Ambientazione: all'aperto,
sotto un cielo nero.
Piove
a dirotto (la tipica nuvoletta fantozziana).
Io
sono in ginocchio (l'ombrello l' ho lasciato come al solito in
macchina), bagnato dall'acqua che impietosa scende dal cielo, reggendo
il corpo di un altro me stesso.
All'improvviso
alzo gli occhi al cielo e grido disperato: “Non posso finire cos�!!! Ti
prego…” nel frattempo mi chino verso l'altro me stesso e, mentre la
telecamera inizia a zoomare per un primo piano, con le lacrime che si
mescolano alla pioggia:”…ti prego! Dobbiamo ancora finire
l'articolo…non puoi…non puoi abbandonarmi cos�!!!”.
A
questo punto l'altro me stesso solleva a fatica una mano: lo sguardo
perso nel vuoto. A stento le ultime parole gli escono dalla
bocca:”Jack…”.
Al
che:”Non sono Jack!”. “Jack…” continua l'altro me, visibilmente
sofferente, mentre un gruppo di giapponesi ci circonda e inizia a
fotografarci. Quindi rispondo a bassa voce, un po' seccato: ”E ridaie!
Te lo sei guardato almeno il copione?”
”Sta
tranquillo: mi sono solo un po' confuso…”.
Poi,
dopo un colpo di tosse per schiarirsi la gola, mentre una terza persona
compare dal nulla per reggere un ombrello, riprende a parlare, con
finta sofferenza, come se fosse in punto di morte, nascondendo la
lattina di coca che stava bevendo fino ad un attimo prima:
”Jac..Leo…mi
resta poco…ti prego avverti Cappuccetto Rosso del
pericolo…-cof,cof-…del pericolo che corre…Dondolo non � uno dei 7
nani…le ha mentito…il lupo arriver� e distrugger� le casette dei
porcellini, ma…”. Suspance.
Qui
tocca a me:”Ma…” (ecco qui ho preso l'Oscar). L'altro me stesso
tossisce, ormai non ce la fa pi�, gli rimane solo un sospiro: in quel
momento gli sovviene in mente un fatto banale capitatogli qualche tempo
prima, sapete quelle cose esilaranti che tornano in mente quando meno
te l'aspetti, e inizia a ridere come un deficiente senza riuscire pi� a
fermarsi (a me una volta � capitato ad un funerale: il bello � che
servivo messa come chierichetto…non vi dico l'imbarazzo…ma lasciamo
perdere e continuiamo con questa storia).”…ma quel che � peggio…quel
che � peggio � che…ah!”.
Rimango
impassibile: la mia controparte � morta prima di finire la sua parte.
Un paio di medici si avvicinano…con il defibrillatore: un paio di
scosse e si riparte da dove avevamo lasciato. Mai lasciare un lavoro a
met� quando hai stipulato un contratto con la Mastro Lindo's Company!
Nel frattempo ha finito di piovere: il sole risplende e gli uccellini
cinguettano; dei bambini corrono nel parco, le mamme chiacchierano
spingendo i passeggini. Nessuno si cura della sofferenza e del pathos
intrinseci alla scena.
“Su
riprendi da dove avevi lasciato!” “Ma come? Non ero morto?” ”Mi spiace,
esigenze di produzione: fa finta che sia il seguito!” “Ah,
capisco…dunque…quel che � peggio � che la Bella Addormentata”
”STOP!
Ragazzi, cos� non va! Pi� pathos, pi� sofferenza: ci penso io,
aspettate! Trucco!”. Una dolcissima ragazza si avvicina sorridendo: �
l'addetta agli effetti speciali. Avanza lentamente, quasi fosse un
angelo; poi molto garbatamente infligge una ferita mortale al mio
amico, pugnalandolo 5 volte al cuore. “Cos� va meglio…grazie!” “Si
figuri: � il mio lavoro!”.
Cos�,
mentre il mio amico riprende piacevolmente a sanguinare, ricominciamo a
girare:”…quel che � peggio…quel che � peggio � che la
Bella…la Bella Addormentata – coff, coff, il mio amico ansima e sputa
sangue mentre il regista � visibilmente soddisfatto per il realismo
della scena - la Bella Addormentata…”.
