Commenti ricevuti su ewriters:
da peter parisius (03 gen 06) :
Una splendida anticipazione del "future prox venture", come lo chiamo io. A parte tutto, scrivi molto, molto bene: e non è da tutti. BRAVO! Ti voto.
Commento della redazione di HomoScrivens (21 maggio 2006):
Gentile sig. Colombi,
abbiamo letto con molto interesse il suo “Concetto di famiglia”. Si tratta
di una storia raccontata con un certo distacco, con una certa freddezza, che
sottolinea ancor di più, senza cadere nella tentazione di giudicare, una
possibile prassi futura della vita familiare.
Ci è molto piaciuto l'accenno ai punti di karma e la scelta dei nomi delle
due società. Per quanto riguarda i personaggi, anche questi ci sono molto
piaciuti, in particolare il fornitore del “prodotto”, che con quel suo
minimo di zelo ed interessamento, ci sembra incarnare quasi gli ideali di
quella società.
Commenti ricevuti su OzBlogOz:
Link alla pubblicazione
da faust (16 giugno 2006):
L'incubo di un futuro che non promette niente di buono, la paura degli effetti della clonazione, dell'eugenetica...il tuo brano mi ricorda il film "The Island" di Michael Bay. Se non l'hai mai visto te ne consiglio la visione perchè vedendo quel film ti viene il dubbio che quel che per noi è ancora fantasia potrebbe già essere un amara realtà. A rileggerti
da margheghi (19 giugno 2006):
Ciao,
amara immagine di un futuro che speriamo non si verifichi mai.
Confesso che non amo molto il genere "fantascienza" ma ho trovato molto bella e allo stesso tempo drammatica e sconvolgente questa idea del figlio fatto su misura un po' come le cucine dell'Ikea. Sei riuscito a rendere alla perfezione le atmosfere asettiche e fredde della Byolife coinvolgendomi nella scena tanto che mi sembrava di vedere l'oleogramma davanti a me.
A rileggerti
da agota80 (19 giugno 2006):
Allora andiamo per gradi... Lo stile è ordinato, semplice, senza sbavature o picchi in avanti, tutto sommato segue come già detto la via dell'ordine e della sicurezza. Per quanto attiene alla storia, non è che ricorda The Island... rappresenta proprio la sinossi di A.I. Intelligenza Artificiale di Spielberg. La storia è la stessa... siamo nel futuro e due genitori il cui bambino è in coma decidono di prendere un bambino robot. Le figure degli oleogrammi, le modalità di svolgimento del tuo racconto, sono identiche a quelle del film... Insomma.. quanto ad originalità il tuo racconto non mi è piaciuto.
Alla prossima.
da Dauferio (20 giugno 2006):
Caro Leo, il tuo racconto e' senza dubbio ben scritto, scorrevole, appropriato, riesci a rendere l'atmosfera asettica della Byolife, l'attesa della coppia per questo nuovo giocattolo, un figlio, comprato sulla scorta di un catalogo. Emerge chiaramente la disumanizzazione, l'egoismo, l'incapacita' di amare di questa nuova umanita'.
Tecnicamente mi e' molto piaciuto, ma, perdonami, dov'e' il tuo genio creativo? E' la descrizione pedissequa della trama di A.I.. Scrivi bene, potresti forse lavorare un po' di piu' su qualcosa di originale.
Con simpatia
da Sphinx (23 giugno 2006):
Nessun appunto da farti sullo stile.
Il genere poi è quello che io prediligo.
Discorso a parte invece per quello che riguarda l'originalità del tema, inflazionato a dismisura a mio parere, poco importa se tu abbia visto AI o meno. Diciamo che è una variazione sul tema, ma la mia non vuole essere una critica. Spesso ci "cado" anch'io e non è un male. Tempo fa scrissi una cosa, non proprio uguale, ma simile, postandola su LI2 e sul mio blog, riguardo a due genitori che richiedono un preventivo. Differentemente dal tuo racconto lì i sentimenti ci sono ancora, mentre i tuoi protagonisti sono ormai come i droidi che li servono.
Ciao
da Lebeg (06 luglio 2006):
Di questo racconto mi stuzzicava il titolo, quindi sono stato giorni (dato che non avevo tempo di leggerlo) a lambiccarmi su cosa potesse trattare. E ora l'ho letto.
Donc: premetto che la fantascienza non è esattamente il mio genere (non che non mi piaccia, semplicemente non la leggo), e che detesto i racconti moraleggianti, ovvero quelli il cui unico scopo preciso è quello di criticare un determinato modo di vivere, in modo da far finire magari l'abilità nella scrittura o la bellezza di un racconto in secondo piano.
Detto questo: il tuo racconto, per come è scritto, procede senza particolari intoppo. Non ci sono neanche delle perle di stile, ma tutto sommato non è male.
E poi un appunto: si capisce bene che si tratta di un racconto di fantascienza, quindi non c'è bisogno di coronare ogni singola frase con un elemento futuribile. Basta leggere le prime frasi per farsene un'idea: l'auto è a idrogeno, c'è il droide, l'edificio è enorme e di vetro. C'è talmente tanta fantascienza che si storge il naso quando parli di "coppia di umani", come se fosse un'effettiva rarità.
