Ispirato ad una fetta biscottata (vera)

[Home] [Divagazioni] [Me, myself & I] [Poesie] [Racconti] [Recensioni] [Vari]
 
-=Menù=-
 


 Comico - Umoristico
Fantasy
Generico
Riflessioni
Saga Carrefour

 
-= Presente su=-
 
Adotta un libro
Fantasy Story
Penna d'Oca
Scrivendo
 
-=Spot=-
 

 
-=Introduzione=-

 

Data di creazione: 20 dicembre 2005

Ultima modifica: 27 dicembre 2005

 

Introduzione

Questo racconto nasce il 20 dicembre da una scena ridicola che la mia mente bacata ha interpretato in modo assurdo.
Semplicemente stavo mangiando prima di andare al lavoro e, non avendo pane né grissini, come surrogato avevo usato delle fette biscottate.

Va detto che la confezione che le contiene ha la forma di un parallelepipedo di carta con un'apertura al centro. Bene, l'ultima fetta era rimasta nascosta alla mia vista poiché era situata subito a lato dell'apertura della confezione. Sembrava come un personaggio dei film di azione, nascosta dietro la porta in attesa che il pericolo si allontanasse.

Da questa scena, mi rendo conto che si tratta di un'immagine di livelli inumani e assurdamente sublime, ho elaborato il testo che segue.
Buona lettura ma senza pretese come sempre, ovviamente.

 

 

-=Ispirato ad una fetta biscottata (vera) =-

 

Mi chiamo Leonardo e sono una specie di scrittore. Una specie perché in realtà di scrittori ne esistono di diversi tipi, di diverse razze, tutti ugualmente sensibili e pazzi, tutti ugualmente malati delle proprie storie.

E poi, a dirla tutta, non sono un vero e proprio scrittore visto che al momento mi sto solo dilettando nello scarabocchiare storie e pensieri su innocenti fogli bianchi mentre di effettivo non ho ancora pubblicato praticamente nulla…e forse non pubblicherò mai niente nemmeno in futuro se non riuscirò a sopravvivere a quello che mi sta accadendo ora!

Sono atterrito e spaventato, appoggiato con tutto il mio peso alla porta del mio studio chiusa a chiave dietro di me.

Se mi sposto, ne sono certo, lui uscirà.

Dalla stanza che dà sul mio mondo, dove vive il mio pc e tutta la mia sconfinata - si fa per dire - produzione, giungono grugniti e suoni brutali di devastazione. Urla inumane e belluine mentre qualcosa si accanisce sulla porta, colpendola, graffiandola, tentando di aprirla e di sfondarla.

Imprecazioni e minacce che non oso ripetere.

E solo la superficie in legno a cui mi appoggio mi separa dalla furia dell'orco che si è materializzato nel mio studio.

Non lo so come sia potuto accadere: sarà una sorta di apparizione, la scoperta di un portale spazio-dimensionale o forse un'errata combinazione di tasti in Word…dannazione, e adesso che faccio?

Le spinte alla porta si fanno sempre più forti mentre di là della porta giungono nuove minacce e spallate.

Non resisterò per molto: ad ogni colpo la porta cede sempre più e la mia forza è ben poca cosa a confronto di quel mostro orrendo e puzzolente.

Dio mio se puzza…

Ad un tratto le spallate del mostro smettono di abbattersi gagliarde sulla porta. Trattengo il respiro e mi sforzo di ascoltare qualsiasi suono che provenga dalla stanza. Da quella che fino a poco fa era la mia stanza…

Forse se n'è andato…

No, impossibile: oltre alla porta a cui disperato mi appoggio non esiste via di fuga se non la finestra che da sul mondo reale.

Ma non ho udito alcun rumore di vetri infranti o, nel caso l'orco fosse uscito in strada, atterrite grida di tranquille vecchiette assetate di pettegolezzi e che fin da mattina presto son per strada a fare le comari.