Qui
il mio amico ha un piccolo cedimento, sembra svenire ma i medici sono
pronti con una trasfusione e mettono lo “strafanto” (neologismo
dantesco postumo) con la flebo per evitare di dover ricorrere
nuovamente al defibrillatore. “…la Bella Addormentata dicevo…soffre di
insonnia. Vai …vai… e salva l'impero giovane jedi…ma ricorda…che…ah!” E
qui schiatta definitivamente.
Ora
non so cosa fare: mi alzo reggendo il corpo del mio alter ego. Sullo
sfondo, mentre mi ergo solitario al centro della scena, circondato
dalla luce dei riflettori, con l'atteggiamento e la posa tipica
dell'eroe pi� eroico, sullo sfondo due sinistre figure si adoperano per
pulire le macchie di sangue che il mio alter ego ha lasciato sulla
strada: le fantomatiche Donne delle Pulizie. Poi, mentre con
una mano mi asciugo una lacrima che copiosamente scende dai miei occhi
(il suo ultimo sputo, prima di morire, m'� finito negli occhi),
leggendo l'ora sull'orologio, abbottonandomi l'impermeabile a causa del
freddo vento invernale, reggendo a stento il mio amico…cellulare grazie
al quale sto vendendo azioni in borsa (sapete, amo dilettarmi con
queste cose squisitamente maschili. Vi faccio un esempio: il crollo di
Wall Street…opera mia!), e sostenendo a stento il corpo dell'altro
personaggio dell'opera mi avvio verso un bidone della spazzatura. Dopo
aver dato degna sepoltura a me stesso (volevate che lasciassi il mio
cadavere in mezzo alla strada???) mi avvio verso la mia astronave.
Qui
trovo il mio mentore e maestro: il sommo Yoda. Lo saluto con una
vigorosa pacca sulla spalla e poi via a bordo dell'astronave: purtroppo
durante le manovre di decollo ho qualche problema. Telepaticamente Yoda
mi contatta, dicendomi: “Figlio di pu**ana Luke!” “Non sono Luke!” “Ah,
allora non c'� problema…che la forza sia con te!”.
Un
rapido cenno del capo poi accendo i motori a tutta potenza: con un
rombo assordante decollo veloce mentre sullo sfondo una piccola figura
si divincola nel parcheggio spaziale a causa delle fiamme che lo stanno
incenerendo (il maestro Yoda, quello dello joga). A questo punto il
messaggio in codice del mio alter ego mi � chiaro (mi � arrivata una
telefonata dallo sceneggiatore mentre non ero inquadrato): dirigermi
verso la fonte di ogni male e salvare il mondo. Per questo mi sono
allenato, per questo ho lottato tutta la vita, per questo il mio amico
fidato Mastro Lindo � scappato non appena gli ho chiesto aiuto e sempre
per questo ho ordinato una pizza da asporto.
Dopo
un'ora di viaggio, ecco l� in fondo la Luna Nera, sorella della Morte
Nera, quella che ho distrutto nell'articolo dell'anno scorso. Atterro e
sfodero l'arma jedi per eccellenza: la torcia elettrica laser. Dopo
aver sgominato tutte le guardie che si sono poste sul mio cammino
(tranne quelle con gli occhiali e quelle pi� alte di me, nonch� quelle
armate: dopotutto, sono un cavaliere jedi, non un vigliacco!) arrivo
nella sala dell'Imperatore: l'origine di tutti i mali, il re
dell'Ombra, il re dell'Omicidio, colui che dispensa rutti ai quattro
venti e che soffre di dissenteria! S�, il tenebroso Nonno
Puffo!
“Ti
stavo aspettando Obi Wan! Finisco di telefonare e sono subito da te!”
“Non sono Obi Wan!” “Ah, giusto! Tu sei Leo, colui che riusc� a
catturare il Bianconiglio…con il lanciarazzi. Cosa vuoi da me?” “Beh,
tagliando corto…non lo so neppure io, ma la storia deve pur finire in
qualche modo. E finir� ora, qui e adesso.” “Proprio in questo istante?”
“S�!” “Se � lo scontro che vuoi, allora combatter�!”.
