Commenti ricevuti su Scheletri:
da Gabriel (23 dicembre 2006):
Ovviamente, apprezzabile il tema dai risvolti sociali. Per quanto concerne il racconto in sè, l'idea non è originalissima.
da SupeRnauT (23 dicembre 2006):
E' cortissimo! Il maggior difetto del racconto è proprio questo, oltre al fatto di raccontare qualcosa che non coinvolge, se non minimamente, il lettore. La situazione poteva essere ampliata in più punti. Putroppo pecca in quanto a originalità, forse perchè di tali orrori ci siamo pian piano abituati, grazie ai vari TG.. Attenzione alle frasi fin troppo abusate (occhi iniettati di sangue, il volto una maschera crudele...) che possono stancare.
da aenigmistae (23 dicembre 2006):
Troppo breve per essere giudicato. Non capisco perchè ti sia limitato a pochissime parole. L'idea è buona e, come fu rinfacciato una volta a me, non necessitava della nota dell'autore.
da edoardo_cicali (23 dicembre 2006):
Personalmente avrei articolato meglio il racconto evitando le note esplicative che, a dire il vero, interropono bruscamente la già pur breve storia.
da McNab (23 dicembre 2006):
Testo breve, troppo breve per essere giudicato in modo esaustivo. In realtà qualcosa si può dire: la tematica è una di quelle forti, che vorrebbe colpire e sconvolgere il lettore, aggiungendoci anche il colpo di scena finale con tanto di messaggio "moralistico" del tipo "i mostri siamo noi". Purtroppo ci riesce solo in parte, senza nulla di particolarmente originale, come una cosa che sa di stantio e già visto.
Inutile cercare di giudicare la forma in così poche parole, giudizio da rimandare a un racconto più complesso.
da gelostellato (24 dicembre 2006):
La nota dell'autore era ed è del tutto superflua. Credo che nessuna delle precisazioni fatte fosse necessaria per un lettore medio di letteratura horror. Che l'uomo poi, sia il peggiore dei mostri, è che la realtà sia peggio della fantasia, ecc. ecc. ecc. Vi prego, basta, lo sappiamo, è sempre stato così, sarà sempre così. Se esiste la fantasia è propria perché c'è la crudele realtà. E poi insomma, dai, è un racconto, mica l'autore sarà andato a stuprare bimbe autoconvincendosi che erano piccole vampire
A parte le considerazioni legate alla nota, il raccontino, brevissimo, sfrutta un modus operandi comune (l'inversione buono-cattivo, per dirla in senso generale) e mira a cogliere di sorpresa il lettore. A questo proposito forse, bastava uno solo degli indizi regalatici per dire che la bambina era vampire. (paletto-specchio-ammissione palese) si poteva forse sprecare qualche parola in più nel rendere più carina la bimba, in modo che fosse più raccapricciante la violenza accompagnata all'uccisione. L'idea di abbinare violenza sessuale su minore e caccia di vampiri, anzi, è quella da salvare, del raccontino, che non presenta grossi difetti di forma, vista anche la brevità (segnalo tuttavia la ripetizione, nella stessa frase, di “grida” e quel “urgente” che stona un po' )
da kadath (24 dicembre 2006):
Be', si, in effetti è un po' troppo breve per sviluppare interesse nel lettore, e se la brevità poteva dare al racconto lo status di denuncia brusca e tagliente, questo effetto viene diluito dalla superflua nota dell'autore, che spiega troppo e si sostituisce in pratica al testo, anziché completarne il pensiero. Il racconto sa di già visto, mi spiego: ok, probabilmente la bambina vampira è una novità, ma non cambia il succo della questione. Di racconti in cui "c'è il mostro, ma poi il mostro più cattivo è l'uomo" se ne trovano a bizzeffe, e per sorprendere la platea di Scheletri avresti dovuto trovare davvero una trovata che si discosta parecchio, ma proprio parecchio da tutti gli altri racconti, cosa che non avviene.