Tendo l'orecchio ma non odo alcun rumore.

Forse se n'è davvero andato, semplicemente non mi sono accorto della rottura della finestra impegnato com'ero a mantenere la posizione e a contrastare le sue spallate.

Trovo difficile che se ne sia andato senza che me ne accorgessi: dopotutto era bello grosso, alto poco più di me, ma decisamente molto più grosso e incazzato (non ringrazierò mai abbastanza l'eroica e miracolosa resistenza opposta dalla mia porta!). Ricordo la verde pelle squamosa, la cotta di maglia, l'ascia appesa al fianco e poi le zanne e i suoi denti. E poi ricordo bene il fatto che fosse calvo…ma cosa sto dicendo? Sto descrivendo un essere che non esiste!!! Chi cazzo li ha mai visti gli orchi qui nel mondo reale??? Non è che hai vissuto un'allucinazione immaginando qualcosa che non esiste…diciamocelo, anche se non è bello né ammetterlo né accettarlo: caro il mio Leo ti sei fumato il cervello! Hai immaginato tutto quanto…Cioè, un orco che si materializza all'improvviso nel tuo studio…daaaai, è assurdo! Ah, Leo, Leo..stai impazzendo! Te lo dicevo io che il lavoro all'Unieuro…

Un improvviso colpo d'ascia si abbatte sulla porta quasi trapassandola facendo spuntare parte della lama vicino al mio orecchio sinistro.

Urlo di terrore mentre scatto per allontanarmi dalla porta.

Dall'altra parte della stanza l'orco urla di rimando mentre un altro colpo d'ascia si abbatte sulla porta chiusa a chiave.

Sono in preda al panico: e adesso cosa faccio?

Cazzo! Cazzo! Cazzo!

Se mi appoggio ancora alla porta quello è capace di ammazzarmi.

E se lo lascio fare di certo la sfonderà a breve…

Cazzo!

Cerco qualcosa, qualsiasi cosa, da appoggiare alla porta per ostacolarlo: una sedia per cominciare e…un altro colpo d'ascia!

Vedo un suo occhio attraverso il nuovo squarcio che si è creato.

Una scura pupilla d'odio.

Non ci penso su due volte a scappare giù per le scale adiacenti al breve corridoio in cui mi trovo ma, non appena faccio due gradini, avviene qualcosa: per un attimo il breve corridoio che fa da raccordo tra le camere e lo studio si illumina di una luce che filtra dalle fessure della porta che chiude il mio studio.

Nuovamente dalla stanza non giungono rumori orcheschi, né urla né colpi d'ascia…anzi…ora giunge una sorta di sensuale sussurro…una sommessa risata di donna.

Cosa diamine?

Il panico cede il posto alla curiosità tuttavia esito sulle scale.

Rimango fermo, in attesa.

Di certo sono confuso ma…si sentono solo suoni soffocati e sussurri e fruscii…

Ma che diamine??? Non capisco proprio: era la risata di una donna quella che avevo udito poco fa o cos'altro?

Guardingo mi avvicino alla porta.

Non ho più dubbi in merito alla presunta esistenza degli orchi: i segni sulla porta possono testimoniare che non sono impazzito…non del tutto almeno…e in merito a quegli strani sussurri e alla risata non penso proprio che l'orco di poco fa fosse una femmina. Cioè, mi spiego, se davvero ciò che avevo udito era la risata di una femmina allora poteva benissimo essere stata la risata di un'orchessa. Oddio, non che l'orco che per qualche assurdo motivo si era materializzato nella mia stanza, pronto ad aggredirmi alle spalle mentre scrivevo al pc, mi fosse sembrata proprio una femmina…E se davvero quell'essere era una femmina iniziavo finalmente a capire perché gli orchi erano un popolo tanto bellicoso e amante della guerra: meglio partire per il fronte e combattere e ammazzare e rischiare la vita in battaglia piuttosto che svegliarsi con una simile raccapricciante figura a fianco ogni mattina! Ma d'altra parte…mica è colpa loro se son fatti così…

Però, che strano, la tonalità della voce che adesso odo non mi sembra così gutturale e profonda come quella che udivo mentre resistevo alle spallate del mostro.