Il
vegliardo allora si alz� dal suo trono per potermi fronteggiare
meglio Si alz� di scatto e con un doppio salto mortale mi si
avvicin�, atterrando a pochi passi da me. Poi si ricord� dell'artrosi e
inizio a recitare strane formule segrete in una lingua sconosciuta, ma
chiaramente stava invocando la maledizione del suo dio su di me…o su di
lui, non so bene. Una volta ripreso il controllo di se stesso e la
postura eretta, sguain� la spada laser e, roteandola un poco, mi
disse:”Alla fine ne rester� soltanto uno!”.
Lo
scontro per� non pot� verificarsi per via di qualche problema tecnico:
delle luci di scena caddero come leggeri fiocchi di neve dal cielo
abbattendosi leggiadre sul simpatico nanetto tascabile. Dopo che il
sangue fu totalmente ripulito dal pavimento, mi si par� di fronte un
nuovo temibile avversario per poter eseguire in differita lo scontro
tra bene e male. S�, una figura nera con una maschera sul volto: il
temibile Lord Dart Fener! Senza tanto parlare iniziammo a combattere:
ero evidentemente in vantaggio. Il mio nemico portava la maschera al
contrario! “Girati per favore: devo togliermi la maschera e non voglio
che tu veda il mio vero volto!” “Ok”
Mi
girai: mentre il cavaliere nero si cambiava la maschera di bellezza,
due uomini nerboruti mi passarono dinnanzi reggendo un grandissimo
specchio grazie al quale riuscii a veder i fluenti capelli biondi che
gli uscivano dall'elmetto. Quando mi rigirai riprendemmo il
combattimento: notai che c'era qualcosa di strano. A parte il fatto che
ero disarmato perch� avevo preso la torcia elettrica al posto della
spada laser, c'era qualcosa di strano nel mio avversario: forse erano
le scariche di energia elettrica che gli circondavano il corpo, o forse
quella minigonna che lasciava intravedere due fantastiche gambe da
fotomodella. Non saprei dire: comunque il mio nemico stava attaccando,
e dovevo difendermi. Grazie alle tecniche di arti marziali di 3000 anni
fa, e agli insegnamenti dell'Uomo Tigre, riuscii a difendermi e a
guadagnare tempo: con un rapido movimento degli occhi
gli misi la mia mano nelle sue due dita!* (grande
concorso ordina la frase…e una pizza: la soluzione � con un rapido
movimento della mia mano gli misi due dita negli occhi) (NdL: certo
qualcuno potrebbe obiettare che il mio avversario portava la maschera
ma, vedete, uhm...beh...in effetti...). Avevo guadagnato tempo: ma non
era abbastanza, tanto pi� che arriv� un tipo vestito di nero, con il
fischietto, che estrasse un cartellino giallo, mentre dei medici
appuravano le condizioni di salute del mio sleale avversario. Ma grazie
all'arbitro riuscii a trovare una possibile misura per difendermi dal
mio avversario: grazie al suo fischietto chiamai in mio soccorso la
creatura pi� spaventosa dell'universo: Bambi!
Bambi
arriv� di corsa, leggiadro, con i suoi fantastici occhioni neri e dolci
che tante lacrime hanno strappato nel cartone animato della Disney. Il
mio avversario si mise a ridere, sapete una di quelle odiose risate che
solo i cattivi sanno fare. Poi, con tutta la malvagit� del suo cuore
disse:”Wow! Com'� carino!””No fermo! Sta indietro!””Cosa stai dicendo:
guarda com'� carino!” E mentre parlava cos� si avvicinava al dolce
animaletto per accarezzarlo, mentre tentavo disperatamente di
dissuaderlo restando immobile in modo che Bambi non si muovesse. E'
arcinoto infatti che la vista della creatura pi� temibile dell'universo
funziona come quella del T-Rex: se non ti muovi e non fai casino, lui
non si accorge di te…sempre che il copione preveda qualcosa di diverso
per te, ad esempio una morte atroce dilaniato dalle sue mandibole… Ma
evidentemente il mio nemico non era al corrente di questo particolare
sulla vista del simpatico animaletto assassino. Ormai era spacciato:
non doveva finire cos�! Mentre si avvicinava, infatti, tendendo la mano
per accarezzare il cerbiatto, questi mut� improvvisamente espressione:
gli occhi gli divennero rossi, i denti affilati come rasoi, tre artigli
retrattili di mezzo metro per zampa mentre aumentava di dimensioni e
assumeva una postura eretta. Poi, delicato come sempre, si gett� contro
il cavaliere jedi, attaccandolo furibondo alla gola mentre con le zampe
anteriori continuava a infliggergli ferite mortali al cuore e ai
polmoni: era il leggendario cerbiatto mannaro dello spazio!
