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Gela, colonia greca

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Gela fu una delle prime colonie fondate da greci, in particolar modo dagli abitanti di Rodi e Creta guidati da Antifemo ed Entimo, sulla costa sud-occidentale della Sicilia nel 689-688 a.C.

Probabilmente la fondazione fu preceduta dall'arrivo di alcuni nuclei di Rodi di Lindos. Ciò è confermato sia dallo storico Tucidide, sia dal ritrovamento di ceramiche risalenti a quel periodo, di fabbricazione rodia, nei siti: dell'acropoli, in prossimità del fiume Gela e nelle necropoli di Contrada Spina Santa e dei Giardini Pubblici.

La colonia, dopo essere stata denominata Lindioi, prese il nome dal fiume omonimo. Dopo aver potenziato le proprie risorse economiche e militari intraprese una campagna di ellenizzazione dell'entroterra seguendo due principali direzioni, una in corrispondenza del fiume Salso e l'altra del fiume Platani. Molto probabilmente non tutti i siti degli abitanti locali furono ellenizzati poiché a causa della loro resistenza furono  interamente distrutti.

Nel 580 a.C. circa i Geloi guidati da Aristonoo e Pistilo fondarono Akràgas, l'odierna Agrigento, che dopo dieci anni si rese autonoma.

Tra il 505 e il 491 a.C. i due tiranni Cleandro e Ippocrate intrapresero una nuova campagna di conquiste, molto più ambiziosa della prima e che mirava alla conquista delle regioni settentrionali ed orientali dell'isola. Furono infatti conquistate varie città tra cui quelle di Nasso, Leontini, Catania, Ergezio e Zancle, oggi Messina. Questo coincide sicuramente con l'inizio del periodo di splendore economico e politico e a dimostrazione di ciò sono state ritrovate monete d'argento coniate nel periodo in cui Gela fu comandata daI Ippocrate. Furono intraprese anche una serie di battaglie per la conquista di Siracusa (famosa la battaglia al fiume Eloro in cui l'esercito siracusano fu sbaragliato). La città non fu presa dai Geloi anche grazie all'intervento di Corinto e Corfù ma in seguito ad un trattato, Camarina venne ceduta a Gela, che la ripopolò con nuovi coloni guidati da Glauco di Caristo, visto che era stata precedentemente distrutta proprio da Gela.

Nel 481 a.C. Gelone prese il governo della città, succedendo ad Ippocrate che era caduto in battaglia nei pressi del fiume Simeto nell'attacco contro una roccaforte dei Siculi. Egli proseguì la politica espansionistica dei precedenti tiranni. Dapprima strinse rapporti con Terone, tiranno di Akragas, di cui sposò la figlia e poi conquistò Siracusa sfruttando le discordie sorte nella città tra due classi sociali. Egli stesso prese direttamente il controllo della città, affidando Gela al fratello Gerone (o Ierone). In dieci anni di dittatura Gelone divenne talmente potente da essere chiamato dai Greci in loro aiuto nella guerra contro i Persiani ma il dittatore si impegnò invece nella guerra contro i Cartaginesi e vinse insieme ai suoi alleati la battaglia decisiva di Himera nel 480 a.C. Con il bottino di guerra e i prigionieri cartaginesi divenuti schiavi, furono costruite numerose opere pubbliche ed imponenti templi. Nel 478 a.C. Gelone morì, sicché Ierone coprì la sua carica a Siracusa e a Gela fu messo a capo uno dei fratelli di Gelone, cioè Polizelo.

Nel 456 a.C. il tragediografo ateniese Eschilo morì a Gela, secondo la leggenda, a causa di una testuggine lasciatagli cadere in testa da un'aquila in volo.

A causa di numerosi scontri sorti tra le varie città dell'Isola, nel 424 a.C., Gela ospitò un Congresso di pace in cui rimase famoso l'appello di Ermocrate circa l'importanza dell'unione e della pace fra le città della Sicilia. Ma la pace non sarebbe mai arrivata.

Nel 405 a.C. Gela fu invasa e distrutta dai Cartaginesi guidati da Imilcone, nonostante Dionigi, sovrano di Siracusa, venne in soccorso. Alcuni Geloi si rifugiarono a Leontini. Dopo 60 anni bui, grazie al condottiero Timoleonte, un gruppo di coloni di Coo e alcuni vecchi Geloi si presero la città ridando a Gela un nuovo periodo di splendore in cui furono realizzati diversi monumenti nell'area di Capo Soprano. Alla morte di Timoleonte Gela fu nuovamente oggetto di scontri e nel 317 a.C. Agatocle, tiranno di Siracusa, la assediò al fine di farne un caposaldo militare contro l'avanzata cartaginese. I Geloi, con l'aiuto di Xenodico, si ripresero la città nel 309 a.C. ma dopo quattro anni di libertà passò di nuovo sotto il dominio di Siracusa.

Nel 282 a.C. Gela fu rasa al suolo da Finzia, tiranno di Agrigento e i suoi abitanti furono deportati a Finziade, l'odierna Licata. In seguito i Mamertini, mercenari campani, completarono l'opera di distruzione e saccheggiamento. Si chiudeva così il periodo di splendore e potenza di cui Gela aveva goduto per molti secoli.