E d'un tratto, mentre mi avvicino alla porta, lentamente, cercando di non produrre rumore alcuno, ho l'impressione che dallo studio giungano gli stessi suoni che noi umani produciamo quando ci baciamo...

O mio Dio!

Inizio a temere che nella stanza, ora, possano esserci due orchi, maschio e femmina, intenti a…aspetta…ma gli orchi possono copulare e riprodursi? Cioè, dovrebbero essere mammiferi ma, che io sappia, in nessun racconto o romanzo, ho mai trovato citazioni di simili situazioni o accenni ad orchi bambino…forse solo nella saga di Nicholls…dovrebbero essere creature nate dalla corruzione, una storpiatura della perfezione degli elfi, o sbaglio?

Ma che razza di pensieri vado a fare ora? Fino a poco fa credevo sarei stato ammazzato e ora vado a immaginarmi due orchi che scopano nel mio studio!!!

Eppure i rumori di là della porta sono quelli, sussurri e baci e gemiti di piacere.

Per precauzione osservo da una delle fessure nel legno.

Ho paura di quello che potrei vedere…che diamine…?

Altro che orchi!!

Nella mia stanza ci sono due ragazze (due ragazze umane, precisiamo!) visibilmente coinvolte e impegnate ad esplorarsi! Si strusciano, si accarezzano, una seduta sulla mia sedia verde e l'altra di fronte.

Sono entrambe nude e decisamente ben fatte.

Non credo ai miei occhi: cosa sta succedendo?

Prima l'orco e poi questo…

Torno ad osservarle, incuriosito ed eccitato, come Ulisse di fronte alle sirene.

La ragazza seduta ha gli occhi chiusi in un'espressione estasiata mentre la seconda, accovacciata, affonda la sua testa tra le cosce di lei.

Smetto nuovamente di osservare: sto seriamente meditando di entrare e unirmi ai giochi.

Ma sono combattuto tra il mio istinto di animale e la mia razionalità che mi fa notare, alzando timidamente la mano dall'ultimo banco nella sala dei miei pensieri, che tutto ciò che vedo non è normale: da dove sono uscite le ragazze? Che fine ha fatto l'orco? Cosa hai messo nel caffelatte stamattina?

Ma anche se è un'altra parte di me a dettar legge ora, solo a beneficio del dubbio, solo per amore della verità, torno a dare un'ultima sbirciatina prima di fondarmi dentro la stanza.

Osservo la scena mentre i gemiti e i mugolii delle ragazze si fanno più intensi.

Niente orchi nella stanza, solo due ragazze che si danno da fare in saffiche esibizioni di piacere.

La ragazza seduta ansima e per un attimo apre gli occhi. Ruotando la testa verso la porta incrocia il mio sguardo: dolce e sensuale, tacitamente mi invita ad entrare e ad unirmi a loro.

Sono d'accordo ma soprattutto ho messo a tacere la mia razionalità.

“Ma se per caso fosse una sorta di illusione? E se fosse una trap” queste le ultime parole che il piccolo esserino che rappresenta la mia coscienza tenta di riferire prima di venire imbavagliato da osceni pensieri che ora popolano la mia mente e ululano pregustandosi il piacevole avvenire.

Mi fiondo sulla maniglia, giro la chiave e spalanco la porta per gettarmi a capofitto in quell'oasi di piacere sconfinato pregustandomi infiniti oceani di erotiche emozioni.

Ma quando apro la porta le calde incarnazioni dei miei sogni non ci sono più.

Nemmeno la mia stanza esiste più: la mia sedia, il mio pc, la scrivania…niente…anzi, Tutto!

