R. E. I.

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Data di creazione: 04-10-2005

Ultima modifica: 30-05-2006

 

Il racconto che segue nasce da un'immagine ben definita, ovvero quello di un elfo in fuga ma in un mondo non suo. Da questo ho iniziato a lavorare sul racconto che segue, creando un racconto che sa di fantasy e di fantascienza.

Spero che il risultato sia apprezzabile.

 

 

-=R. E. I. =-

 

Sto correndo da parecchio tempo ma ancora non sono riuscito a seminarli..

E' come se sapessero dove sono, dove cercare, dove guardare…

Sto fuggendo alla cieca, me ne rendo conto, e questo di certo non mi agevola.

Sto fuggendo in preda al panico, vittima del terrore provocato da quelle immagini angoscianti al mio risveglio…non oso immaginare a cosa potrebbe accadere se mi prendessero…

Al solo pensiero di quel che ho visto mi vengono i brividi…

Mi fermo un poco, giusto il tempo di riposarmi dalla fatica e riprender fiato prima di ricominciare a muovermi.

Devo riuscire a seminarli: non ho forze a sufficienza per continuare a fuggire ancora per molto.

Forse potrei riuscire a far perdere le mie tracce muovendomi nei vicoli di questo strano mondo..

Non ho mai visto nulla di simile nel corso della mia secolare esistenza.

Non scorgo alberi e le abitazioni sono costruite con un materiale a me ignoto ma che certamente non è naturale. Niente legno e pietre, solo superfici fredde, costruzioni imponenti e morte che sfidano le leggi del Grande Equilibrio ergendosi terribili contro il cielo...il cielo…quale orrendo maleficio l'ha reso così tetro e minaccioso?

Anche la strada sotto i miei piedi appare dello stesso colore: grigio, l'anonimo e infinito colore della nebbia.

Certamente non è terra quella su cui cammino; nemmeno sono ciottoli a ricoprire il terreno, ne sono certo, visto l'impossibilità di stabilire un legame con la grande forza della natura.

Sono confuso…non riesco a capire dove mi trovo…

Non è la mia città, questo è certo.

Ma non sono nemmeno in una città degli elfi: mai sarebbero capaci di un simile abominio.

Dovrò cercare di scoprire qualcosa alla svelta.

Non riconosco il linguaggio che insistentemente e luminoso appare sui numerosi edifici che mi circondano.

Stranamente, solo ora mi rendo conto che non scorgo abitanti per le strade di questa città che mi appare immensa.

Come può essere?

Qui potrebbero vivere migliaia di migliaia di elfi… no, elfi decisamente no…di orchi forse…

Solo ora percepisco uno strano incantesimo nell'aria, come una voce che parla nel cielo ma da molto lontano, una voce che suona secca e metallica e minacciosa.

Percepisco inoltre uno strano ronzio, un fastidioso rumore impaziente che si avvicina sempre più.

Il rumore si fa più intenso e sembra provenire anch'esso dal cielo tetro che osserva la mia fuga.

Cerco di nascondermi nell'oscurità mentre un enorme insetto di metallo appare a qualche decina di metri sopra la mia testa.

Rimane sospeso, immobile, grigio e nero come gli edifici che mi circondano.

La creatura che mi insegue certamente non è un essere vivente, ma di certo non può essere il frutto di un qualche incantesimo: percepisco vita ed emozioni provenire da quello strano essere metallico. Addirittura, sforzandomi nel tentativo di osservarlo meglio, mi sembra di vedere degli esseri deformi al suo interno, con delle strane maschere e strani elmi rotondi…

Improvvisa e abbacinante una luce bianchissima si proietta su di me: proviene dalla creatura di metallo.

Investito dalla luce, per qualche istante mi perdo nel ricordo del risveglio di qualche ora prima…

 

Solo qualche ora prima una luce abbacinante, violenta e innaturale mi faceva riscoprire la vita…

Nuovamente.

Una creatura (impossibile fosse un elfo) era china su di me.

Non riuscivo a distinguere molto ma aveva una strana maschera bianca sul volto e un buffo copricapo dal colore verde.

La sentii esprimersi in un linguaggio a me sconosciuto ma che ai miei sensi appariva sgraziato e privo di armoniosa musicalità.

Mentre parlava, sempre se avevo intuito bene, le sue mani esaminavano il mio volto ed il mio corpo.

