che in futuro, spero molto prossimo, si assista ad una nuova distinzione dell'umano: da una parte diminuirà sempre più il numero di coloro che non potranno fare a meno di Einstein, dello statalismo e delle sue magie e superstizioni; dall'altra, aumenterà invece la massa critica di coloro che, emancipandosi da questo buffo terreno poltiglioso della dialettica eristica, se ne saranno liberati.

 

Queste sono... erano le cose che volevo dirti a settembre, caro Roberto Fassio, ma che non ho potuto dirti perché avevi fretta di andartene...

 

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(1) Applicata a luce e spazio intesi come corpi fisici, L’ISOTROPIA (che è la caratteristica di un corpo le cui proprietà fisiche si mantengono costanti in qualsiasi direzione, come è “postulato” nella costante assoluta della velocità “c” della luce, postulato divenuto dogma indiscusso della moderna fisica teorica) È UN PREGIUDIZIO, cioè una speculazione a priori che, paragonando, ad es., la velocità della luce a quella di un treno, considera insufficientemente lo spazio della luce e dell’oscurità (cfr. "Lo spazio della luce e dell'oscurità", 2° saggio dello scienziato Ernst August Karl Stockmeyer, collaboratore di Rudolf Steiner: http://digilander.libero.it/VNereo/2saggi-di-stockmeyer-per-una-nuova-fisica.htm ).

 

(2) Einstein considerava "teoricamente impossibile" il giroscopio ottico (cfr. A. Einstein, "Relativity - The Special and the General Theory", Methuen, 1920, p. 66; vedi anche: T. Theocharis, "Translation and Rotation Sensors, Proceedings of the International Conference Galileo Back in Italy II", Ed. Andromeda, Bologna 2000, pp. 441-446)..