Which kind of school?

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Data di creazione: 13 settembre 2005

Ultima modifica: 26 novembre 2005

 

School creating workers? Or people?

 

 

 

-=Which kind of school?=-

 

In Italia si parla spesso di cambiamenti che non arrivano e di problemi che non si risolvono.

Si parla spesso di giovani allo sbando, di persone in crisi, di perdita di valori…

Si parla, si parla tanto proponendo carrellate di volti alla tv.

Ma di soluzioni, concrete, nemmeno l'ombra.

 

Tutto ruota attorno alle persone: l'economia, le guerre, la politica…tutto è determinato da persone (poche, se volete) e dai loro interessi.

Persone che, in virtù della loro posizione e del loro potere, decidono per altri e cambiano il mondo o parte di esso.

Ma le persone semplici, forse, potrebbero fare altrettanto se avessero maggior consapevolezza del mondo.

E di se stesse soprattutto.

Cosa voglio dire con tutto ciò?

Semplicemente che un modo differente di vivere è possibile basta voler tentare la strada del cambiamento.

Ma probabilmente questo non rientra nei progetti di chi tiene le fila dell'economia nazionale, mondiale e universale.

Se così non fosse l'attenzione attualmente posta o non posta su molte faccende sarebbe differente.

L'attenzione all'ambiente sarebbe diversa.

L'attenzione a ridurre lo spreco di materiali e risorse sarebbe diversa.

L'attenzione rivolta alle persone sarebbe differente perché non sarebbero più solo consumatori ma esseri umani da tutelare e aiutare a realizzarsi e a vivere bene.

Ci sarebbe quindi maggior interesse verso la famiglia, verso quei valori di cui si sente la mancanza o che, per quanto poco, permettono di avere un po' di civiltà.

Ma purtroppo le cose hanno preso una piega diversa e tutto sembra essere in mano a finti politici e ignoti capi dell'economia che lentamente ci hanno portato a essere ignoranti in balia del mercato e delle loro decisioni.

Grazie a questo meccanismo ecco che sulle persone ci si investe sempre di meno, divengono via via meno importanti costretti ad interpretare il ruolo di “masse” a cui proporre modi di vivere e desideri e valori a cui credere.

Sintomatico di questo è l'importanza che ha oggigiorno l'educazione e l'attenzione prestata alle persone.

I disabili, gli anziani, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i clochard…non esistono più, vittime di una saggia educazione ariana.

Educazione, tra l'altro, che non giunge più solo dalle famiglie (sempre più spesso in crisi, in difficoltà e abbandonate a loro stesse), dalla religione (dalla quale sempre più si tende a prendere le distanze), dalla scuola (sempre più disastrata) ma sempre più spesso ci piomba addosso direttamente dai media.

E forse sta in questo il nocciolo della questione e di tanti problemi moderni: l'educazione e la formazione di un individuo.

Oggi, purtroppo, formazione è intesa solo in senso professionale e conseguentemente a ciò tutti gli sforzi sono tesi a favorire l'inserimento nel mondo del lavoro.

Se lavori guadagni.

E se guadagni puoi spendere.

E se spendi vuol dire che sei normale e che sei vivo.

Altrimenti…

Parallelamente a tutto ciò rimane il problema di trovare una risposta alle nostre domande interiori ed esistenziali, di trovare soddisfazione al nostro bisogno di realizzazione e di valorizzazione.

Invece, nessuno si preoccupa di questo: tutto deve essere parte di un grande progetto economico in cui le risorse umane devono esser facilmente controllabili e rese partecipi del presente in modo guidato.

Siamo risorse umane, dopotutto, non persone.

Accade quindi che ogni tanto qualcuno esploda compiendo gesti folli e disperati, cadendo in depressione, usando la violenza o l'alcol o la droga come difesa dal mondo…

Poi non è più il singolo ma un gruppo ad esplodere…poi città…nazioni..

Un'ipotesi assurda? Lo spero.

Però ogni giorno l'idea del mondo e del presente che ci propongono è quella di un posto in cui tutto è difficile, va male, un mondo in cui bisogna diffidare degli altri, temerli e a cui non possiamo partecipare più di tanto.

Lasciamo a qualcun altro di più grande forte o esperto le redini del mondo.

Noi, non possiamo far altro…siamo piccola gente…

Invece non è così!

Avete visto Il Signore degli Anelli oppure no? Frodo e Sam non erano forse hobbit, dopotutto? Per quanto fosse grande e valoroso, nemmeno Aragorn avrebbe potuto trasportare l'anello…

Ma, tralasciando questa opinabile divagazione fantasy, torniamo a noi…

Semplicemente, nel mondo reale, va tutto a rotoli perché noi per primi siamo gabbati e resi ignoranti dalla disinformazione che vige.

Noi siamo molto di più di quel che pensiamo ma semplicemente non lo sappiamo per via di qualche strana stregoneria utilizzata nel nostro percorso di crescita personale.

