Perchè fare del bene?

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-=Introduzione=-

 

Data di creazione : 19 novembre 2004

Ultima modifica : 04 gennaio 2005

 

Da un dialogo nato con un paio di clienti mentre ero al lavoro presso l'ipermercato Carrefour di Marcon (VE).

 

 

-= Perchè fare del bene?=-

 

Ieri ho avuto modo di riflettere su questo.

E' nata una sorta di discussione tra me ed una cliente che rimproverava al marito l'eccessiva disponibilità e generosità nei confronti degli altri. Soprattutto lamentava il fatto che, nonostante suo marito avesse aiutato un'altra cliente, non avesse nemmeno ricevuto un “grazie”.

Fare del bene non paga.

Perché fare del bene, quindi?

Perché essere sempre buoni, disponibili e generosi se tanto la gente è maleducata, scortese e insensibile?

Perché?

Ho avuto modo di discuterne un po'.

Lei sosteneva che si deve essere buoni solo con alcune persone, con chi lo merita.

Ho avuto modo di riflettere.

In parte le do ragione.

In parte non ne sono convinto.

Perché fare del bene? Con quali modalità?

E' un problema, per modo di dire, che mi tocca: tendenzialmente sono molto disponibile nei confronti degli altri, generoso e leale. E spesso son pesci in faccia.

Sinceramente, come diceva anche il marito della signora di cui prima, è una questione di carattere. Per certe persone fare del bene agli altri, gratuitamente, senza chiedere nulla in cambio, è un gesto spontaneo: fa parte della loro indole.

Certo, non è molto gratificante aiutare senza nemmeno essere ringraziati o considerati. Anzi, a volte si viene addirittura trattati male da chi viene aiutato.

Tuttavia io credo che sarebbe davvero assurdo se ognuno pensasse solo per sé.

Se ognuno si chiudesse e divenisse insensibile agli altri.

Se ognuno si rendesse indifferente al mondo.

Se ognuno, per fare del bene, chiedesse qualcosa in cambio.

Io la penso così.

Ognuno può controllare solo le proprie azioni, decidere e scegliere solo per sé.

Naturalmente le proprie scelte hanno influenza sugli altri.

Ed è bene che sia così.

Fare del bene, quindi, oltre che essere un esempio di vita, di carità e di spirito cristiano, è un modo per poter cambiare il presente.

Siamo tanti, su questa terra. Siamo tanti perché? Per puro caso?

Siamo tanti per poterci relazionare.

Per poterci aiutarci.

Per poterci scontrare e ferire.

Tutto concorre al cambiamento e al movimento: le azioni di ognuno si ripercorrono anche sugli altri, oltre che sul diretto interessato.

Un'azione malvagia, anche la più piccola, genera violenza, risentimento, sospetto, odio e razzismo.

L'indifferenza è una scelta pericolosa: può essere un bene, come un male. E' un lavarsi le mani e far finta di essere slegati da tutto il resto. A volte è necessaria, ma non è mai una scelta molto saggia. Anche Dante aveva poca stima degli ignavi.

Un'azione buona, a cosa può portare?

Io non sono qui per seminare odio e violenza.

E nemmeno sono così cieco da non accorgermi di far parte di un mondo che richiede lo sforzo di tutti per poter migliorare.

Cambiare il mondo non significa fare grandi cose, ma semplicemente vivere al meglio la propria vita, nel rispetto di sé e degli altri.

Io credo di poter contribuire alla vita.

Ho la possibilità di far sbocciare un sorriso.

Ho la possibilità di costruire e di creare.

Ho la possibilità di provocare un cambiamento nelle persone che mi sono a fianco.

Non m'importa della riconoscenza, di avere qualcosa in cambio.

Sono qui per contribuire: ogni scelta ha delle conseguenze, ogni scelta è una prova, un granello di sabbia, uno scambio di energia.

Non le conosco le conseguenze del mio operato.

Forse mi sbaglio.

Forse, agendo ora, potrei creare le premesse di una sofferenza futura. Anche agendo nel modo che ritengo migliore.

Il futuro non lo conosco, certo, ma so che l'indifferenza porta a ingigantire i problemi. E fare del male non mi aiuta né aiuta il mondo.

Fare del bene è la strada.

Del resto non m'importa.

Se anche aiutassi cento persone e solo una di esse, una soltanto, mi ringraziasse con un sorriso, allora ne sarà valsa la pena.

Non siamo qui per chiuderci, per isolarci o per diffondere l'odio.

Siamo qui per ricordarci l'un l'altro che abbiamo le mani per aiutarci come fratelli.

E' difficile essere buoni.

E' difficile aiutare indistintamente e gratuitamente,

Ma dove andremo se non proviamo a farlo questo sforzo? O se aiutiamo solo chi vogliamo, chi riteniamo degno, chi lo merita? A volte, fare del bene, significa anche affrontare chi si comporta male, insegnandogli la correttezza, il rispetto.  

Il mondo è già troppo carico di contraddizioni, di odio e di violenza.

Io a tutto questo dico basta.

Io sono qui per un altro motivo.

