Il Consacrato - Capitolo 07

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-=Capitolo 07: Il sacrificio e la colpa =-

 

Il demone aveva mutato le proprie braccia in armi affilate: totalmente ricoperti di aculei che aveva rapidamente sviluppato e fatto spuntare dalle proprie carni, i suoi arti sembravano una massa indistinta di lame di colore nero.

Lame che ben presto avrebbero saggiato la resistenza della corazza magica del proprio nemico che, a terra, lo stava attendendo immobile dopo aver subito svariati colpi.

Mirinon l'avrebbe sicuramente colpito e ucciso sul colpo!

Certo, avere la possibilità di vederlo agonizzante a terra per poi poterlo torturare fino alla morte sarebbe stata un'esperienza senza dubbio più piacevole ma il demone non pensava che il suo nemico avrebbe retto ancora per molto.

O almeno, non avrebbe sicuramente superato indenne l'attacco che stava per sferrargli.

Ma si sbagliava.

Mancavano poche frazioni di secondo all'impatto quando l'intera armatura di Helge emise una luce bianchissima, pura, talmente intensa da costringere il demone a deconcentrarsi dai propri propositi di morte e a ripararsi gli occhi d'istinto.

Un'azione che gli costò caro permettendo al guerriero della luce di sferrare il proprio colpo. La sua spada tracciò un arco a partire dal basso ed una scia di energia azzurra ne accompagnò il tragitto fendendo ogni cosa come se la lama dell'arma fosse invero lunga parecchi metri.

Il demone venne investito dal colpo e cercò di resistere ma, urlando e attingendo a tutta la propria fonte magica, Helge intensificò l'emissione di luce della spada e di conseguenza la forza del proprio colpo. Alla fine, con un bagliore azzurro, vinse le difese di Mirinon tagliandolo in due.

Il demone cadde a terra tranciato in due parti, incredulo per quanto accaduto, incapace di credere che quel ragazzo nascondesse una simile forza.

E l'ultima cosa che vide, prima della sua estinzione, fu il suo nemico che troneggiava sulla metà alla quale era ancora appesa la testa.

Era stremato e affaticato ma, con un ultimo colpo gli conficcò la spada di luce nel cranio estinguendolo per sempre.

Il demone tuttavia morì ridendo, mentre i suoi occhi osservavano il guerriero che l'aveva sconfitto ed il cielo oltre le sue spalle.

In tutta la sua esperienza demoniaca aveva ordito piani e ingannato, utilizzando gli esseri umani come pedine per le proprie malvagie strategie. Ma ora, ciò che stava vedendo in punto di morte, gli aveva fatto comprendere come tutti potevano diventare pedine, marionette inconsapevoli di qualche piano di cui non avevano chiara percezione.

Fu solo un fugace pensiero prima dell'estinzione, un'improvvisa consapevolezza che lo fece ridere amaramente per la sorte che gli era toccata.

Anche lui era stato usato: qualcun altro aveva previsto tutta quella situazione, una verità che gli apparve lampante ma che portò con sé nell'oblio del nulla eterno.

Helge era stremato e aveva il fiato corto a causa dello sforzo e per le ferite subite nel combattimento contro il demone.

Ma aveva vinto

Aveva vinto…un sorriso per un poco illuminò il suo volto giovane.

Quasi subito però gli tornarono in mente le azioni antecedenti lo scontro e sentimenti di dispiacere e amarezza scacciarono la soddisfazione dal suo viso.

Aveva sconfitto il demone ma in realtà aveva fallito.

Mirinon non avrebbe portato altra malvagità e altro dolore nel mondo, certo, ma tuttavia aveva agito sconsideratamente e in modo non consono ad un guerriero della luce.

Aveva ucciso degli umani…

Per inseguire il demone non aveva soccorso chi era rimasto ferito...

Aveva ceduto alla rabbia e alla paura, alla disperazione di chi affronta una situazione a cui non può essere preparato…

Era colpevole di aver deviato dalla via della Luce, si era macchiato di colpe che avrebbe dovuto espiare ma che, di fatto, mettevano seriamente alla prova il suo ruolo di emissario delle forze del bene.

