Luca Michelini


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danza e medicina

medicina

Dott. Luca Michelini
Specialista in Medicina dello Sport
Coreografo

La pratica della Danza può risultare benefica a tutte le età, assimilandosi , a seconda del livello di impegno, ad una disciplina sportiva, ad una ginnastica dolce o ad una terapia motoria.
I BENEFICI DELLA DANZA
La Danza, attività connaturata alla natura umana, è un fenomeno che investe l’individuo nella sua totalità; l’ascolto della musica, la fusione del ritmo con l’espressione del corpo, la insostituibile funzione socializzante del movimento sincrono dei danzatori, in coppia o in gruppo, fanno del ballo un’occasione unica di stimoli per il corpo e la mente.
Tantissime sono le modalità con cui la danza e il ballo si esprimono, e altrettanto diversificati sono gli effetti sulla fitness del corpo. Sempre maggior successo ottengono negli ultimi anni le attività fisiche connesse con la musica, dall’
aerobica al jazzercise, all’acquagym molte discipline si avvalgono della musica per arricchire la mobilizzazione corporea con la gratificazione acustica, incentivando la ricerca della fitness.
La danza può a tutti gli effetti considerarsi un’attività sportiva delle più complete: oltre ad assicurare un buon tono muscolare e un armonico sviluppo dell’apparato locomotore, l’impegno cardiorespiratorio di molte discipline coreutiche ne fa un ottimo mezzo di potenziamento delle doti metaboliche. Difficile immaginare un modo più piacevole di stimolare la frequenza cardiaca, la circolazione periferica, il metabolismo lipidico (bruciare i grassi), divertendosi contemporaneamente con un partner o in un gruppo.
Ad ogni livello il corpo trae giovamento dalla pratica del movimento sulla musica: vi sono tecniche particolarmente impegnative (ad es. la danza
classica o la contemporanea) che, specie se praticate fin dall’età giovanile, si accompagnano ad un armonico sviluppo muscolare associato a un notevole incremento della mobilità articolare, conferendo al corpo del ballerino la tonicità e l’elasticità di un atleta completo.
RISCHI E CONTROINDICAZIONI
Perché la danza sia sempre e solo di beneficio al corpo deve essere praticata sotto la guida di insegnanti esperti, e previo controllo medico delle condizioni di salute.
I ballerini che praticano le discipline fisicamente più impegnative corrono anche dei rischi, legati in genere a traumatismi acuti: occorre ad esempio molta prudenza e gradualità nell’apprendimento delle gestualità a maggior contenuto acrobatico, dalla
classica stessa alla capoeira alla breakdance; ma anche il voler a tutti costi, specie in età molto giovanile, raggiungere determinati obbiettivi di estrema mobilità articolare an dehors o un uso precoce (o con un piede strutturalmente inadatto) delle punte può dar luogo a ripetute sollecitazioni non fisiologiche delle strutture articolari e muscolo tendinee (i cosiddetti microtraumi ripetuti) che possono esitare in patologie infiammatorie e degenerative anche serie.
La prevenzione di tali patologie nel ballerino si giova di un’adeguata preparazione fisica con particolare attenzione agli elementi posturali e alla ginnastica propiocettiva, la pratica regolare del massaggio e di esercizi di riscaldamento e allungamento che precedano gli impegni più gravosi delle strutture osteo-muscolo-tendinee. Insomma, la ricerca della abilità tecnica, specie in verde età, non deve andare a discapito dell’armonico sviluppo della giovane ballerina.
Prima di intraprendere la pratica di una disciplina di danza di tipo fisicamente impegnativo, come la
classica, il rock acrobatico, la breakdance, ecc., specialmente se con aspettative di tipo professionale, è indispensabile un’accurata valutazione funzionale dell’apparato locomotore. Vi sono conformazioni o malformazioni che spesso traggono giovamento dalla pratica della danza, come alcune asimmetrie della colonna vertebrale, le scapole alate o altri paramorfismi; altre patologie giovanili viceversa controindicano alcuni esercizi di danza (alcune forme di osteocondrosi, es. malattia di Scheuermann, alluce valgo, la spondilolistesi, ecc.) o limitano alcune gestualità, quali ad esempio il relevé o la danza “sulle punte” (alluce rigido, piede greco).
Nella maggior parte delle situazioni (atteggiamenti scoliotici, limitazioni articolari della spalla, ipermobilità delle ginocchia, varismo tibiale, piede prono, alterazioni dell’articolarita dell’anca, ecc.) la valutazione medica del giovane ballerino deve essere individualizzata, e può essere di utile supporto per un lavoro personalizzato da parte dell’insegnante, che utilizzando esercizi specifici, propedeutici alla tecnica, aiuta a migliorare le caratteristiche morfofunzionali dell’apparato locomotore del ballerino, specie in età evolutiva.


DANZA E CULTURA
Nella storia dell’umanità la danza ha spesso assurto un ruolo di primo piano non solo come spettacolo, piacevole esercizio fisico o espressione di corporeità individuale: di volta in volta ha avuto una collocazione storica anche di rilievo come fenomeno collettivo, sia di tipo rituale-religioso che sociale e di corteggiamento. Si assiste oggi ad una riscoperta un po’ ovunque di un patrimonio culturale di danze dei tempi andati la cui pratica associa al piacere dell’attività motoria di gruppo un affascinante risvolto culturale, con la pratica della danza popolare (di tradizione orale) e la danza storica (di tradizione scritta). Impossibile citare tutte le danze nate in contesti popolari che oggi godono del favore di molti praticanti, dal
valzer alla capoeira, dalle danze ebraiche alle quadriglie, dal flamenco alla tarantella, dalle senegalesi alle afro-cubane, dal tango alla danza del ventre.

