(Un uomo,
distinto e ben vestito,
mi invita a prendere
una valigetta nera.
Contiene molti soldi.
Ma non sono miei.
Nemmeno suoi.
Io, decido di non accettarli.)
“Vorresti farmi credere
che davvero io
ho bisogno di questi soldi?
Che ho bisogno di denaro
Per sentirmi realizzato?
Per sentirmi un uomo
devo vincere un premio,
o avere un biglietto della lotteria?
O forse dovrei
rispondere a qualche domanda
del tuo stupido quiz?
No, mi spiace,
stai perdendo il tuo tempo.
Non la voglio
La tua subdola elemosina.
Io non ci credo
Alle tue facili lusinghe.
Sono un provinciale, sai?
Sono uno
che conosce una piccola verità.
Vedi,
ogni giorno io devo mangiare:
Non mangio banconote
Né programmi televisivi.
Io mangio carne
E i prodotti della terra,
Frutta e verdura
Coltivate dalle genti.
Sarei uno stolto
Se non rammentassi questo
E il lavoro silenzioso
e lo sforzo costante
che producono un raccolto.
E questa casa,
che mi offre riparo per la notte:
credi davvero
che l'abbiano creata in un secondo?
Mi vien da ridere, sai,
Mentre osservo la tua valigetta!
Credi davvero di potermi insegnare
Che non ci si deve sforzare?
Che non si debba faticare
A costruirsela la vita?
Credi che mi nutra di cosa:
di piante che nessuno coltiva?
Di animali
Che nessuno si preoccupa di allevare?
Anche la carta,
Su cui stampano quei biglietti,
è il frutto del lavoro di uomini.
Anche gli abiti che indossi
E il percorso
della tua educazione.
Tu in realtà
Vuoi vendermi dei soldi.”
Patirò la fame
In un lungo pellegrinaggio:
fingerò di star bene
finché non troverò
la risposta che cerco.
Non devo costruire
Ma credere nella fortuna.
Non devo sforzarmi
Ma credere nella sorte.
Allora pioveranno banconote
E la mia vita avrà sapore.
Sarò
Una persona nuova,
Una persona vera!
Ecco l'insegnamento!
Ecco la menzogna!
Leonardo Colombi