Il sentiero della Luce è difficile e non ammette…

All'improvviso venne strappato dai suoi pensieri a causa di un forte rumore di cui solo ora era consapevole.

Si voltò di scattò e lo vide: in cielo, un aereo passeggeri aveva le ali in fiamme ed era in procinto di schiantarsi al suolo proprio lì vicino.

Ecco perché il demone stava ridendo!

Mentre lo stava fissando, prima della sua estinzione, in realtà il demone osservava il cielo alle sue spalle!

Si stava prendendo gioco di lui anche in quel momento!

Che anche quell'aereo facesse parte del suo piano? Che ne avesse previsto lo schianto trascinandolo sin lì solo perché assistesse alla fine di quegli innocenti?

Non sapeva che pensare…

In ogni caso, né i suoi ordini né le visioni che aveva avuto nei giorni precedenti si riferivano di un evento di tale portata. Come minimo sarebbero morte centinaia di persone e le conseguenza di una simile tragedia avrebbero avuto un notevole impatto sulla vita di moltissime altre. Per non parlare delle implicazioni su più larga scala che un evento del genere avrebbe sicuramente avuto…

Si sforzò ma niente: non ricordava alcun riferimento ad un simile evento.

Forse qualche altro guerriero della luce era stato incaricato di gestire quella situazione…

Provò quindi a concentrarsi e a cercare la presenza di qualche altro suo compagno nella zona oppure a bordo dell'aereo...ma non ne trovò.

D'altra parte, se davvero un altro emissario della Luce fosse stato in zona sarebbe certamente intervenuto o l'avrebbe aiutato nello scontro contro Mirinon.

Era solo, quindi.

E nuovamente di fronte ad una situazione che non sapeva come gestire.

Cosa doveva fare?

Era impossibile evitare l'impatto dell'aereo oramai.

E in ogni caso non aveva sufficiente potere per bloccare un velivolo di quelle dimensioni.

Ma non poteva certo sperare di intervenire solamente a collisione avvenuta cercando di curare e mantenere in vita i passeggeri in attesa che giungessero i soccorsi...

Dannazione! Cosa poteva fare?

Non aveva molto tempo: l'aereo era ormai sopra di lui, prossimo a schiantarsi qualche centinaia di metri più giù, nelle vicinanze della radura da cui era salito al bosco sulle tracce di Mirinon.

Non aveva tempo da perdere per cui prese la decisione senza pensare minimamente alle conseguenze che una simile azione avrebbe potuto avere sulla sua vita.

Per ogni guerriero della luce esiste un limite al potere a cui può attingere: superarlo equivale a tradire la fiducia che la Luce ripone nei suoi seguaci al momento della loro consacrazione, significa trascendere i limiti imposti dal patto che determina l'equilibrio tra le forze del bene e del male a cui, in ugual misura, è concesso l'accesso e l'utilizzo dei poteri magici.

Helge stava per compiere un'azione dalle conseguenza imprevedibili per le sorti del mondo intero.

La magia è una forza misteriosa che non bisogna sottovalutare mai, un'entità viva e pulsante che collega ogni vita, dalla più piccola alle più grandi. E' come un universo all'interno del mondo, come un oceano di flussi energetici a cui è concesso accedere e prelevare potere. Ma al contempo la magia è un potere antico e volubile, con delle regole talvolta incomprensibili e alle cui è necessario sottostare.

Helge questo lo sapeva bene.

Ma non poteva rimanere impotente di fronte al verificarsi di una catastrofe nella quale sarebbero certamente morte centinaia di persone.

Attingendo a tutto il proprio potere, concentrandosi sempre di più, iniziò ad incanalarlo verso il velivolo ormai prossimo allo schianto.

