Diceva il Sole a Venere
Avrete le cose belle e buone
E Venere amando gli amanti
Diceva amatemi e ditevi
L’un l’altro
Avrai le cose che vuoi
Il bello e il bene
Se amerai in me l’amore
E il Sole li scaldava
E ogni notte di Luna
Dal cielo veniva il chiarore
Vicario
Per vedere
Le fiamme nel cuore
Per sentire a che punto

La notte interiore moriva
E lasciava
Trapassare la gioia e la guida
Ce l’avrai
Bella fanciulla
Tutto il bene di Dio
Quando?
Ce l’avrai quando l’Io
rifarà la sua storia
e il pensiero del male
svanirà nel processo del pane
nel messaggio del pane
che la carne nasconde
Così il Sole ogni istante
Lo trasmette ai fratelli
E ogni giorno rivive
Speranza
Al suo centro nel cuore.

E l’amore di Venere
Un giorno disse al Sole
Che il lavoro di Marte era poco influente.
Riscaldalo.
E anche lui marcerà.
Fu il messaggio solare
Venere così pregò Marte
O serenità proveniente
Dalla ragione l’avvolse
Da’ coraggio ai mortali
Che si muovano in tempo
Verso il tempo migliore.

Marte disse
Cronos è lui
Che inghiotte i viventi non io
Il coraggio che chiedi
È conoscere il vero
Vai da lui.
E Saturno passava nel tempo
Mietendo il suo grano
Era la fine dell’estate
E nel cielo la quiete
Di settembre era ormai alle porte:
Nuvole nere
Sopra cielo serale
Dal chiarore scompare.

Quante forme
Ispirarono il cuore dell’uomo?
Si chiedeva un viandante
Incurante dei problemi del cielo
Dei messaggi del Sole
All’esercito sacro
Ti porterò con me
Pensava
Guardando le forme
Che già erano fatte coscienza
E già morte
Generavano ricordo
Ti porterò nel cuore
Col tuo amore per i tramonti
Col tuo amore per la parola
Col tuo amore
Tenera stagione
Frutto mai colto
Paesaggio risorto e vertigine
E pensava a lei
Di scriverle un poema
Canzone d’amore
Non sapeva che intanto la tela
Nel cielo
Tessuta dalla sincronicità
Degli eventi
Era ordita dal suo cuore.

Il cuore di lei
Però lo sapeva
Ma voleva ugualmente
Fosse il tempo
A ordinare gli eventi
Per rispettare
Scrupolosamente
Il potere divino.

Nelle colline
Di Castell’Arquato
Circolavano voci
Che l’Olimpo non sapeva
Si diceva dell’afa
Si malediceva il male
E il suo creatore
Si condannava la gente
Che pensava diverso
Si valutava il costo
Di un rapporto d’amore
Si credeva in un dio minore
Detto franco o denaro
Si adorava ancora il vitello
Dio toro dell’oro
E domenica
Si andava nel tempio
Per avere il diritto di crederci ancora:
Comunione dell’oro
Del buon senso comune
Sotto-dio di fede in materia
E gli dei dell’Olimpo
Rispettavano
L’uomo e le sue credenze
e il buon luogo comune
Uccisore di coraggio.

Gli dei ragionano da dei
Non da uomini
E lasciano fare
Tanto dicono
Ciò che è male
Sarà nube o tempesta
O cristallo di neve
Differenza di forma
Individuo
Nuova essenza
Chi comprende comprende
E chi è vivo
Prima o poi
Se ne accorge
Si fa vivo
Dal nulla che era
In quel nulla ritorna

La gente di Castello
Striscia
Come parola taciuta
Come esseri
Ignari e insicuri
Di essere almeno
Come baco da seta
Che poi muta in farfalla
Siamo meno testimoni dei vermi?
Se al di là c’è solo morte
Disse il baco da seta prima di morire
Mi riparerò in questo bozzolo
Del mio terrestre strisciare
Bara e traguardo.

Così pensa l’uom di borgo
Ignaro delle farfalle
Che la terra non calcano più
Eppure
Su di essa son vive
E noi siamo meno
Per Dio?
Cos’è il mistero
Della conversione
Del pensiero
Se non sai del baco che vola?
E Giove tuonò
Siate almeno come i vermi
O mortali
E sarete con me

POESIE: A volte Pan      
A terra stasera A volte la crusca (13/12/95) Bambina chiara Cianei Com'è dolce la sera
Diceva il Sole a Venere E quando verrà il tempo Ho visto un essere umano Il tempo più bello La psichiatria dei bastardi
Lei è sempre O viandante Sempre più bella Spiriti buoni