Tutto il resto rientra nei commenti precedenti (anche se io non avevo trovato somiglianze cinematografiche) e nel fatto che l'eccessiva morale serve più a scandalizzare che a piacere.
Spero di non essere stato troppo brusco.
A rileggerti
Commenti ricevuti su Club Poeti (aprile 2007 - luglio 2007):
da joe (10 maggio 2007):
Scritto bene ma, scusa, non mi piace il genere. Alla prossima volta
da grigio (11 maggio 2007):
Per apprezzare un racconto, solitamente, mi soffermo a valutare la qualità della scrittura. La trama è sempre secondaria. In questo caso, la tua giovane età, giustifica i voli di fantasia lasciando che il lettore si addentri, divertito, in un'atmosfera oramai divenuta quasi familiare per via di un'ambientazione da romanzi "Urania". Ma è scritto bene e tanto ti basta perchè possa adornarti di
da mimma (11 maggio 2007):
Congratulazioni per il racconto, Leonardo, e per avere mantenuto la passione della scrittura anche se laureato in informatica. E' scritto bene e non solo ci presenta un futuro preoccupante, ma lo fa senza moralismi espliciti e con tono ironico sarcastico realistico che mi piace molto. Adesso, vedi, questo club è una vera palestra e a te converrebbe partecipare più regolarmente, vedo troppo pochi commenti nel tuo curriculum, ciò è dovuto alla molteplicità di interessi, al lavoro, alla giovane età, ma se tu insisti e sei più presente schizzerai in alto artisticamente. Coraggio, so di giovani che sacrificano il sonno per scrivere commenti, li vedo migliorare di contributo in contributo, incoraggiati da me, mi hanno anche superata nel numero di commenti e lodi ricevuti. E tutto questo è avvenuto con grande rapidità. Se veramente hai la passione della scrittura, insisti e frequenta il club cercando di cavare dai dissensi il buono che sempre c'è e dalle stelline l'incoraggiamento che sempre ci vuole.
da Riccardo Vandoni (11 maggio 2007):
E' ben scritto nel suo genere ma detesto la fantascienza. Persino al cinema. I droidi mi fanno venire l'orticaria. ric
da Violalicia (11 maggio 2007):
Un racconto che rappresenta un futuro non tanto improbabile. Ricorda i tentativi e gli esperimenti di Hitler di selezione della razza ariana.
da carabinakid (11 maggio 2007):
Leggi Nathan Never e lo si capisce da lontano, comunque il tuo racconto mi ha fatto un attimo riflettere per l'offerta del prodotto finale, qualora tutto si dovesse avverare pensa che palle, e mi spiego, o tutta l'umanità avrebbe un quoziente intellettivo maggiore e allora l'eccezione sarebbe la regola? o anche se con le caratteristiche dei geni e una famiglia mediocre (vedi il tuo racconto) pensa cosa ne verrebbe fuori.
Comunque se ne può parlare.
Ciao
da Mitla (11 maggio 2007):
Oddei mi hai gelata :S
Avevo già letto e di te (anche sul tuo sito ^_^) e non mi dispiace affatto ciò che proponi. Adoro la fantascienza e ogni genere nel quale la fantasia può scatenare tutto il suo potenziale, quindi con questo racconto, per quanto mi riguarda, hai giocato in casa.
Se mi permetti ho trovato alcune ripetizioni che mi hanno disturbata: una è il continuo riferirsi alla coppia e alla segretaria come umana, detto una volta il lettore memorizza. E lo stesso vale per i droidi. Ritengo che osservare che chi serve è un droide sia, anche qui, sufficiente farlo solo all'inizio.
Ecco qui il mio parere. ^_^
da che_guevara (12 maggio 2007):
E' un racconto scritto bene,ma non amo la fantascienza e,solo per questo, non mi sono appassionato del tutto
da Donato Desiderat (12 maggio 2007):
Ciao Leonardo, ho letto il tuo breve racconto, con attenzione. Di sicuro hai una buona e viva fantasia - una qualità che in letteratura apprezzo da tempo. Concordo con chi ti dice di non ripetere i caratteri di un personaggio, e meglio ancora, secondo me, sarebbe non limitarsi a una lista di caratteristiche ma permettere loro di vivere nel testo: più che dire, lasciar agire.
C'è dell'altro che m'interroga nel tuo testo e riguarda il suo (ipotetico) contenuto. Racconti di una coppia che 'compra' geneticamente il suo bambino, cosi' come si puo' comprare un etto di mortadella al supermercato, stando ben attenti che non abbia difetti, che ogni fetta sia sottilmente tagliata, con i suoi pistacchi o grani di pepe in sezione, insomma, che non sia scaduta. Verso la fine del testo scrivi:
una ditta di seconda categoria [...] aveva venduto loro un embrione con difetti alla vista, più precisamente una sospetta miopia, costringendoli all'aborto.