Sono qui per contribuire alla vita, al grande progetto di cui sono parte.

E a tal proposito mi viene in mente un'altra faccenda, un altro spunto di riflessione suggeritomi da un cliente.

Ero alla cassa riservata alle donne incinte e ai disabili: un cliente mi ha detto che sarebbe bello non ci fossero più disabili e portatori di handicap.

Sarebbe una gran bella cosa…

E, forse, la scienza, quando se ne ricorderà, si impegnerà a salvare le vite più che a distruggerle. (Scusatemi, ma l'immagine di una scienza al servizio degli eserciti e delle multinazionali, davvero non la tollero più.)

Sarebbe bello, dicevo, se al mondo fossimo tutti sani.

Allora ho pensato al film THE CUBE: alla fine del film (chiedo scusa a chi il film deve ancora vederlo), l'unico sopravvissuto, l'unico superstite è il ragazzo autistico.

Perché?

Per assurdo, le persone disabili e quelle malate, quelle più fragili e indifese, sono un monito alla nostra umanità.

La loro debolezza, la loro imperfezione, la loro malattia riflette la nostra.

Sono le persone che costringono al cambiamento.

Non possiamo essere indifferenti.

Non possiamo prendere le distanze.

Loro, ci ricordano chi siamo.

Siamo uomini dotati di intelligenza per studiare una soluzione ed un rimedio.

Siamo uomini dotati di parole per consolare e convincere.

Siamo uomini dotati di mani per poterci aiutare.

Gli ultimi delle nostre società sono un monito alle nostre coscienze.

Noi siamo sani anche per loro, per aiutarli e non dimenticarci di chi non può farcela da solo. Non per annientarli o emarginarli.

E se non lo credete riflettete sulla vita umana, sull'infanzia e sulla vecchiaia.

Tutti siamo stati bambini.

Tutti, o quasi, diventeremo vecchi.

Tutti, almeno una volta, siamo stati malati e sofferenti.

Queste situazioni ci costringono ad appoggiarci agli altri.

In definitiva, perché fare del bene?

Ognuno è libero di agire come preferisce, di pensare ciò che vuole.

Io scelgo di adoperarmi per contribuire alla vita.

Non credo nella violenza.

Non credo nell'indifferenza.

Credo nella mia capacità di creare, di costruire un presente migliore anche per chi mi vive accanto.

La sola scelta possibile è quindi quella di essere disponibile, aperto agli altri e generoso.

Ne incontrerò di persone ingrate, maleducate e arroganti.

Starò male e verrò frustrato, deluso e attaccato.

Passerà.

Se posso contribuire alla vita, a cambiare il presente, nel bene e nel male, allora contribuirò.

Sarò un esempio.

E, se possibile, cercherò di esserlo nel bene.

Aiuterò gli altri, così come vorrei gli altri aiutassero me.

Farò del mio meglio per fare del bene, per causare un cambiamento.

Farò del mio meglio per regalare amore e sentimenti positivi.

Farò del mio meglio per donare un frammento di arcobaleno.

Anche a chi non lo merita.

Forse, semplicemente, non lo merita adesso.

Certamente mi crederete un ingenuo, un sognatore ed un illuso.

In parte avete ragione.

Lo so che al mondo di gente maleducata e, scusate il termine, stronza ce n'è tanta.

Gente ipocrita, falsa e ingannatrice ce n'è a iosa.

Gente furba e arrivista, pronta a calpestare gli altri, ognuno ha modo di conoscerla.

Sembrerebbe che alcune persone non si meritino niente.

Ma non voglio crederci.

Sono fatto così.

Io, sono responsabile solo delle mie scelte: farò del mio meglio per essere buono e contribuire alla vita.

Gli altri hanno la loro libertà: se scelgono di comportarsi male, va bene così.

Forse il mio agire sarà un monito anche per loro. Forse sarà un motivo per cambiare.

O forse niente di tutto questo.

Io credo, che tutto serve, nella vita.

E credo anche che tutto si paga.

Chi sceglie il male, di calpestare gli altri, di adoperarsi per diffondere odio e violenza, prima o poi, riceve indietro tutto ciò che ha donato al mondo.

Tutto si paga.

Fare del bene richiede tanta pazienza, tanta pratica e tanto sacrificio.

Però io credo.

Però io penso che quella sia la strada.

Fare del bene, provoca un cambiamento.

Fare il bene significa piantare i semi dell'amore.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti ricevuti su Scrivendo:

da Chinaski (23 novembre 2005) :

