Pensieri telegionalistici e non

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-=Introduzione=-

 

Data di creazione : 13 aprile 2006

Ultima modifica : 30 aprile 2006

 

 

 

-= Pensieri telegiornalistici e non =-

 

Davanti alla televisione, sono come ipnotizzato.

Privo di pensieri mi perdo nell'osservare quella linea d'ombra tra i seni della ragazza di colore che presenza nella trasmissione “Il Mercante in fiera”…poi la pubblicità mi ha salvato riportandomi alla realtà.

E' stato un trauma dopo un tale spettacolo passare agli spot su questo o quell'altro prodotto…ma almeno ora mi sento salvo, altrimenti avrei continuato a sbavare fino alla mia totale disidratazione.

E per evitare rischi, a malincuore, addirittura cambio canale: almeno potrò terminare la cena in pace.

…o quasi…

Mi domando come mai, visto il gradevole spettacolo di cui prima, ci siano state così tante proteste e contestazioni per la pubblicità in cui compariva Rocco Siffredi…per una volta che lo riprendevano in faccia, ca$$o!

Ma soprassediamo…

Nel mio inconsulto desiderio di cambiare canale mi sono sintonizzato su di un telegiornale.

Giungono le notizie - più o meno - serie della giornata.

Si fa un gran parlare della cattura di Provenzano, un potente boss mafioso di cui da anni “sanno” nome, cognome, indirizzo, cibo preferito, sogni ricorrenti e abitudini quotidiane.

L'hanno preso adesso assieme ad altri della stessa specie.

Chi lo sa che fine faranno, se pagheranno per quello che hanno commesso, se si pentiranno, se collaboreranno, se si faranno esplodere con una carica di esplosivo…mah…

Poi mi chiedo qualcos'altro, un semplice pensiero che credo innocuo ma che, visto quanto scriverò ancora, tanto innocuo forse non lo è affatto.

Mi chiedo come ci si deve sentire ad essere moglie, figlio o parente di una persona del genere.

Come dev'essere la vita di chi è figlio di un boss mafioso.

Come ci si sente a sapere e dover convivere con una persona del genere. Magari a loro tutto era ignoto oppure conoscevano ogni cosa ma non potevano riferirlo a nessuno.

Mi domando come dev'essere la vita di queste persone perché immagino la cosa peggiore è l'affrontare la gente, averci a che fare tutti i giorni come se niente fosse quando invece tuo padre o marito ordina uccisioni, ritorsioni, rapimenti, ricatti…

Probabilmente a causa di questo legame già in partenza si viene emarginati, allontanati dalla gente.

Condannati in un certo senso.

O forse questo nemmeno accade, chi lo sa? Magari proprio perché si è figli o parenti di quel noto boss mafioso si ha un trattamento speciale, di tutto rispetto…

Di sicuro non dev'essere una situazione né migliore né peggiore di quella rispetto a quella di chi è parente o familiare o conoscente di un qualsiasi criminale.

Più o meno famoso.

Più o meno diffamato.

Più o meno condannato.

Ma di questo non si parla mai: c'è il crimine, le indagini, la cattura (forse) del criminale, constatazioni e pareri, le lacrime delle vittime, il dolore di qualche carica politica …possibilmente uno che non abbia condanne sulla fedina penale, né effettive né prescritte ovviamente…

Ma oltre a questo non si parla mai delle vittime indirette dei crimini, persone che comunque vengono coinvolte e segnate.

Chi se ne frega, no?

A questo punto tanto vale fregarsene anche dei figli dei mafiosi, dei camorristi, degli appartenenti alle varie cosche mafiose che da anni vivono nel nostro bel Paese e che di tanto in tanto vengono nominate.

Certo, alle volte se ne parla anche in modo indiretto: la pubblicità dell'Enel, ad esempio, non è un lampante esempio di organizzazione mafiosa? O il caso Andreotti? Oppure la pseudo minaccia sulle targhette poste nelle vicinanze dei finestrini dei treni che indicano (leggetelo, chiedo scusa ai siculi, con accento siciliano) “è pericoloso sporgersi…”?

Ad ogni modo, delle vittime indirette dei criminali non si parla mai.

Sono come morti

Dimenticati.

Abbandonati.

Nessuno lo sa che destino avranno.

Come, del resto, nessuno lo sa che fine hanno fatto i bambini orfani spariti a Roma nei mesi invernali?

Vittime della pedofilia?

Del crimine?

Del commercio d'organi come in America Latina?

Oppure dimenticati come quelli dell'Asia sud orientale colpita dallo tsunami?

Da allora i fondi destinati a guerre e recupero del petrolio sono aumentati ma di ricostruzione in quelle zone non se n'è più parlato…

Però in compenso si è parlato del piccolo Tommaso…povero bambino…

Anche se non posso fare a meno di sdegnarmi per la strumentalizzazione fatta dai media al caso del bimbo scomparso, alla sua famiglia, ai rapitori e assassini coinvolti: ci sono andati a nozze creando una sorta di telenovela senza rispetto della vita e del dolore delle persone coinvolte.