Non riuscivo a comprendere cosa stesse accadendo…la percezione del mio corpo era così vaga, confusa…

Pochi istanti dopo altre due creature si affiancarono alla prima, tutti simili con quelle maschere bianche e quelle strane tuniche di colore verde. Apparivano, ma non saprei dire come mai avessi una simile impressione, come chierici rinnegati pronti a sperimentare un incantesimo proibito.

Uno di loro reggeva in mano uno strano attrezzo…

Ebbi paura.

Piegando la testa verso destra, ebbi conferma dei miei timori.

Su di uno strano letto metallico giaceva un corpo parzialmente coperto da un telo bianco vistosamente macchiato di sangue. Un braccio pendeva inerte verso il pavimento mentre parte del volto, non perfettamente coperta dal telo, lasciava intravedere parte della testa e un orecchio del cadavere: il cadavere di un elfo!

Istintivamente portai una mano al collo mentre le creature continuavano a confabulare tra di loro.

Non riuscivo a comprendere cosa stesse per accadere ma sapevo di dover fuggire. Cercai allora il medaglione di UnknownDesire che portavo al collo sollevando lentamente una mano.

Quando avvertii la superficie del talismano sotto le dita chiusi gli occhi e, in un flebile sospiro, pronunciai l'incantesimo.

Il potere del talismano venne in mio soccorso teletrasportandomi altrove.

Avevo agito stupidamente nell'effettuare una simile azione, muovendomi alla cieca in uno spostamento dimensionale.

Così mi ritrovai all'aperto.

Ebbi una fugace visione del cielo sopra di me, un cielo tetro e denso di nubi, prima di ritrovarmi ad annaspare in acqua.

L'acqua gelida mi destò e velocemente ripresi il controllo della situazione.

Pochi secondi dopo ero all'esterno di quella strana e orrida fontana posta ai piedi di una torre elevata ed imponente.

Poi, senza pensarci due volte, fuggii e vagai senza meta mentre già le prime creature si mettevano sulle mie tracce.

 

E ora, grazie a questa strana diavoleria metallica, mi avevano ritrovato!

Rinsavendo, distolgo la mia attenzione dai ricordi e dalla luce che mi investe e riprendo a correre consapevole del pericolo che sto correndo.

Con la coda dell'occhio osservo quattro creature uscire dall'essere metallico e spingersi nel vuoto, verso terra. Hanno una sorta di mantello di colore bianco sopra divise dal colore nero.

Dopo un volo di una quindicina di metri li vedo atterrare al suolo: atterrano piegando un ginocchio fino a terra quasi fossero rispettosamente di fronte ad un sovrano.

Sembra che il volo non abbia creato loro il minimo problema.

Si alzano contemporaneamente mentre per un istante rimango ad osservarli: sembrerebbero uomini.

All'unisono scattano verso di me, intenzionati a catturarmi.

Nuovamente fuggo, correndo disperato.

Mi stanno braccando…li sento mentre corrono per raggiungermi…ho paura…

Mi muovo a casaccio tra le strade di questa città senza piante…sono nel panico e non presto attenzione al percorso…maledizione, sono finito in trappola!

Un muro mi sbarra la strada!

Alle mie spalle, con passo deciso, avanzano i miei inseguitori, compatti e minacciosi.

Tremo mentre li osservo: hanno il fisico robusto e massiccio, i capelli corti e sguardi di ghiaccio.

Dall'orecchio destro di ognuno di loro spunta una sorta di piccolo tubicino che si perde all'interno della divisa che indossano.

Avanzano.

Non ho armi per difendermi.

Non ho vie di scampo alle mie spalle.

Un attacco magico mi permetterebbe di guadagnare qualche secondo, permettendomi di fuggire. Ma se per caso indossassero amuleti o protezioni contro gli incantesimi o, peggio ancora, se ne fossero immuni, a niente servirebbe il mio sforzo.

Si fermano a pochi passi da me: mi osservano.

Si assomigliano moltissimo, ora me ne rendo conto.

Forse potrei tentare un attacco diretto: sfruttando la mia agilità potrei infilarmi tra di loro, colpire e poi fuggire.

Di certo non avrò forza e occasione per danneggiarli seriamente ma senza dubbio la mia superiore velocità e la mia agilità, unite all'effetto sorpresa, mi permetteranno di guadagnarmi la fuga.