quante belle intenzioni, Leonardo. però lascia che ti dica alcune cose. anche io nel mio cuore ho una sorta di bontà di fondo che mi spinge ad aiutare gli altri e ad essere rispettoso delle persone. poi succedono alcune cose. ti faccio un esempio. all'università per anni mi sono comportato in maniera corretta e nella magior parte delle volte venivo sempre trattato di merda. poi ho cambiato atteggiamento, mi sono comportato di merda e le persone mi hanno ascoltato. cioè più mi comportavo male e più gli altri mi stavano a sentire e la smettevano di farsi i comodi loro. come te la spieghi questa cosa?
Capisci. La società sta tirando fuori da me la mia parte peggiore e quando la tiro fuori le cose funzionano. E' assurdo.
L'amore cristiano è sicuramente bellissimo, ma comporta già dalla sua origine il sacrificio. Non dimenticare che l'intera religione cristiana si basa sul Sacrificio. Tu sei pronto a sacrificarti in nome dell'amore?
Mi sembra qualcosa di molto masochistico, soffrire per gli altri, soffrire per la felicità altrui. l'amore è qualcosa che si dona e si riceve senza sofferenze.
Un ultima cosa sul finale di THE CUBE. Io l'ho interpretato in maniera pessimista. Secondo me l'intero film (IL CUBO) è una metafora della vita in cui tutti i protagonisti cercano i modi attraverso i quali questa funzioni. I protagonsiti, nel cubo, cercano il senso dell' esistenza. L'unico che si salva è l'idiota, perchè fondamentalmente la vita è senza senso e non ci sono leggi a regolarla. Quindi in un modo tanto folle e assurdo come il nostro solo chi è idiota ha la possibilità di vivere serenamente, proprio perchè non si rende conto di nulla.
Se imparassimo a conoscere di più il perchè della nostra cattiveria, della nostra malvagità e del nostro egoismo forse potremmo sperare in un futuro migliore. Proprio perchè consapevoli del nostro lato oscuro e istintuale e quindi capaci di controllarlo. Ma amare indistintamente con gli occhi chiusi è qualcosa di molto pericoloso. Perchè purtroppo ci sarà sempre qualcuno pronto ad approfittarsi della tua bontà. E' molto squallido ma è così.

Scusa il lungo commento ma mi hai dato da pensare e questo credo sia un bene.

La frase che mi è piaciuta di più è questa :

"Non le conosco le conseguenze del mio operato.
Forse mi sbaglio.
Forse, agendo ora, potrei creare le premesse di una sofferenza futura. Anche agendo nel modo che ritengo migliore."

Rifletti su questo, è un pensiero molto profondo e anche dannatamente umano.

un saluto,

emiliano

 

Commenti ricevuti su Poetika:

da en_y_gma (21 gennaio 2007) :

Già il semplice fare del bene dovrebbe ripagare automaticamente. Chi pensa di ricevere ringraziamenti sbaglia. Il vero bene si fa senza pretendere nulla in cambio. E quando si riceve un sorriso indietro ecco che questo viene accolto come un regalo. Un pezzo scritto bene e, seppure a rischio, non ho trovato retorica nelle tue parole. Andrebbe messo anche nel forum dove si potrebbe allargare ulteriormente il discorso. Ho una domanda. Se l'hai scritto nel 2004 (come da titolo) puoi raccontarci qualcosa dopo tre anni? Infine grazie e complimenti. Ary

da pierfrancesco (21 gennaio 2007) :

Già. La penso proprio come te.

da gaguerrieri (21 gennaio 2007):

Condivido molte delle cose che sono state scritte in questo testo e, personalmente, penso che se non possiamo, non sappiamo o non vogliamo fare del bene possiamo accontentarci di non fare del male. Secondo me sarebbe già una gran cosa. - Gas_

da guttuso (21 gennaio 2007):

la tua "lettera aperta", mi porta a credere che c'è la speranza per questa umanità distratta e calpestata. Però attenzione, perchè le motivazione che spesso ci portano a fare del bene, non sono realmente altruistiche, siamo noi i primi beneficiari, per narcisismo, senso di colpa, torti subiti ecc. questa non è una motivazione per non adoperarsi ma per capire meglio ciò che realmente facciamo. Nel volontariato, ad esempio, occorre avere una grande padronanza della propria umanità per aiutare il prossimo.

da venexiana (22 gennaio 2007):

Fare del bene... una tematica che merita tutta l'attenzione. Lavori al Carrefour, poco lontano da dove abito io; lì, far del bene anche col cliente in difficoltà, anche se ti hanno chiesto già mille volte la stessa cosa. Non sempre ci si riesce. Manuela

 

Commenti ricevuti via mail:

da gabbianella (11 luglio 2007) :

Perchè?...Per farsi i complimenti quando tutti ti ridono dietro ...Per sentirsi leggeri e invisibili eppure incomprensibilmente utili come il vento o la pioggia ...credo che si riesca a capire se si è stati veramente utili quando si vuole davvero esserlo, il che permette di sviluppare una particolare sensibilità per carpire lo stato dell'altro...bellissimo il disegno!...provo a interpretarlo liberamente... il bene incondizionato è una scala che ha le sue fondamenta nella materia, nella terra ridente di primavera...e per raggiungere la sua fine, il suo obiettivo, il suo vero compimento, bisogna fidarsi della leggerezza del cielo e accettare di inoltrarsi in un azzurro sconosciuto, ricamato da nuvole gonfie d'infinito... PS: ...ma che lavori a fare davanti ad un pc?...a leggere tutti i tuoi scritti in cui parli di aiutare...mi viene in mente che forse riusciresti ad esprimerti bene in qualche missione umanitaria ;) ciau!

 

 

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