Queste poche righe hanno come ovvio del paradossale. In realtà tutto l'impianto del tuo testo è grottesco; raccontando un futuro 'impazzito' non poteva essere altrimenti. Eppure qualcosa non mi convince. Quello che diro' rientra nell'ambito delle convinzioni personali. E' possibile che un giorno il mondo umano che già oggi tutto consuma e consuma e consuma, condannando ogni cosa a diventare prodotto alienato, diventi un unico, spettacolare e infinito, supermercato. Ma io mi permetto di contrapporvi una folle speranza, la fiducia nelle donne. Ti dico perchè? La donna della 'tua' coppia, come tu scrivi, aveva già abortito perchè il bambino acquistato in precedenza era come un pomodoro un poco marcio, miope, dici. Ebbene, io penso che mai nessuna donna potrà abortire con tanta superficialità, né mai è accaduto (puo' darsi che ci siano stati dei casi di aborto 'facile' ma rientrano in una casistica particolare, in cui quell'atto è guidato da una patologia precisa che qualifica l'aborto come effetto e non causa). Perché mi dilungo tanto? Perchè sono cresciuto tra le donne, perchè mia madre (cattolica praticante) ha abortito 2 volte per ragioni di salute, per ragioni di soldi (se vuoi chiamala miseria) perchè conosco tante storie - vere - di donne che con l'aborto hanno dovuto confrontarsi e per ognuna di loro è stato lacerante, impossibile da dimenticare. Perché, infine, oggi, con una tendenza sempre maggiore a sciocche generalizzazioni, si parla di
ridiscutere la legge sull'aborto sulla base di una fede, che rispetto come le altre, ma che rimane pur sempre una fra le fedi possibili, e che, a meno di non cadere nel ridicolo, non puo' avanzare alcuna pretesa esaustiva di tipo etico-politico. Ti chiedo scusa se mi sono allungato come si fa con il sugo quando la pasta è troppa, ma lo dovevo a Giulia, alle sue vene tagliate, al bambino che portava in grembo di nascosto, al suo bravo ragazzo che l'aveva abbandonata, al personale dell'ospedale che l'aveva trattata da*censurata* quando ha cercato di abortire, ai genitori che l'hanno cacciata, a tutti i giusti e i puri d'animo che amano la vita solo quando è a loro immagine e somiglianza. Con stima
da alman (28 maggio 2007):
Forse non originale il testo ma ben costruito. Ci descrivi un futuro che, confidando sul sentimeno umano, spero non sia mai.
da ligotti (31 maggio 2007):
Premetto che la fantascienza non è il genere di lettura che adoro, però lo trovo ben scritto, a parte qualche descrizione smaccatamente futuristica. Fa riflettere molto sulle nuove assurdità delle biologia genetica. Bravo!
Commenti ricevuti su Francamente :
da oissela (29 agosto 2007):
Non ti faccio i complimenti sulle tue capacità linguistico -espressive che sono eccellenti, ma mi soffermo sul contenuto che è terribile e realistico.
D'accordo sul fatto che non è un racconto di fantascienza, perché quanto da te
scritto tende a trovare conferma già nella società attuale.
Ciao. Alessio
[aggiunta del 01 settembre 2007]
Ribadisco il giudizio precedentemente formulato, argomentandol più approfonditamente. Sei, a mio avviso, uno dei pochi scrittori che rispetta le
regole della lingua italiana. La frase è breve, chiusa in se stessa e senza
sbavature. La punteggiatura è appropriata e sapientemente distribuita.
La scelta dei vocaboli è curata e il lettore non è costretto a sforzi
supplementari per cercare di capire dove si vuole parare.
Rispetti il congiuntivo e il condizionale e ti posso garantire che non tutti lo
fanno. T'invidio, in senso buono, questa capacità di addomesticamento della
lingua italiana. Al contrario, io violento la lingua e spesso passo di palo in frasca, disorientando il lettore. Ritornando al contenuto del brano, Ma ti rendi conto che la nascita di un essere umano ha perduto la sua sacralità, il suo
fascino e il suo mistero.
Prima della sua venuta al mondo, si conosce il suo sesso, il suo peso,eventuali malattie ecc. Si parla spesso di aborti terapeutici, e in India e in Cina
se i nascituri sono bambine non vedono la luce. A decine di migliaia, le
madri delle future bambine abortiscono o sono costrette a farlo. Questa è realtà, perciò dico che non è fantascienza il tuo scritto dove una leggera
miopia è causa di rifiuto. Spero di non averti annoiato. Ciao. Alessio
Commenti ricevuto via mail:
da Andrea Mucciolo (08 settembre 2007):
Racconto più che mai attuale, che pone l'accento sulla selezione della razza
tramite un uso hitleriano della genetica. Si rabbrividisce soprattutto per
la naturalezza con la quale la coppia affronta il tutto, specie quando viene
riferito di un aborto "per una sospetta miopia"; agghiacciante. Racconto di
fantascienza, sì, ma di una fantascienza che sta diventando realtà molto
prima di quanto avessimo mai pensato.
Complimenti, fa davvero piacere pubblicare racconti del genere.