Cambiare il mondo si può, quindi, basta capire che i grandi cambiamenti possiamo farli noi, noi gente comune.

Semplicemente dobbiamo investire di più in noi stessi.

Per rivoluzionare il mondo, quindi, rivoluzioniamo la nostra educazione!

Se i media sono inaffidabili rivolgiamoci altrove.

Purtroppo le famiglie sono in crisi e il concetto stesso di famiglia si sta perdendo.

Idem per la religione, qualunque essa sia, che ormai è divenuta un marchio che sembra insignificante e perdente.

Rimane solo un ambito in cui possiamo intervenire e in cui possiamo intervenire proprio in virtù delle armi e delle competenze che il sistema in cui viviamo ci ha dotati.

Rivoluzioniamo la scuola!

Una scuola sbagliata, se quella di adesso è giusta, una scuola con la CQ maiuscola!

Ecco il piano:

 

Il mondo di oggi è un mondo caotico, globalizzato, dinamico, regolamentato da leggi economiche (incomprensibili per certi aspetti).

Le persone di oggi sono a immagine e somiglianza di tutto questo essendone al contempo causa e risultato, educate secondo un preciso “programma”.

Per troppo tempo la scuola è stata in mano a statisti, manager e ministri della pubblica (D)Istruzione.

Persone che, nonostante il loro lavoro, si sono sempre occupati della scuola dal punto di vista economico, e quindi in relazioni ad assunzioni, licenziamenti e bilanci.

I contenuti ed il ruolo che la scuola si prefiggeva di assumere erano invece rispondenti a questa o quell'altra visione politica.

E tutto questo è, lasciatemelo dire, una grossa stronzata.

E mentre i tempi cambiavano, le tecnologie mutavano, le nuove generazioni mettevano in luce le proprie differenze in termini di capacità, intelligenza e sensibilità le scuole venivano sempre più rovinate da insulse decisioni politiche o idiozie propagandiste.

Probabilmente questo accade perché la scuola per risorse umane è una cosa e la scuola per persone è tutt'altro.

E io, sinceramente, voglio una scuola per persone che tenga conto dei tempi che corrono e che contribuisca a formare ed educare le persone al di là del loro possibile inserimento nel lavoro.

Occorre rivoluzionare la scuola, da capo a piedi.

Servono idee nuove.

E a proposti di nuove idee, non è strano che in tutti questi anni non si sia mai pensato di creare dei percorsi di studi adattabili agli studenti?

Mi spiego meglio.

E' indubbio che nel mondo della scuola ci siano varie cose da sistemare, ma non dobbiamo dimenticarci che le persone non sono tutte uguali e che la scuola non deve essere uno strumento di omologazione, non deve mirare ad uniformare le masse ma a valorizzare l'individuo, aiutandolo a crescere e a capire chi è.

O cosa può fare per la Nazione , se pensarla in termini di ritorno economico è più facile.

E di certo questo compito verrebbe senza dubbio agevolato se anche i media collaborassero e la smettessero di proporre insulsi modelli stereotipati a cui si deve per forza assomigliare.

Ma questo, volendo, è un altro discorso.

Dunque, ritornando alla mia idea di poche righe fa, che poi proprio mia non è visto che in ambito universitario già lo si fa, perché non proporre percorsi di studio adattabili?

Il tuo bambino dimostra propensione per l'italiano e la letteratura? Bene, che si dedichi a questa sua passione.

Il tuo bimbo ha passione per la matematica? Bene, che approfondisca lo studio della matematica!

Gli piace la musica? Bene, che si dedichi alla musica…se ci fosse tra le materie scolastiche.

Si dovrebbe quindi cercare di offrire una formazione di base nelle varie materie e al contempo aiutare le persone a mettere in luce le proprie attitudini, i propri talenti e le proprie predisposizioni attraverso l'approfondimento di alcune materie o attraverso attività mirate.

Per poter fare ciò è però necessario proporre una maggior offerta didattica agli studenti, materie ed attività che vadano al di là di ciò che al momento viene affrontato.

A questo punto, uno potrebbe dire: beh, ma se uno vuole approfondire qualcosa può fare delle attività extrascolastiche, no?

In effetti è vero…però trovo che non sia giusto per 2 motivi: primo, spesso e volentieri sono corsi a pagamento (cioè, paga per crescere) e poi, di rimando, fanno riflettere sul grado di completezza dell'offerta didattica fornita alle persone.

Offerta didattica che, probabilmente è carente: siamo nel 2005 e tuttora non si insegnano cose fondamentali!

Educazione musicale, ad esempio.

La musica è ovunque oggi giorno, eppure non si insegna ad apprezzarla, a capirla, a suonarla. Perchè non cominciare quindi, introducendola a scuola e affiancando alla teoria qualche ora di pratica e di utilizzo degli strumenti musicali anche al di là del classico flauto dolce?