E nel frattempo passavano in secondo pianto tutte le altre notizie e, per magia, la campagna elettorale procede e si conclude senza portare conoscenza o idee e le bollette della “luce” e del telefono aumentano…

La cosa buffa che mi è capitato di ascoltare, tuttavia, riguarda non tanto il modo in cui si è parlato della notizia o riflessioni sui tempi che corrono e quant'altro. No, la cosa buffa in merito al rapimento è stata il consiglio di uno psicologo – pediatra – professore e quant'altro che consigliava ai genitori di non rivelare ai propri figli la verità sul caso “Tommaso”, di addolcirla per non traumatizzare. Bisogna preservarli dalle brutture del mondo raccontando loro mezze verità o favole.

Posso capire alcune motivazioni alle base di un consiglio del genere: evitare situazioni in cui un padre di famiglia entra in casa armato di motosega, con addosso un camice da macellaio imbrattato di sangue e una maschera di hockey sul volto, correndo come un folle verso il proprio figlio e al contempo gridando “hanno ammazzato Tommaso!!!” è encomiabile ma…non si corre il rischio di rendere le nuove generazioni più ignoranti e ingenue?

Certo, più ingenui rimangono più facilmente saranno adescabili da rapitori e pedofili…o cavolo!

Dopotutto, già le si priva di molte esperienze forti, educandoli alla fragile vacuità di questi tempi che non abbisognano di persone mature e tridimensionali.

L'assuefazione alla violenza, all'uso gratuito della volgarità, avvezzi a scene di nudo e iniziati ai piaceri del consumismo moderno a cosa li porta?

Disabituandoli al dolore, a lottare, a ferirsi per conquistare mete, a sporcarsi le mani per risolvere i problemi che inevitabilmente la vita ci presenta, a cosa li destineremo?

Ad un presente in cui, durante la ricreazione, mamme e papà vanno ad osservare i propri figli che giocano nel cortile della scuola? Già lo fanno…

Molto probabilmente, si pensa che le nuove generazioni cresceranno forti e con sani principi e valori: disabituati all'onestà e alla coerenza come molti dei personaggi finti della televisione grideranno “Oh!” da mattina a sera.

In questo modo, di fatto, si annienta il futuro.

Il nostro futuro.

E così poi non ci si deve stupire se leggi ingiuste come la famigerata legge 30 vengono approvate senza un moto di sdegno da parte delle folle. Provvedimenti che vanno a minare le fondamenta dell'economia, creando precariato e sfruttamento vengono proposte e votate senza che si verifichino situazioni simili a quelle che la Francia ha vissuto. Ovvero giovani che scendono in piazza, scioperano e dimostrano profonda incazzatura nei confronti di una legge ritenuta ingiusta, masse unite nel contestare le manovre del governo se quest'ultimo si comporta in modo scorretto.

Ma noi siamo differenti e non abbiamo mai pensato di investire sul futuro e sulla cultura. Anzi, sappiamo come stanno le cose e rimaniamo ad osservare mentre i nostri politicanti effettuano manovre per disconoscere colpe e responsabilità. Ad esempio, trovo ipocrita piangere i morti di Nasiriya e riconoscere loro meriti e valore da parte di chi li ha inviati lì, a morire per una stazione dell'Eni e per mantenere buoni i rapporti con il caro Geroge double-u Bush. E con i dirigenti della Beretta. Perché da quando si è iniziato a parlare di terrorismo nessuno ha mai parlato dei guadagni di una delle più grandi aziende produttrici di armi al mondo? Ed è italiana…

E allora eccoci nuovamente alla elezioni e alle liti e agli scandali delle schede smarrite, ritrovate, contestate…sospettosamente dimenticate sul ciglio della strada pronte ad essere riprese da Striscia la notizia…

Ecco lo scandalo!

Non l'aver votato gente condannata per reati e che non dovrebbe mai e poi mai accedere a cariche statali.

Non aver dovuto scegliere tra coalizioni di cog$$oni e di teste di ca$$o stando ai patetici risultati di una geniale campagna elettorale giocata sulla denigrazione e sul poco rispetto.

Non lo scandalo e l'indignazione per leggi ingiuste e anticostituzionali proposte e votate sotto la copertura delle notizie di un bambino rapito o di un attentato terroristico o di un clima pazzerello.

Non lo scandalo per la votazione di un presidente del Senato che rischiava di essere un certo politico condannato per mafia.

Non lo scandalo per il monopolio tutelato da parte di aziende che agiscono in modo palesemente sleale nei confronti della concorrenza (ma…non ha governato la destra che professa il liberismo???) e dei consumatori.

Nossignore, nessuno scandalo.

Mai e poi mai.

Però fa notizia giocare con il piccolo Tommaso in balia dei rapitori, far bella mostra dell'ansia, della paura, del dolore dei genitori e dei conoscenti.