Si apre davanti a me lo spazio infinito, il cosmo buio e la vastità dell'immenso.

Impossibile fermarmi in tempo: cado nell'universo.

Precipito tra stelle e galassie, sfiorando pianeti e asteroidi.

Non ho bisogno di respirare, trasportato da un invisibile vento del vuoto sfioro gli anelli di Saturno e mi dirigo verso Alpha Centauri.

Sono sopraffatto dal tutto, in balia di cosmiche emozioni, scontri di particelle e colori si fondono per rivelare nuove invisibili dimensioni.

Una galassia di luce mi attrae e, come in un gorgo, mi inghiotte fino al suo centro come forse un vortice nell'acqua del mare.

Mi sento piccolo, schiacciato e infine mi sgretolo e disintegro riducendomi a brandelli di materia.

Mi ricompongo poco dopo sulla sabbia di un caldo deserto.

Ansimo e cerco di respirare mentre mi rialzo.

Non mi sento molto bene…cosa sta succedendo adesso?

Sono ancora vivo?

Non ne sono più così convinto…

Cerco di porre ordine nei miei pensieri ma tutto mi appare assurdo.

Prima l'orco…poi le ragazze…e l'universo….infine il deserto…cosa diamine mi sta succedendo?

Osservo il luogo in cui mi trovo: solo sabbia e dune e un infinito mare di gialla polvere arroventata.

Ovunque la sublime vastità del deserto.

Fa caldo…troppo caldo…

Non capisco proprio…

Ma che cazzo mi sta succedendo?

Che cazzo STA succedendo?

Urlo disperato.

Urlo la mia rabbia per una situazione che non comprendo.

Ma nessuna risposta mi giunge.

Nessuno mi ascolta.

Capita sempre così quando ci si sente soli e sperduti.

Mi metto in cammino verso…verso dove? Dopotutto cosa importa: sono nel deserto e ogni direzione è quella giusta nella ricerca di sé.

Guardo il sole che impietoso mi osserva mentre mi disidrato.

No…c'è qualcosa di strano…non è il sole che sono abituato a vedere…appare quasi arancione in un cielo acquerellato…

Prima lentamente e poi via via accelerando inizia a ruotare su se stesso generando un vortice che tutto attira e muove.

La sabbia si solleva da terra in un imponente turbine di polvere mentre l'azzurro del cielo viene letteralmente strappato dall'infinita tela che lo compone.

Non resisto alla furia degli elementi: vengo trascinato via.

“Cazzoooooo!!!”

Solo il mio urlo di umano disperato e sopraffatto dal reale si disperde nel vento di quel mondo incomprensibile.

Vengo attratto verso quella sorta di trottola celeste che è divenuta il sole, mi avvicino a velocità impressionante…così mi sfracellerò, dannazione!!!

Violentemente sbatto la testa contro quello stupido e divino astro del cielo e precipito nel buio che ora mi accoglie benevolo.

Cado ruotando su me stesso ma cado dolcemente, quasi cullato dalle tenebre…

Mentre volo, inconsapevolmente, riesco a pormi in posizione orizzontale: rallento la mia caduta mentre rinvengo.

Mi fa male la testa…dannazione, non vedo più niente!

Tutto è buio e non esistono sfumature di luce.

Forse sono morto…e pure in modo assurdo devo ammettere…sono morto senza nessuno, senza nemmeno poterla dire una grandiosa frase ad effetto che nei film ciascun personaggio tiene in serbo per il giorno del saluto estremo…

Nel silenzio che mi circonda e che alberga nel mio animo alla deriva avverto un suono, il ritmico e frenetico sbattere d'ali. E' in avvicinamento…

Forse un uccello, un aquila oppure un falco bianco…no, aspetta, dev'essere un pipistrello…ma non saprei dire perché ho questa certezza…forse perché è l'unico volatile a sapersi destreggiare nel buio…

Un essere cieco mi cerca nel mio buio: che ironia!

