Al binario, scrivo

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-=Introduzione=-

 

Data di creazione : 20 febbraio 2007

Ultima modifica : 29 settembre 2007

 

 

 

-= Al binario, scrivo =-

 

Manca ancora un'ora al treno. Io, fermo al binario, scrivo.

Non ho qualcosa di cui parlare di preciso, solo una malsana voglia si tracciare con l'inchiostro il filo dei miei pensieri.

Vorrei usare parole incandescenti contro l'APS (1) e l'efficienza del trasporto urbano. Ma dopotutto, sarebbe come sparare con un panzer contro eserciti di mattoncini Lego.

“100 autobus in più”, lo slogan sui manifesti trionfali appesi qua e là per questa città del Nord. Però, in piccolo, da qualche parte, credo ci sia un “..forse” machiavellico.

Secondo me, non ci sono. O se ci sono, non dove e quando servono.

Prendiamo il 18 per esempio. Atteso invano fino a che non mi sono deciso di farmela a piedi. E ora sono qui, al binario della stazione, ore ventuno e quaranta. L'autobus non è mai giunto. L'avranno dirottato verso Capo Nord o forse è esploso. Chi può dirlo? In fondo, a sentir certa gente illuminata, Al Qaeda è sempre dietro l'angolo.

Una voce ora parla: l'altoparlante della stazione.

Rammenta dei controlli a bordo treno e su quelli sommari per bagagli lasciati incustoditi.

Eppure nessun controllore si fa vivo quando il treno ritarda o quando, al mattino e alla sera, viaggiamo come deportati, come bestie da condurre al macello.

Ma non impreco, come non mi è scappato prima di fronte a quel tabellone nero, quello con le scritte arancione che consigliava: “In città usa l'autobus!”.

Almeno hanno il senso dell'umorismo.

Soprattutto dopo i miliardi spesi a distruggere e a ricostruire strade per l'avvento del futuro, il tram medievale che deraglia ogni settimana e che nessuno voleva.

Comunque, tanto per la cronaca, ero a piedi di fronte al cartellone ma l'autobus l'avrei usato volentieri. Se fosse passato.

Ora invece attendo al binario sette.

E temo che il treno arrivi in ritardo pure.

Mi chiedo come mai sia così difficile avere un servizio decente, un sistema che non fallisca e un po' d'attenzione per quei poveri disgraziati che ancora non cedono – non possono? – alla tentazione dell'auto.

O forse il motivo è solo un po' di sano razzismo alla base di qualche ritardo mai segnalato. D'altronde, sono solo “negri”, rumeni, tunisini e poveri cristi con le borse della spesa, stanchi per un giorno di lavoro che attendono soltanto di tornare a casa.

E pensare che per quegli altri, gli innominabili incompetenti, ci sono solo mezzo milione di auto blu (2).

Pagate, ovvio, ma non da loro.

Pensare che io lavoro e l'auto me la pago da me, nonostante io guadagni decisamente meno di loro, mi fa sorgere inquietanti dubbi sul buon senso di questo tempo presente.

Per non parlare poi della differenza temporale che li separa e mi separa dalla pensione: mesi per loro, anni per me.

Credo vi chiederete ora perché io stia divagando. Me lo chiederei anch'io se non scorgessi il nesso tra l'autobus mai giunto, la non comunicazione e un po' di sana politica. Ovvero l'attenzione e la volontà di scorgere e risolvere quel che ostacola il presente.

Settimana ecologica? Effetto serra? Inquinamento? Non sarebbe così se si pensasse di sacrificare un po' d'interesse, di facili guadagni e di scegliere nuove filosofie. Nuovi combustibili ad esempio, sole e idrogeno, rilanciando al contempo il trasporto pubblico che ristagna e boccheggia da troppo tempo.

Per quanto poco, certe decime dovute le vedremmo spese bene per un mondo più sano e migliore, più pulito ed efficiente.

Forse, guarderebbero con stima rinnovata a chi decide delle sorti del futuro.

E invece, da questi, giungono solo messaggi vuoti, giochi di bimbi e finta comunicazione. Tutto va bene! Tutto va bene!

Finché non lo dicono l'autobus potrebbe anche arrivare. E se non lo dicono, certe dinamiche potrebbero anche funzionare. O restare occulte e mai note.

Altrimenti ci penseresti un poco a protestare, a marciare con le forche e le torce in mano pretendendo il rispetto e la giustizia che il cittadino merita.

E invece, siamo in attesa alla fermata.

Ce l'hanno insegnato.

Qualcosa passerà, qualcosa si fermerà e sarà la salvezza del corrotto presidente operaio o il faccione incompetente dell'attuale capo di governo.

E nel frattempo ti stringi nel cappotto, le mani in tasca salde al cellulare e al portafoglio. Affianco, ci stanno loro, i nemici.

Guardali!

Extracomunitari senza scrupoli! Spacciatori, ladri, assassini…rovinano l'Italia!

Queste le finte verità trasmesse dai media mentre certi giornalisti, baciando le mani, umilmente però, esordiscono con “ma non parliamo delle sue condanne” rivolti al potente di turno.

Come nel Medioevo. Razzismo indotto, paura del diverso: è peggiore un “negro” che spaccia o la mafia che porta droga, armi e prostituzione in Italia? E' meglio uno di loro che lavora o un finto impresario nulla-tenente che dichiara bancarotta dopo aver vinto pubblici appalti?

Tutto è sempre relativo.

A sentire alcuni era meglio il nano, per altri quello che comanda ora in bilico tra il baratro e la crisi. Il resto è già rimosso e cancellato.

Ma tu, cittadino, continua ad attendere e pazientare.

Tra poco passerà, vedrai, passerà e tutto sarà diverso. Attendi anche l'informazione. Se preferisci, invece, puoi incamminarti: la strada la conosci. E' lunga, faticosa.

Sei libero per cui scegli: attendere o camminare?

 

 

Leonardo Colombi

 

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Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

-=Note=-

 

Per inciso, il treno partì alle 22.56, con circa 10 minuti di ritardo…ma non per colpa di Trenitalia a dire il vero ma per rogne sorte tra il controllore (eroico!) e un paio di furbi senza biglietto giustamente lasciati a piedi.

•  APS è l'ente che a Padova si occupa di trasporto pubblico, manifesti, pulizia delle strade, rifiuti…

•  l'Italia è al primo posto per numero di auto blu, ossia “macchinone” pagate dai cittadini e al servizio di politici, ministri, cariche varie. Siamo i primi a livello mondiale con circa 570 mila auto blu. I secondi classificati sono gli USA con 70 mila…

 

 

 

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