Fortunatamente
passava di l� un gruppo di cacciatori (smarritosi nella savana
evidentemente) i quali, visto il simpatico animaletto dilaniare le
carni del coprotagonista, iniziarono a sparargli addosso: qualche colpo
di fucile e di pistola, una bomba a mano, qualche colpo di
mitragliatore a canne rotanti e una decina di proiettili per elefanti.
Bambi venne cos� tolto di mezzo, definitivamente! I cacciatori
tornarono in patria e la WWF fece loro causa per aver ucciso un
animaletto tanto caro e bello e passarono i loro giorni in galera.
Ma
torniamo a noi. Dopo aver assistito a tutta la scena, con le lacrime
agli occhi, mi precipitai dal mio nemico. Cercai dapprima di fare un
po' d'ordine poi, una volta capito da che parte fosse la testa, cercai
di parlargli:”Ti prego non morire!””…Ah…””Non sforzarti di parlare, ma
prima di morire dimmi almeno la combinazione a 45 cifre per disattivare
la Luna Nera che � programmata per colpire la Terra tra circa dieci
minuti!””Ascolta Leo…Toglimi la maschera…!””Ma tu morirai se lo
faccio!””Morir� comunque…per colpa tua tra l'altro…su obbediscimi: io
sono tuo padre!””…No…non ci credo! NOOO!””Invece � cos�: guarda questo
� l'attestato di nascita, e questa sono le foto di quando eri piccolo.
Qui ho la foto del tuo primo compleanno. E poi guarda questo: � il
copione!””Ma che tasche grandi che hai!””L'hai notato, eh! Le ho fatto
fare con lo stesso tessuto della valigetta di Mary Poppins, quella
tossicomane…Vedi, l'idea mi era venuta quando andai a fare la spesa a
piedi: al ritorno le borse pesavano troppo per portarle in mano, cos�
pensai…”
”STOOPP!
Che beep state facendo! Tu dovresti morire! Cosa state combinando!” La
benevola voce del regista, che subito fece cenno agli addetti di venire
a truccare quello che doveva rivelarsi essere mio padre. Arriv� cos� un
simpatico omone, un pugile, che inizi� a picchiare il o lo jedi ferito
a suon di cazzotti e di “Ti spiezzo!”.
Poi
si riprese agirare. “Toglimi la maschera!”Allora gli tolsi la maschera:
dei lunghi capelli biondi scesero ai lati del viso candido e profumato
come una bianca rosa…ma il volto…il volto era quello di Mino Reitano!
Dopo questo spiacevole evento abbandonai il corpo esanime di mio padre
ai medici, in modo che se ne prendessero cura: sapete com'�, quando
l'ho visto mi sono spaventato e l'ho scaraventato lontano, gi� per le
scale.
A
questo punto mi rimaneva solo una cosa da fare: disattivare la Luna
Nera. Purtroppo la vista iniziava ad annebbiarsi, e la ferita al fianco
iniziava a sanguinare. Anche l'oroscopo era sfavorevole oggi:
maledizione! Non mi ricordavo di essere stato ferito…saranno esigenze
di produzione, per rendere pi� epica la vicenda. Mi incamminai verso la
sala comandi: dovevo semplicemente azzeccare una password di 45
caratteri al primo colpo per salvare la Terra: al primo colpo per�, e
solo quando il timer indicava 2 o 3 secondi alla distruzione totale del
pianeta, altrimenti dei giudici di gara mi avrebbero penalizzato.
Bastava
un po' di fortuna. Fortunatamente un gatto nero mi attravers� la strada
tre volte di seguito, ridendo (tre volte perch� poi gli ho sparato),
poi passai sotto una scala infine, cercando l'interruttore della luce
sul muro rovesciai per terra il contenitore del sale posto sopra la
credenza. La vista si annebbiava e mi accorgo solo ora di aver cambiato
il tempo verbale dal presente al passato: quale disonore! Che Dio mi
fulmini per questo!