Ho deciso.

Scatto in avanti, gridando, pronto a incunearmi tra di loro, pronto a colpire e a creare un po' di scompiglio.

Loro rimangono immobili, come in attesa.

Mancano solo pochi metri e poi colpirò il primo di loro quando all'improvviso lo vedo sorridere e scomparire.

Contemporaneamente vengo colpito all'addome, un singolo colpo devastante e tremendo…maledetto umano!

Si è mosso ad una velocità sorprendente, scattando e poi abbassandosi per colpirmi.

Come può essere?

Nessun umano è più rapido di un elfo…

Poi, perdo i sensi a causa del colpo…

 

Al mio risveglio sono disteso su di un letto all'interno di un qualche edificio.

Nell'aria un odore strano e che non riconosco …mi sento intontito…debole…

Una luce abbacinante puntata direttamente sul volto non mi permette di capire dove mi trovo o di osservare ciò che mi circonda…

Mi duole l'addome ma non posso muovere le mani per controllarmi…

Non posso nemmeno muovere le gambe o alzarmi…dannazione, sono bloccato!

Sento qualcuno che si avvicina.

Tre volti coperti da candide maschere si chinano verso di me.

Una scena che si ripete.

Uno di loro punge il mio braccio destro con un'arma acuminata.

Percepisco del liquido alieno nelle mie vene…lentamente…tutto si fa pesante…confuso…

Scivolo nell'oblio mentre i miei occhi registrano le ultime immagini della mia vita: uno di loro che regge una piccola lama luccicante….un altro regge una strana tavoletta sul cui retro scorgo messaggi in un linguaggio sconosciuto ma che si imprimono indelebili nella mia mente che si espande dissolvendosi:

 

Progetto ELF:

Ricerche sull'Essenza dell'Immortalità

 

Poi è l'oblio, il sonno senza sogni di un elfo in balia di scienziati umani alla ricerca del segreto di un dono a loro mai concesso.

 

Leonardo Colombi

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti dal sito e dalla mailing list di Fantasy Story:

da Astfelia (15 ott 05):

Il tuo racconto mi è davvero piaciuto, lascia intravedere in modo efficace la crudeltà umana nei
confronti di ogni diversità, l'umano senso di superiorità nel voler studiare crudamente il diverso per carpirne i segreti, senza voler realmente comunicare con esso.

da iliannrs: (15 ott 05)

Bello! E' innovativo e molto scorrevole. Ho due curiosità:Perché l'umano (sul tipo agente federale americano) è veloce quanto l'elfo o forse di più? E' colpa del progetto Rei stesso? Come ha fatto l'elfo ad arrivare alla nella città degli umani?Una o due idee ce le ho, ma è mia opinione che nel racconto almeno un accenno a questo fatto ci voglia.

da Elfwine (16 ott 05):

La motivazione per cui gli scienziati umani torturano questo elfo è a mio parere l'elemento chiave del racconto, perchè dimostra tutta la vanità e l'inutilità di simili pratiche. E questo sentimento è ancora più forte a causa dell'efficace modo con cui hai descritto il mondo umano visto dagli
occhi di un povero elfo sperduto. Complimenti..!!

da nydrali (16 ott 05) :

bellissimo! uno spunto stupendo, che spero proseguirai con la stessa freschezza ed originalità, ma spt con lo stesso stile stilettato, accuminato, incisivo! complimenti!

da Hikaru Hino (18 ott 05) :

Incalzante, inquietante e coinvolgente. Un'idea, quella del finale, dannatamente originale e che non può lasciare indifferenti. mi è piaciuto moltissimo. H.H.

da anjiinsan2003 (20 ott 05):

Ciao Leonardo,
ho letto REI e ti dico le mie impressioni...
non ho ancora deciso se il mix fantasy -ambientazione moderno-fantascientifica mi piace del tutto, forse lo trovo meno evocativo, ma il tuo racconto è piacevole e ben scritto.. Molto dinamico, poca descrizione e tanta azione, penso che sia tutto sommato un sintomo di "ammodernamento"  ( termine orrendo ^_^)del genere.
I soldati sembrano cyborg...e la "strana e orrida fontana" cos'è in realtà?
Interessante come l'elfo descrive le cose che non conosce,es il veicolo con all'interno le guardie- androidi tutte uguali.
Curioso come i desideri dell'umanità siano sempre gli stessi...

da ominoVerde (03 nov 05):

Stilisticamente ha stimolato una delle mie idisosincrasie, con un susseguirsi frenetico di frasi staccate. E' un modo di scrivere che io non apprezzo, lo trovo faticoso da leggere, preferisco un ritmo più vario , fatto di frasi più articolate. Ma proprio per questa mia preferenza non sono certo di poterlo giudicare, più o meno come non mi sento di giudicare altre forme di espressione troppo lontane dai miei gusti. L'idea dell'elfo vivisezionato è interessante, con la sua mescolanza di fantasy e fantascienza.

