Archimede e le dimensioni dell'Universo

Archimede aveva inventato un metodo per esprimere numeri molto grandi.

Il sistema consisteva nel raggruppare i numeri in ottadi, cioè in potenze in base 10 con esponente multiplo di 8: la prima ottade è 108, pari a 100 milioni, la seconda ottade parte da 108+1 e giunge a 1016 e così di seguito fino a 10800000000.

Questo nuovo sistema di numerazione permetteva di superare la difficoltà insite nel modo usato dai Greci per rappresentare i numeri, cioè le lettere dell'alfabeto, quando si trattava di scrivere cifre di grande entità. Lo scienziato si servì delle ottadi per calcolare il numero di granelli di sabbia necessari per riempire tutto l'Universo.

Calcolò le dimensioni di un granello di sabbia, pari alla decima parte di un seme di papavero, conoscendo poi, grazie agli studi di Aristarco di Samo e di Eratostene, la circonferenza della Terra e la sua distanza dal Sole (allora valutata in 925 milioni di chilometri, mentre in realtà si tratta di 150 milioni di chilometri), prende poi in esame "il cielo delle stelle fisse" ed arriva alla conclusione che l’universo abbia un diametro di 9 miliardi di chilometri.

Tale grandezza sarebbe stata riempita da un numero di granelli di sabbia pari a 1063, praticamente nemmeno 8 ottadi.