Come accadde tempo fa per la piccola Denise Pipitone…di cui non si seppe più nulla…

Sparita, come molti dei bambini di questi tempi moderni.

Annientati dalla barbarie del mondo e dimenticati da quest'ultimo.

Oppure bombardati, come quelli che vivono in Afghanistan oppure in Iraq. Uccisi per colpe non loro, straziati da odi e violenze che anche noi abbiamo contribuito ad alimentare.

Ma di questo non ci lamentiamo.

Piuttosto imprechiamo se sale il prezzo della benzina mentre ancora non si vede una sola auto moderna che sia in grado di arrivare a percorrere, ad esempio, cinquanta km con un litro di carburante. O che almeno siano parzialmente alimentate da fonti energetiche rinnovabili.

Auto che viaggiano a trecento orari, quelle sì le abbiamo, che poi investono platani ubriachi che attraversano la strada senza guardare, in preda ai fumi di fertilizzanti illegali (un omaggio a Leo Ortolani).

Ma fortunatamente i progetti per auto migliori, alimentate ad idrogeno, con tecnologia diversa insomma, ci sono da almeno trent'anni. Abbiamo anche testimonianze di esemplari perfettamente funzionanti da almeno dieci anni ma qualcuno ha deciso che è meglio aspettare.

Nel frattempo, bombardiamo e costruiamo oleodotti dall'Afghanistan fino all'Iraq. Magari passando per l'Iran, ok?

E allora eccoci, dopo tutto questo discorso che ha abbracciato un po' tutto il mondo, eccoci al punto di partenza.

Allora siamo noi i figli dei criminali, siamo noi quelli che conoscono la verità sulle nostre famiglie, sulle nostre nazioni, sui nostri politici.

Tutti lo sappiamo come ci si sente ad essere “gli altri” quelli che giudicano e condannano, che emarginano e prendono le distanze, quelli che pretendono. Forse, semplicemente, stavamo vestendo i panni sbagliati.

Noi siamo quelli che conoscono, che vedono come procedono gli eventi, che ascoltano i discorsi dei politici alla televisione e che vivono in balia del presente.

Siamo come i figli di un boss mafioso, allora.

Quello che tutti conoscono, riveriscono.

Quello che comanda la zona, a cui non si può disobbedire o disonorare.

Impossibile la ribellione: lui ha il potere.

L'ha sempre avuto, soprattutto in casa propria.

Ma quando è smascherato, preso e catturato, reso innocuo da un sistema che per fortuna talvolta ancora funziona allora ci è concesso di alzare la testa.

Solo allora, solo allora dunque è possibile condannare i propri familiari, emarginare i propri figli, prendere le distanze dagli amici di quello che, per tutti, sarà ricordato come un criminale.

Certo, questo passaggio forse l'ho affrontato in modo funambolico però vorrei che si capisse il mio messaggio.

Siamo parte di un sistema, ma non semplici pedine passive.

Purtroppo però, l'educazione e l'impostazione che ci viene fornita è il frutto di dinamiche moderne che ci rendono come bambini, innocui ed impotenti, di fronte agli eventi del presente.

Solo la conoscenza può salvarci.

La cultura, l'intelligenza, il sapere, le competenze e lo spirito con cui si affronta il reale per comprenderlo e perfezionarlo e rimediare alle ingiustizie ed ai torti.

Queste sono le armi per scardinare un sistema che vuole sempre più lavoratori-consumatori sottomessi e meno persone a tutto tondo.

Senza conoscenza è impossibile condannare e contrastare qualcuno o qualcosa che non si conosce.

E‘ impossibile accorgersi della differenza che passa tra una menzogna e una finta verità.

E' impossibile proporre un'alternativa senza percezione di qualcos'altro che forse esiste o forse va creato.

Tramite la cultura e l'esperienza, invece, tutto diviene meno irrealizzabile. Quanto meno sapremo dove cercare o a chi rivolgerci per tentare la strada di un futuro più sereno e sensato.

E purtroppo, ogni giorno, la cultura e la conoscenza vengono via via svilite e deturpate per renderci alfine tutti come dei bambini indifesi, inconsapevoli e persi, rapiti in un mondo che non conosciamo, alle prese con la vita ma capaci solo di un misero “oh” di docile e cieca ignoranza.

 

 

 

Leonardo Colombi

 

Creative Commons License
Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

-=Note=-

 

Per inciso, il treno partì alle 22.56, con circa 10 minuti di ritardo…ma non per colpa di Trenitalia a dire il vero ma per rogne sorte tra il controllore (eroico!) e un paio di furbi senza biglietto giustamente lasciati a piedi.

•  APS è l'ente che a Padova si occupa di trasporto pubblico, manifesti, pulizia delle strade, rifiuti…

•  l'Italia è al primo posto per numero di auto blu, ossia “macchinone” pagate dai cittadini e al servizio di politici, ministri, cariche varie. Siamo i primi a livello mondiale con circa 570 mila auto blu. I secondi classificati sono gli USA con 70 mila…

 

 

 

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