 

Commenti ricevuti sul sito Club Poeti (maggio - settembre 2006)

da rodriguez group:

puntata da il fuggiasco ?
by A

da A.Sal.One:

Leonardo, l'idea e' buonissima, direi quasi da Edgar Allan Poe, anche se si svolge in realta' diverse. Il genere sembra essere in bilico tra lo Sci-fi ed il mitologico. Credo ci siano dei passaggi troppo lunghi e forse superflui. Riveduta e proposta in modo piu' incisivo e diretto fara' di sicuro successo. Inoltre, poiche' parli in prima persona e pertanto l'Elfo sei tu che scrivi, cerca di mettere piu' angoscia nei pensieri di questo immortale, pur cercando di non rivelarcene l'identita' se non alla vera fine.

da sonietta:

Certo che di fantasia ne hai da vendere!!! Per il resto mi trovo d'accordo con l'inquilino di sopra.

da Asia68:

Un pò grigio,come la strada.

da Mitla:

Bello. Ci sono un pò tutto gli ingredienti, fantasia, ritmo, narrazione.
Nel complesso l'ho apprezzato. Forse un pò troppo concitato, ma credo sia un gusto personale più che un appunto da muovere.
Piaciuto.

da javizan:

decisamente non è il mio genere, non mi appassiona, désolée!!!

da grigio:

Perfettamente d'accordo con la lettura fatta da Mitla, anche se non è il mio genere

da alman:

Scritto bene. Rendi bene il pathos. R.E.I. ?
ciao

 

Commenti ricevuti su Scheletri :

Link al topic nel forum: leggi

da McNab (16 settembre 2006):

Mi piace! Gustoso e originale racconto, tra l'altro ben scritto. La scrittura corre via armoniosa, riuscendo a dare il senso della disperazione dell'elfo imprigionato in un mondo non suo. Le contaminazioni dal fantasy sono ben messe e non invasive. L'unica cosa che a mio parere stona un pò è il nome del medaglione di teletrasporto, ma questo è soggettivo.
Amo le contaminazioni di genere e ammetto che è difficile riuscire a scriverle in modo piacevole e riuscito. Questo racconto sicuramente è un esperimento andato a buon fine.
Tra le piccole note "antipatiche" posso dire che forse la frase finale stona nel contesto del racconto. Ben riuscite invece le descrizioni di una città moderna vista dagli occhi di un elfo. Secondo me potrebbe essere anche lo spunto per un racconto più lungo, o per un romanzo.
Comunque... Voto=7+

da Hnikarr (17 settembre 2006):

L'idea di piazzare un elfo in un contesto moderno o futuristico, di per sé, poteva anche essere interessante. Lo svolgimento lascia alquanto a desiderare. Lo sfondo è impalpabile, asettico e privo di personalità: la metropoli futura è stereotipata e risulta un mero calco delle più classiche immagini da fantascienza dystopica, come ne abbiamo già viste in tutte le salse. Lo straniamento dell'elfo c'è, ma la sua attitudine a pontificare lo rende meno convincente. Forse si sarebbe ottenuto un risultato migliore, presentandolo da una prospettiva neutra, anziché in prima persona. Pesantissima l'ultima frase, molto retorica: è pronunciata dal narratore, o da una voce fuori campo? Nel primo caso, come accade spesso, abbiamo la contraddizione di una coscienza che parla da uno stato di incoscienza o di morte; nel secondo, andava segnalato il cambio di narratore, magari con un corsivo.
La forma narrativa scelta non è molto felice: una prima persona in presa diretta, al presente, in forma di monologo-descrizione puntigliosa del protagonista, è decisamente scomoda da leggere. Il presente, abbinato alla prima persona, funziona a teatro, non nella narrativa, soprattutto quando il finale prevede la morte del narratore stesso. È poi molto goffo nelle scene di azione, per l'eccessivo approccio cerebrale. Presenta anche altri problemi, come le espressioni grottesche a cui si è costretti a ricorrere, per descrivere tutto ciò che avviene: frasi quali “ sono nel panico e non presto attenzione al percorso ” vanno bene in un resoconto successivo, quando il panico è passato e puoi giudicarlo a mente fredda, ma sono fuori posto nella concitazione del momento. Più in generale, forma e lessico sono troppo indirette e usano troppo spesso perifrasi per poter rendere bene l'idea della fuga disperata del narratore: per fare un esempio, è meglio ricorrere al verbo, piuttosto che a un costrutto analogo “verbo+sostantivo”. Troppi i puntini di sospensione, soprattutto in chiusura di periodo, ma più in generale la punteggiatura convince poco, con molte virgole mancanti. Tante le ripetizioni, anche nella stessa frase, vedi il “ mi permetterebbe di guadagnare qualche secondo, permettendomi di fuggire ”. Rivedibile lo sviluppo dell'idea. [voto: 5]

