Quando il colore della fiamma sulla lanterna cambiò, passando dal rosso carminio al verde acceso, effetto di un prodigio alchemico e magico, il primo della fila non mosse un muscolo.
Nessuna reazione, nessun movimento.
Attesa.
Solamente la bocca spalancata nella medesima posizione che aveva assunto dopo la morte avvenuta parecchio tempo prima.
Trascorsero alcuni istanti, lunghi secondi, manciate di minuti. Poi, con un lento ululato rauco, lo zombie reagì.
I suoi movimenti furono pesanti, stanchi, drammatici. Sollevò goffamente gli arti superiori, ormai fortemente decomposti, e poggiò pesantemente le mani sul cilindro ricoperto di pelle nera, lo strumento con il quale gli era possibile governare quella sinistra carrozza che un'ignota maledizione lo costringeva ad utilizzare per i propri spostamenti. Sicuramente l'opera malefica di un potente stregone Lich.
Mentre lo zombie cercava di assumere una postura più consona ed eretta sul sedile del veicolo, commise tuttavia l'errore di muovere le gambe: così facendo perse l'equilibrio e il torso nudo e putrefatto si afflosciò in avanti. Un suono iracondo proruppe al contatto della sua pelle morta con il magico cilindro del potere. Dietro a lui, la carovana era immobile: decine e decine di veicoli simili a quello sul quale stava, ognuno popolato da uno zombie almeno.
Immobili.
Volti spenti, bocche spalancate ed oscene, nell'aria un costante ululare disarticolato. Suoni confusi, lunghi e spenti, come gli sguardi di quegli esseri non morti.
Lentamente lo zombie riacquistò l'equilibrio e tornò a sedere composto, la testa pericolosamente in bilico verso destra. Per lo meno il suono orribile che il veicolo emetteva era cessato.
Di fronte a sé la lanterna stava per cambiare di colore una seconda volta, mutando la propria fiamma dal verde smeraldo ad un fioco colore giallastro.
Con fatica, lo zombie riuscì a muovere in avanti un piede, un unico movimento brusco e scattoso che sortì l'effetto desiderato, quello che l'istinto di una vita passata gli suggeriva. Poggiando un piede sanguinante su uno dei pedali, il non morto attivò il meccanismo che permise al suo veicolo di avanzare e così, lentamente, percorse qualche metro oltrepassando il limite che la lanterna colorata definiva.
Qualche istante dopo, lo zombie nella vettura che stazionava subito dietro emise un lento ululato lugubre: aveva percepito il movimento di chi lo precedeva. Nelle sue sinapsi ormai morte si fece quindi largo una nuova consapevolezza: la carovana poteva muoversi ancora non appena la lanterna sarebbe tornata di colore verde acceso.
Per il momento, fintantoché la fiamma ardeva di un colore vermiglio, avrebbe potuto riposare ancora, proprio come un morto mai tornato in vita.