LA DANZA STORICA
Si va diffondendo da un po’ di anni in tutta Italia la passione per la
danza storica o danza nobile: la riscoperta di come si ballava un tempo nelle Corti, decifrando manoscritti antichi di Maestri di Danza di epoca tardo Medioevale; nel XV secolo l’Italia e i Coreografi italiani dettavano legge in fatto di Danza in tutte le principali Corti d’Europa, ed oggi molte scuole propongono la rievocazione di percorsi coreutici, a partire dal De Arte Saltandi et Choreas Ducendi di Domenico da Piacenza; successivamente, tra Rinascimento e Manierismo, è un fiorire di trattati dai titoli accattivanti: Il Ballarino, Le Grazie d’Amore, Nobiltà di Dame, ecc. e così si può provare il piacere e l’emozione di danzare la Bassadanza, la Piva, la Pavana o la Gagliarda come facevano i nostri antenati. E’ frequente l’occasione, nelle numerose rievocazioni storiche che in ogni dove nobilitano sagre e feste di tanti Comuni del Bel Paese di osservare gruppi di praticanti in fedeli ricostruzioni dei costumi d’epoca, che ricreano l’atmosfera di un tempo, eseguendo con grazia passi e movenze del passato.

La danza in carrozzina

La pratica della danza in carrozzina è gestita, nell’ambito dell’IPC, dall’International Paralympic Wheelchair Dance Sport Committee (IPWDSC).
Nella valutazione della danza in gara, che si svolge su uno spazio di almeno 200 mq, la giuria deve valutare tanto gli elementi tecnici legati al movimento e allo stile musicale proposto, quanto quella indefinibile somma di elementi stilistici, coreografici e carismatici della coppia che concorrono a formarne il contenuto artistico vero e proprio, quali l’originalità, la variazione delle figure, l’uso dello spazio, l’espressione attraverso il linguaggio del corpo del contenuto emozionale della danza.
Nel giudizio viene posta in risalto la armonia tra i partner, con particolare attenzione alla persona disabile; se il partner disabile risulta essere l’elemento passivo della coppia, spinto o tirato dal partner normodotato, questo influisce negativamente sul giudizio, che privilegia le coppie in cui il movimento a due è viceversa il frutto di una armonica cooperazione tra i danzanti, con attiva partecipazione della persona disabile.
Oltre al movimento ritmico della testa, del tronco e degli arti superiori, la conformità con il ritmo musicale viene espressa dal danzatore in carrozzina (nelle sole danze Latinoamericane) anche attraverso movimenti di accelerazione e frenata delle ruote a tempo di musica, come pure mediante virate e inclinazioni sia sul piano frontale che sagittale; movimenti di elevazione delle ruote anteriori sono ammessi, purché eseguiti dal ballerino disabile senza l’aiuto del partner normodotato.



Tra le scuole di Danza storica:


LA DANZA DI COPPIA
Se ogni tipo di ballo o danza, individuale di coppia o collettivo, è prima di tutto un piacere, nulla eguaglia l’emozione di muoversi all’unisono con il corpo di un partner dell’altro sesso. Dalle danze caraibiche al valzer, si assiste alla riscoperta del piacere del ballo di coppia un po’ a tutte le latitudini; ma il re delle danze di coppia probabilmente è il Tango Argentino; l’intesa del linguaggio del corpo tra il tanguero e la seguidora e l’empatia che si crea praticando “il pensiero triste che si balla” non ha eguali in nessun altro ballo. Da qualche anno in tutt’Italia fioriscono scuole e si aprono milonghe nella migliore tradizione di Buenos Aires dove, oltre ad ascoltare buona musica e a praticare il ballo, si può respirare un po’ dell’atmosfera porte?a, fatta di passione, nostalgia e piccoli codici comportamentali .
Vedere una coppia che balla il tango: rapita dai propri sentimenti, concentrata sulle sensazioni che scambia col partner, assorta in quel magico momento può dare un’idea delle intense emozioni che il tango scatena; ma solo dopo averlo provato si può realmente capire perché il tango è stato anche definito
“una storia d’amore che dura tre minuti”.


Altre scuole privilegiano lo studio di repertori più recenti, quali la danza Barocca, richiamando gli anni splendenti del Re Sole, o il Ballo Sociale dell’800; quest’ultimo genere, che consente di rivivere tra Quadriglie, Scottish e Contraddanze le atmosfere del Gattopardo e di Via col vento, ha avuto molto successo negli ultimi anni grazie all’attività di divulgazione della Società di Danza, presente a Bologna, Livorno, Modena, Pisa, e in molte altre città.

LA DANZA E L’ANZIANO Il ballo è un contesto favorevole per motivare al movimento anche fasce di popolazioni meno inclini a farlo, e certamente l’anziano che pratica regolarmente il liscio si giova di un allenamento aerobico e mantiene in esercizio il cuore, gli arti inferiori, i polmoni e…la mente, in modo ben più impegnativo ed efficace della semplice passeggiata; se alcune discipline sono appannaggio dell’età giovanile, certamente un valzer, un tango o un fox-trot sono fruibili ad ogni stagione della vita, ed è ormai dimostrato che un regolare esercizio fisico di tipo aerobico è un ausilio fondamentale nella prevenzione e nella terapia di patologie dismetaboliche e cardiocircolatorie dell’età matura. Danzare quindi non solo per il piacere della socializzazione e del ballo in sé, ma anche per mantenere efficiente e allenato l’apparato locomotore, e contrastare, tra l’altro, l’ipertensione, l’obesità e il diabete alimentare.

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