Mi vola attorno, sfiorandomi rapido.

Forse non sono diventato cieco, forse è tutto buio per davvero…

Da lontano giunge uno spiraglio, un puntino di luce bianca che lentamente si ingrandisce fino a scontrarsi con il pipistrello in volo, fondendosi con esso in una nuova creatura che si dimena nell'aria urlando un verso acuto e stridulo.

Continuo a cadere nel vuoto e non saprei dire se son sveglio o se son morto.

Un immenso occhio bianco ora mi osserva: non ha ciglia ma due ali scure gli permettono di muoversi nell'infinito vuoto in cui sto precipitando. Una coda, scura e filiforme completa la strana bestia che mi vola di fronte scrutandomi con quella sua pupilla color ghiaccio conficcata in una sclera d'avorio immacolato.

Fa male da quanto appare chiaro e brillante in tutta questa sconfinata e informe oscurità.

Sono affascinato…ipnotizzato…non riesco a distogliere lo sguardo da quell'occhio assoluto che sembra analizzarmi, scrutarmi da millenni di distanza…

La sua immensa palpebra si chiude sincronizzata con le mie.

Quando riapro gli occhi sono appoggiato alla tastiera del mio pc.

Stanco e confuso, impronte di tasti sulla pelle della mia guancia a rammentarmi il recente passato trascorso a dormire.

Sbadiglio e mi stropiccio gli occhi…

Osservo il monitor del pc: il cursore fermo a metà di quell'irreale foglio bianco. Mi attende paziente.

La stanza è in ordine o, meglio, nel suo naturale stato di disordine che mi rassomiglia.

Mi stiracchio pigramente e comprendo: è stato tutto un sogno!

O un incubo dipende dai punti di vista…

Ah, che strane esperienze riesce a creare la mente umana quando la lasciamo libera di creare! A ben pensarci è davvero incredibile il potere dell'immaginazione, insinua il dubbio sulla consistenza del reale.

La stanchezza ed il sonno, in un certo senso, sono come una droga che ci porta a vivere illusioni e assurde irreali esperienze umane.

Sorrido divertito ripensando al sogno appena concluso: tra poco già non lo ricorderò più, assorbito da quella spugna cerebrale che abbiamo nella testa perennemente in assorbimento di suoni, immagini ed emozioni.

Forse dovrei scrivere qualcosa perché non me ne dimentichi, chissà, potrebbe essere interessante analizzarlo o addirittura sfruttarlo per un racconto…

Spengo il pc mentre sorrido all'idea di portare il resoconto del sogno appena vissuto ad un analista: chissà, forse mi somministrerebbe del sedativo e, dopo avermi vestito con la camicia di forza firmata D&G, mi farebbe internare. Una forma di tutela preventiva per l'umanità!

Chissà se ci andasse l'orco che avevo sognato dallo psicanalista: chissà cosa penserebbe quel saggio ed esperto specialista che cura i mostri dell'animo e della mente umana? Cosa penserebbe alla vista di un essere che nemmeno esiste?

Ma d'altra parte, le creature del fantasy non esistono che nella realtà dell'immaginazione sognata.

Con questi pensieri in testa mi alzo dalla sedia e abbandono lo studio intenzionato ad andarmene a dormire.

Spengo la luce della stanza ed esco mentre il pc entra in standby.

Un secondo dopo mi fermi nel piccolo corridoio che fa da raccordo tra le camere da letto e lo studio.

Torno indietro e riaccendo la luce dello studio mentre penso di essermi sicuramente sbagliato: sulla porta della stanza del pc e del mio contatto con il popolo di internet si notano strane scalfitture, graffi e ammaccature e squarci d'ascia violenta…

Oh cazzo!!

Solo una scurrile esclamazione a conclusione di questa storia ispirata ad una fetta biscottata (vera).

