E rimangono soltanto
i miei dubbi sulle distanze
irrisolti concetti che nel mio io
si insidiano come tarantole di rubino
perché non è semplice
- nient'affatto –
accordare la babele di chi attende
solo cenni di consenso
o scorciatoie per la Luna,
ateniesi ubriachi
e filosofi delle possibilità
comunicano soltanto
per osmosi telepatica
perdendosi per strada il senso
del tempo che in fretta passa.
Allora mi domando
perché “distante” per me non valga,
mai,
perché io possa prodigarmi
e loro riposare, in attesa
di eventi ed inviti.
Tanto, se li chiami
han condizioni,
ma se li eviti sei tu
che non li vuoi vedere.
Frustrazione.
Leonardo Colombi
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