Caddi
per terra fulminato, poi strisciai verso i comandi della stazione
spaziale: i giudici erano gi� ai loro posti, sorseggiando del caff�.
Mi
alzai e guardai il quadro comandi: non ci capivo nulla: un enorme
pulsante rosso in alto con la scritta autodistruzione; uno arancione a
trabocchetto; e uno verde per sparare. C'era inoltre un inutile
pulsante con su scritto “on” e “off”: una trappola ovviamente! Grazie
alla scatola degli attrezzi messami a disposizione dalla commissione,
inizia i a trafficare sul pannello: poi estrassi tre cavi: uno blu, uno
nero, e uno bianco.
Iniziai
a sudare: qual era quello giusto? Un elettricista al mio fianco si
grattava perplesso la fronte:”Chi se che ga verto el paneo, ci�?
‘Rangiate!”. Allora presi fiato: tagliai il filo bianco. Non successe
nulla, ma l'intera citt� di New York rimase completamente al buio per
quindici giorni dopo il mio intervento. Tagliai allora il filo blu:
l'intero pianeta dei Puffi si estinse con un'esplosione spettacolare,
che ammirai assieme ai giudici mentre sgranocchiavamo pop corn. Infine
tagliai il filo nero: Atlantide riemerse dalle acque, per poi
inabissarsi ancora per piccoli dettagli tecnici (lo sponsor aveva gi�
acquistato i diritti, ma aveva programmato tutto per sabato prossimo).
Preso dallo sconforto, poich� il timer segnava ormai 10 secondi,
sfogliai velocemente il manuale allegato. Incapace di trovare una
soluzione stavo gi� per rassegnarmi quando mi apparve Mastro Lindo che
mi disse: ”Usa la forza Leo!” ”Cosa?” ”Premi off Leo!””Cosa? Non
capisco?” “Premi off, per l'amor del cielo!” Mi guardavo attorno
dubbioso sul da farsi.”Cosa intendi? Stai parlando in codice
forse?””Premi quel maledetto pulsante, ca*olo!!!” E veloce come un
fulmine si precipit� a premere il pulsante della salvezza salvando
l'intero pianeta Terra e tutto l'Universo…tranne i poveri
puffi…pazienza.
Allora
io e Mastro uscimmo dalla Luna Nera, ridendocela ripensando al pericolo
scampato, bench� lui fosse pallido come la morte e ormai ridesse perch�
completamente soggiogato dalla follia. Usciti dal portellone principale
ci trovammo di fronte una folla immense che ci applaudiva e ci
acclamava come eroi: che sapessero gi� del copione? Arriv� anche il
maestro Yoda, tutto fasciato: mi guard� e complimentandosi con me,
seriamente mi disse:”Sei un pirla Luke!””Non sono Luke! Sono Leo:
quello che durante l'addestramento la stava per uccidere con la spada
laser, maestro!””Ah, s�, ora ricordo: usa la forza Leo!””Sempre
maestro!”
Dopo
aver festeggiato, salutai tutti quanti e mi diressi verso l'astronave:
salii a bordo e per l'ultima volta mi voltai ancora verso il mio
maestro e il mio fidato amico Mastro Lindo, che ancora rideva di gusto,
con gli occhi fuori dalle orbite. Strano, dopo di quella volta non li
rividi mai pi�…mumble, mumble…mah! Comunque, li salutai con un rapido
cenno del capo e, accesi i motori alla massima potenza, mi allontanai
velocemente da loro. L'ultima inquadratura di questo special mi vede al
centro della scena, mentre piloto un'astronave che si allontana come
una freccia d'argento nello spazio buio, mentre sullo sfondo, nel mezzo
del parcheggio spaziale, due figure si divincolano urlando e rotolando
per terra per cercare di spegnere le fiamme che circondano i loro
corpi. (sono Mastro Lindo e Yoda per intenderci)
A
bordo della mia astronave, mi allontano veloce nella galassia
lasciandomi alle spalle tutto: solo due domande mi ronzano nella testa.
Come fa il mio motore a sprigionare fiamme se nello spazio non c'�
ossigeno? E soprattutto…dove cavolo sto andando?
SEE
YOU SPACE COWBOY
Leonardo
Colombi