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti ricevuti su Fantasy Story:

da anjiinsan2003 (27 dicembre 05):

Eccezionale, Leo, veramente ECCEZIONALE!! Mi domando cosa ti sia successo ultimamente....
SEi salito di grado.
Complimenti, davvero. E' stato un piacere leggere, e questo mi capita di rado. Grazie.

da iliannrs (28 dicembre 05):

Ai confini della bizzarria. Giuro che leggendo le prime righe ero convinto che tu fossi una fetta biscottata… ^___^

da Astfelia (28 dicembre 05):

Davvero molto carino e di grande fantasia.
Bravissimo!

da Elgheroth (28 dicembre 05):

Complimenti! ...Se questo nn è un racconto fantastico nn so che diamine è! Bravo,continua così!

da Elfwine (30 dicembre 05):

non posso che unirmi al coro di critiche positive giunto in ml...è un racconto sicuramente fuori del comune ma "visivamente" molto efficace e bello da gustare...^__^...

da mizar (26 febbraio 2007):

Certo ke l'ispirazione viene proprio da tutto!! ^_^ bravo, mi è piaciuta davvero tanto! ironica, divertente al punto giusto, ma sopratutto fa riflettere, nella parte finale, su fino a quali confini si può spingere la nostra immaginazione.. il tuo stile mi piace molto, come ti ho già detto nel precedente commento che ti ho lasciato e... beh, ke altro dire: complimenti!! ci sentiamo presto per commentare un'altro dei tuoi splendidi racconti, ciao ciao mizar

 

Commenti ricevuti su scrivendo :

da Luta (04 gennaio 06):

... ti pregoooo... dimmi la marca delle tue fette biscottate...
Ok, dopo questa domanda... passiamo al racconto appena letto... mi fa sorridere al pensiero che fino a due anni fa mi nutrivo di fantasy e ora niente più! Chissà perchè...! Questo l'ho letto con piacere, ero partita dall'idea: "Una lettura veloce che poi devi rifare i letti!" e invece mi sono imbattuta in questo racconto e l'ho riletto tre volte... bello, mi è piaciuto... ma con cosa accompagni le fette biscottate?! eheheh... comunque, ora vado a rifare i letti, chissà che non mi venga un'ispirazione mentre sprimaccio i cuscini!

da jack_m (04 gennaio 06) :

puerile e noioso leo, davvero, è puerile e noioso. mi dispiace dirlo a te che sei uno che anima parecchio il sito, ma l'ho trovato terribile. questo tipo di storie le scrivevo agli inizi della mia carriera, quando avevo 16 anni, e un pò come tutti i ragazzetti avevo questo fascino per l'assurdo...
non c'è una cosa interessante, la fine finisce col sogno, i segni rimasti sulla porta un mal riuscito tentativo di dare senso di assurdo, mi dispiace, è pessimo, davvero, è terribile.

jack mannaro

da Franksolitario (04 gennaio 06) :

voler stupire non basta a stupire
un guazzabuglio

da parte di un utente anonimo (09 gennaio 06) :

Sai, anche io "scrivacchio" e spesso scrivo racconti simili ai tuoi: un sogno? Una visione?
Il risultato che a te è venuto, dopo le riflessioni sulla fetta biscottata, è penso piuttosto difficile da interpretare, ma io credo che il bello sia proprio qui. I fantasy non sono solo guerre: sono anche la fantasia di ognuno e credo che tu questo non solo l'abbia capito, ma anche messo in pratica...

 

Commenti ricevuti su Penna d'Oca:

da Michele Egli (15 gennaio 06):

Un racconto divertente e, tutto sommato, ben sviluppato. Scontato, ma apprezzato finale.

 

 

 

-=Invia un commento oppure una critica=-

Nome / Nickname : (*)
Titolo opera :
Commento/critica : (*)
Indirizzo mail a cui rispondere:
  (*) Campo obbligatorio