Poteva percepire la paura delle persone a bordo, esseri umani a cui aveva consacrato la propria vita accettando di divenire un guerriero della luce. A loro aveva votato la sua esistenza e per loro aveva accettato di compiere la propria missione a servizio del Bene.

Cercò quindi di raggiungere le loro coscienze e di rassicurarli cercando di infondere in loro speranza e fiducia.

“Qualcuno veglia su di voi” disse loro “sono qui! Non temete! Andrà tutto bene!”

Mai prima d'ora aveva utilizzato il proprio potere per un'azione come quella. Sapeva che le proprie forze non sarebbero bastate e non solo a causa del combattimento appena sostenuto… Per di più si trattava di un'azione magica non autorizzata e non prevista.

Iniziò quindi a scendere sempre più profondità negli strati di magia che avvolgono il mondo attingendo e assorbendo un potere sempre maggiore. La magia gli si concesse senza porre ostacoli o impedimenti di sorta. Ma doveva fare in fretta, per cui velocizzò il processo prosciugando di forza vitale ogni essere dei paraggi: gli animali, gli alberi, la piante ed infine la terra cedettero le proprie energie alla magia a sua volta invocata dal guerriero della luce.

Il paesaggio perse progressivamente colore ed energia vitale. Ogni cosa divenne grigia, come morta, mentre lui al contempo assorbiva sempre più forza, sempre più potere.

Aveva gli occhi chiusi ed era immobile: scariche di energia elettrica verde danzavano attorno a lui mentre ai suoi piedi la terra era come cenere.

Non era del tutto convinto di ciò che stava facendo: stava giocando con un potere al di là della propria comprensione e conoscenza.

E mano a mano che scendeva in profondità negli strati magici, laddove ancora non era preparato ad esercitare controllo, aveva come l'impressione che il tempo e lo spazio si contorcessero perdendo di significato, come se tutto fosse lento e remoto mentre perdeva percezione di sé fondendosi sempre più con una forza primigenia che da millenni viveva nel mondo.

Senza smettere di accumulare energia, si proiettò verso l'aereo dirigendo su di esso gran parte delle energie che aveva immagazzinato nel suo corpo.

L'aereo sembrava muoversi al rallentatore, in procinto di schiantarsi alla velocità di un bradipo mentre nel cuore dei passeggeri pensieri ed emozioni turbinavano intensi e vividi.

Con uno sforzo inumano, Helge riuscì a manipolare la massa di energia accumulata sino a formare dei gusci di energia attorno ai singoli passeggeri: ognuno di loro si ritrovò quindi avvolto in una sfera di magia dorata che crepitava e baluginava pronta a difenderli e a proteggerli al momento dell'impatto.

Riuscì a raggiungere gli ultimi passeggeri proprio quando l'aereo si stava ormai distruggendo e accartocciando contro il terreno, lacerando la terra e travolgendo ogni cosa incontrasse sul proprio percorso.

Disperatamente, temendo di non farcela a raggiungerli tutti quanti, il guerriero della luce accelerò quindi il processo perdendosi ancora di più nei misteriosi flussi energetici che regolamentano le forze del mondo; attinse ancor più potere fino a sprigionarlo attraverso il proprio corpo, fino a divenirne parte e a perdersi in esso.

Non se ne era accorto ma mentre utilizzava la magia per aiutare gli umani, il suo corpo era divenuto sempre più trasparente, come se non avesse consistenza e ora lievitava nell'aria brillando di luce bianca.

Poi dopo aver protetto anche l'ultimo passeggero la magia ebbe un sussulto e si ribellò.

Il giovane, stremato, cedette. Si lasciò cadere sul terreno ormai ridotto in cenere abbandonando il processo di accumulo di potere magico che, oramai, si era spinto oltre ogni limite consentito ad un guerriero della Luce del suo livello.

Non era ancora pronto per utilizzare e controllare simili forze e le conseguenze che avrebbe pagato a causa di quello che aveva compiuto, seppure in buona fede, sarebbero state tutt'altro che piacevoli.

 

 

 

Leonardo Colombi

 

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Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

 

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