da Kimmei (19 settembre 2006):

Il classico tema dell'aliento in una ambiente alieno.
Aldilà di cose che già Hinkarr il terribile ha fatto notare, tiro fuori dal clindro magico un paio di buchi trama tanto per gradire.
Innanzi tutto non ti portano in sala settoria\esami vestito e con la gioielleria addosso. tanto più se sei una cavia non consenziente. Per cui o il edaglione era nascosto in luoghi che meglio non nominare oppure meglio eliminarlo dalla storia. Far lanciare l'incantesimo direttamete al protagonista renderebbe il tutto più credibile.
Secondo punto: possibilile che un tizio che usa fior di teletrasporti e magie riesca solo a correrre in gro alla cieca? E poi si fà le menate sull'immunità alla magia (con degli umani?) e finisce per scegliere la tattica con minori possibilità di successo?
In ultimo aggiungo che concordo con chi ti diceva che questo pseudo moraleggiare alla dungeons and dragons toglie molta godibilità al testo.

da gelostellato (20 settembre 2006):

Toglierei innanzitutto l'introduzione iniziale, o se proprio voglio mettere il lettore in un certo state of mind, la modificherei rendendola parte del racconto (una specie di overture o qualcosa di simile). L'inizio, che forse dovreva rappresentare, vista la punteggiatura e l'impaginazione, l'ansimare dell'io narrante, è appesantito da frasi contorto, ricche di espressioni quali “riuscire a seminarli”, “ricominciare a muovermi”, “continuare a fuggire” e via di questo passo.
Poi, vista la premessa e il tono che ci si aspetta da un elfo, frasi come “Dovrò cercare di scoprire qualcosa alla svelta” “migliaia di migliaia” fanno a pugni con il modo di esprimersi che mi aspetterei da un elfo, inteso come essere superiore a tutto il resto. (per altro, considerato quest'intro e molti riferimenti come materiale di ispirazione “eragoniana”, mi riesce difficile pensare che un elfo, rispettoso di tutti gli essere viventi, possa pensare così male dell'habitat e delle sembianze di esseri (gli umani) che son diversi da lui. Ma questo solo in caso che l'elfo sia da intendere come razza superiore.).
L'uso ripetuto di “abbacinante” a breve distanza, si nota. Nel flashback, forse sarebbe stato il caso di sfoltire un po', mentre nella fare della cattura vera e propria, ci sono troppi pensieri dell'elfo, per un'azione che dovrebbe svolgersi in pochi istanti (potevano starci se il racconto era narrato in terza persona, ma in prima persona sono poco credibile, visto la fulminea velocità con cui elfo e umano agiscono.)
Il punto di vista dell'elfo, che vede mostri in un elicottero ecc. ecc. può andare bene un paio di volte, ma alla lunga stanca. (Alla fine quasi ero contento che questa pigna in culo d'elfo fosse stato catturato ?)
Le ultime due righe sono di troppo. Il tutto si capisce già con progetto elf. Improprio il termine “rinsavendo”, forse stava per “riaversi”, comunque sia da modificare. Voto 5.

 


 

-=Riconoscimenti=-

 

Agenzia ALeS: Racconto giunto in finale nella prima edizione del concorso "I mondi di altrove" (2006)

 

 

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