Non lo so se è merito vostro, amici terroristi, arabi e americani, israeliani ed europei, ma è tornato di moda il razzismo.
Di nuovo l'insegnamento dell'odio, l'emarginazione ed il distacco.
E la sola visione dei problemi lontani distorce la reale comprensione del mondo e di ciò che realmente corrisponde al vero.
Non ci sono nemmeno mai stato, io, né in Iraq né in America.
L'odio, l'ignoranza di altre culture, la dimenticanza di quel che è stato, l'imposizione di false verità : solo un paraocchi costruito ad arte.
La verità è che non ci siamo mai conosciuti abbastanza per poter capire come fare a costruirlo il presente.
Un paraocchi, la guerra è un paraocchi che ci rende ciechi, tace domande e gioca col dolore. E' un trucco semplice, antico come il tempo. Se nascondi il mondo, non esiste più la differenza tra destra e sinistra, tra sopra e sotto, tra bene e male.
Dopotutto, nonostante milioni di chiacchiere, internet e la tele, vi chiedo, la verità, dov'è la verità?
Dalle vostre parole, dalle parole di tutti sembra che una ne esista, che qualcuno conosca l'obiettivo finale, la meta verso cui cammina l'umanità.
Ma non ci credo.
Perché non esistono guerre in nome della pace, morti per dare la vita, schiavitù vendute in nome della libertà.
Nessun uomo ama la guerra e le nostre religioni, figlie dello stesso divino insegnamento d'amore negano la violenza, negano il sopruso e la prevaricazione.
Tutto si riduce ad un mero problema di denaro ma è più facile dissimulare, cambiare le prospettive e distorcere i fatti.
Giochi di potere, nulla di più. Accordi tra sfruttatori e altri sfruttatori, tra benefattori e dittatori armati dall'occidente. Dove sta la differenza tra un terrorista e un uomo comune, tra un presidente e un assassino, tra un criminale e una persona per bene.
D' un tratto, ogni distinzione è svanita solo il caos, il confuso chiacchiericcio di giornalisti e visioni d'atroci scandali.
Ma in fondo è un passatempo, una valvola di sfogo per investimenti miliardari mentre i morti sulle strade sono coloro che dovevamo salvare.
Che dovevamo salvare…buffo…come se già avessimo salvato i nostri orfani, i nostri emarginati, le nostre vittime della mafia…
Ma lì sarà un mondo migliore, un nuovo Eden costruito sulle ceneri dell'odio. Tra qualche anno esploderà ma non c'è problema.
Bombarderemo ancora e ancora. Anche gli ospedali. Anche donne e bambini. Così com'è stato da decenni a questa parte.
Amen!
Ma ditemi, quale mondo volete raccontare ai bimbi irakeni? Di quando il bene distrusse le loro case, dilaniò le carni dei loro padri? Di quando uccisero il male che avevano creato con un male diverso, moderno, con lo stesso liquido nero nelle vene?
Ditemi, per quale futuro seminiamo oggi?
Ogni giorno ci ripetono notizie di guerra, bollettini di morte, attentati e paura. Ci hanno assuefatto talmente che ormai sono indifferente.
A tutto.
Riesco anche a mangiare mentre osservo una nazione violentata, poi un'altra e un'altra ancora mentre tacciono le voci dell'Africa e si semina discordia in Libano.
E in tutto questo io sono spettatore, finanziatore invisibile, intrappolato in un sistema che premia la disumanità.
Chi ha vinto, dunque?
Chi ha ragione, dunque?
Le multinazionali o i terroristi? L'esercito americano o la nostra coscienza?
Io non lo so, non so più niente ormai. Non so nemmeno se questo presente sia merito vostro, amici terroristi dell'oriente e fratelli terroristi dell'occidente.
Non lo so a chi credere.
Non lo so più.
E allora smetto di pormi le domande, dimentico di cercare le risposte.
Sono stanco, deluso da questo modo di vivere il mondo.
Il futuro nasce dal presente: ma cosa può nascere dai giorni dell'odio?
Guardate a Cernobyl: cos'è nato dopo l'esplosione?
Solo un male che non si può curare, un male di cui non si parla.
Ma i commerci vanno avanti, il progresso continua, i politici parlano.
Tanto ne portano i segni solo persone innocenti.
Leonardo Colombi