Ah, tanto per capirci, per musica non si intende solo quella classica, ma tutta la musica, anche il jazz, il rap, il rock, il metal…

E dell'educazione all'immagine che mi dite?

Siamo figli della tv e della pubblicità ma non sappiamo nulla degli arcani e delle regole che stanno alla base di questi due potenti media.

Poi ci sarebbe un po' di educazione sessuale da fare, la materia tabù che nessuno insegna nel Paese del Vaticano e di Rocco Siffredi.

Anche un po' di educazione alimentare potrebbe aiutare a capire cosa mangiamo e cosa non dovremmo mangiare. Ma anche come fare a risolvere problemi nutrizionali o a trovare sostanze più salutari per sostituire i tanti amati coloranti e conservanti usati dalle aziende.

E, collegato a questo, anche un po' di educazione sanitaria, a mio avviso, non potrebbe che fare del bene, così come lo studio delle altre culture e degli altri popoli, altrimenti la tanto famigerata globalizzazione a cosa ci è servita?

Volendo si potrebbe poi tentare di fare anche un po' di informatica e fare qualche riflessione seria sui programmi di storia attualmente seguiti e che non giungono più in là della seconda guerra mondiale.

Forse, si potrebbe tentare di inserire anche qualche ora di educazione civica e politica, che dite?

Infine rimangono le lingue, sia quelle estere che quelle italiane visto che i dialetti sarebbero comunque parte della nostra storia e identità, come il latino se mi concedete si paragonare la lingua dell'Impero e della Chiesa a quello usato per secoli dalle umili genti e che non necessariamente è sinonimo di lingua del popolo ignorante.

Ovviamente, le mie sono solo delle idee…certamente ci sono molte altre materie di cui si potrebbe tentare l'insegnamento: materie scientifiche e tecniche, arte, religione, psicologia…

Appare comunque evidente che di cose da sapere per essere persone complete, per poter vivere e capire noi stessi ed il presente ce ne sono tantissime.

Invece la direzione presa dalla “squola” è quella dell'omologazione dell'insegnamento e della non-evoluzione dei contenuti.

Di certo, quella da me proposta, ovvero l'idea di percorsi di studi adattabili e di introduzione di nuove materie è (e rimarrà?) un'utopia.

Almeno per ora, comunque, visto che nella scuola non si investe.

E quindi mancano fondi e strutture e insegnanti.

Ma soprattutto manca la volontà di investire nelle persone guidandole in un percorso di studi che possa aiutarle a valorizzarsi e a vivere meglio.

Invece è e rimarrà cosa buona e giusta studiare le solite cose alle elementari, alle medie e alle superiori, in modo sempre più approfondito è vero, ma sempre in modo non rispondente alle moderne esigenze degli studenti.

Ad esempio: ho studiato i romani e il risorgimento italiano alle elementari, alle medie e alle superiori come se ci fosse pericolo che alcuni degli eventi cambiassero mentre transitavo dall'istruzione inferiore a quella superiore. Di certo l'argomento è stato approfondito, ma magari poteva essere utile studiare anche un po' gli italiani degli ultimi 50 anni, no?

Probabilmente no.

A cosa mi dovrebbe servire?

A cambiare il mondo?

Ma non si può cambiare il mondo visto che in quest'epoca marcia le persone non contano.

E se non mi credete..beh…pensate alle nuove generazioni cresciute a suon di slogan e coloranti, sempre più insofferenti e sensibili.

Il mondo lo si può cambiare, credetemi, è questione di volontà.

E la volontà nasce dalla consapevolezza che deriva dalla conoscenza di sé, delle proprie capacità e dei propri limiti.

E perché, allora, la scuola non può aiutare in questo?

Investendo sulle persone, indipendentemente dalla politica e dell'economia, il mondo non potrà che beneficiarne.

Persone, e non risorse umane, attenzione.

 

Purtroppo, la mia idea di una rivoluzione scolastica che scuota la società dalle fondamenta, proprio laddove è più fragile (che ironia!), rimarrà solo un'utopia…a meno di un colpo di stato da parte di qualcuno seriamente interessato a fare politica e che decida di risolverli un po' di quegli eterni problemi che rovinano il nostro Bel Paese.

Tra l'altro, a proposti di eterni problemi italiani, la mafia e la camorra e la ‘ndrangheta hanno la loro radice proprio in quei bambini abbandonati a loro stessi per le strade delle città dell'Italia meridionale e che alla scuola non partecipano.

In un Paese vecchio e ignorante l'illusione della speranza di un futuro migliore giunge dai volti sorridenti dei nostri politici alla tv.

La speranza, invece, giunge dalle persone.

Per questo, lo ripeto, è tempo di smetterla con le vaccate: iniziamo ad investire nelle persone e vedrete che riusciremo a cambiarlo questo nostro mondo!

 

 

Leonardo Colombi

 

 

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