Maledetto Plutone, avverso e meschino,
mi condizioni l'umore et induci
sintomatico incalzare fino
all'orgiastico rotolare informe.
E non mi fermo.
A pezzi,
tutto cade a pezzi.
Anche le parole,
dimenticate,
sfalsate.
Sono completamente altrove.
Incomprensioni,
persino nell'ovvio mio sentire.
E poi quei sorrisi,
oh se li conosco -
l'intesa degli ignoranti
che interpretano le sfumature,
cristallo che scalpita nel mio petto.
Furibondo.
Fare fare fare fare fare fare
fare fare fare fare
fare fare
fare cosa?
Di grazia,
ditemi cosa!
Perché oggi non respiro
ed è vuoto ogni agire,
senza eco né ritorno.
Sarà l'amore,
massì,
gelosie e problemi giovanili …
che ne sa lui di tutto questo?
Dicono mentre osservano tranquilli
le micce accese che indico col dito.
Ma non le tollerano
nossignore –
quelle verità lampanti
figlie dell'esperienza.
Saranno gli astri:
loro,
mi sono avversi.
Non restano che grida insofferenti
di stanchezza e frustrazione.
Lo scontro.
Ciclicamente tutto torna
e allora aspetto - ridete pure -
la prossima rivoluzione.
E intanto, lo so, lo schiocco delle dita
così ovvie e sconosciute.
Alchemiche magie,
e in un attimo
l'informatica è servita.
Spallucce.
Mi salva appena
l'influenza di Mercurio.
Leonardo Colombi
Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.