da Hnikarr (24 dicembre 2006):
È più lunga la nota del racconto, il che non è un bene. Le possibilità sono due: o il racconto, da solo, non era capace di comunicare al lettore tutto ciò che andava detto, oppure l'autore non si fidava di quanto aveva scritto. In entrambi i casi, non è un bel biglietto da visita. Stante la brevità estrema, si perde troppo in descrizioni superflue, spendendo parole che si sarebbero potute usare per dare più spessore al messaggio del racconto. Perché dirci che lui aveva “ gli occhi iniettati di sangue, il volto una maschera crudele ”, mentre lei “ il volto esangue e gli occhi sbarrati per il dolore ” (apprezzabile il chiasmo, tuttavia)? L'estrema convenzionalità della caratterizzazione, peraltro, fa perdere per strada la crudeltà che il suo autore, forse, voleva trasmettere: meglio qualcosa di più breve, ma più diretto e “vero”, anziché dizioni formulari sentite e risentite mille volte. Per il resto, si ha la sensazione di una storia fin troppo trattenuta e addomesticata, nel suo svolgimento: data la scelta di titolo e soggetto, si poteva e forse si doveva tentare qualcosa di più scostante e fastidioso, per “colpire” davvero il lettore. Fuori bersaglio, in particolare, l'ultima battuta: l'uguaglianza uomo=mostro andava affidata al giudizio del lettore, non dichiarata dall'autore stesso.
Attenzione ai difetti di punteggiatura: quei “due punti” doppi sono una cosa molto brutta da vedersi, nell'ultima riga. Il lessico, figlio di un registro che non si sa allontanare a sufficienza dal formale, è il dettaglio che convince di meno: sarebbe stato opportuno togliere alcuni giri di parole, per fare posto a forme più crude. Il che non significa “volgari”, è meglio precisarlo. Un esempio per tutti è quel “ Desidera averla e poi vederla scomparire ”: molto attenuato nei toni, a fronte di ciò che si sta svolgendo nella storia... Dato che, in questo momento, osserviamo dalla prospettiva del “mostro”, anche il registro si dovrebbe adattare alla sua crudeltà: “scomparire” è troppo delicato, per esempio. Altra scelta non molto felice è quella di spezzare l'azione con incisi descrittivi: inserire “ atroce e piacevole sensazione ” proprio tra la congiunzione e il suo verbo, per citarne uno, concede quasi una pausa al lettore, in un momento in cui, al contrario, lo si doveva colpire duro. Nel secondo capoverso si abbozza soltanto un parallelo che, condotto con più forza, poteva ottenere un migliore risultato. Forma molto edulcorata, nel complesso.
da a-t-r (27 dicembre 2006):
Onestamente non saprei giudicare il tuo lavoro, essendo troppo breve, non ne sarei all'altezza.
Nonostante hai trattato un argomento molto delicato e complesso, il finale con la frase “i mostri siamo noi” ha rovinato un pochino le mie aspettative.
da MisterEcho (28 dicembre 2006):
Per essere un racconto così breve, ci sono troppe ripetizioni (volto - mostro- vederla). Penalizzato ma non troppo dai limiti di parole imposti dal concorso (la storia di per se non è molto originale, con un finale pseudo-moralista che si è già visto e rivisto troppe volte). Lo stile, comunque, non è da bocciare, anche se andrebbe rivista un pò la punteggiatura qua e là (ad esempio, non mi garba molto il doppio due punti nella stessa frase)
da ste (28 dicembre 2006):
Un po' confuso, potevi forse rendere meglio l'idea di quello che volevi dire. Hai provato a scrivere un racconto cortissimo, ma forse se sviluppavi di più la storia, quest'ultima sarebbe uscita meglio.
da Macchia_Nera (28 dicembre 2006):
Ehm... più che racconto mi sembra la descrizione di una fotografia. Forse per la brevità o lo stile telegrafico il racconto non "prende" come dovrebbe nonostante la crudezza del tema.
Forse come ha detto qualcuno prima di me una maggiore descrizione della ragazzina avrebbe aiutato.
Commenti ricevuti su Scrivi:
da Drakul (26 dicembre 2006):
ci sono anche mostri al mondo...anche peggio dei vampiri.